La domanda principale per i mercati forex è se la forte correzione di luglio sia finita. Riteniamo che gli eventi di domani (riunioni della Banca del Giappone e della Fed) avranno un ruolo importante.
Prima di allora, i dati di oggi su JOLTS e fiducia dei consumatori dovrebbero confermare la tesi del rallentamento dell’economia statunitense. In Europa, invece, avremo modo di conoscere i dati sull’IPC di luglio.
USD: JOLTS e fiducia dei consumatori in gioco
Ieri il dollaro ha registrato un modesto rally su tutta la linea, ma non è stato chiaro il motivo. Potrebbe avere a che fare con i flussi di fine mese. Tuttavia, la questione più importante per i mercati FX è se l’ampia correzione dei mercati trasversali vista intorno al 10/12 luglio abbia fatto il suo corso.
Gli eventi di domani avranno un ruolo importante in questo senso. Il nostro team prevede un rialzo dei tassi della Banca del Giappone di 15 pb, che potrebbe innescare una maggiore forza indipendente dello yen e prolungare il contesto correttivo.
Tuttavia, un rialzo dei tassi è tutt’altro che scontato e la stragrande maggioranza in Giappone ritiene che sia troppo presto per un altro rialzo. Se così fosse, il cambio USD/JPY potrebbe salire fino a raggiungere l’area dei 157 e gli investitori potrebbero tornare a puntare sulle valute ad alto rendimento/attività che hanno subito una tale batosta a luglio.
Il secondo evento a rischio domani è la riunione del FOMC, che a nostro avviso sarà favorevole al rischio e negativa per il dollaro, in quanto la Fed prepara il mercato a un rialzo dei tassi a settembre.
Oggi l’attenzione si concentra su due comunicati statunitensi. I dati JOLTS sulle aperture di posizioni di lavoro dovrebbero tornare a correggere il livello di otto milioni dopo l’inattesa impennata a 8,14 milioni del mese scorso.
Ricordiamo che i dati JOLTS rappresentano l’eccesso di domanda di lavoro e un dato inferiore confermerebbe l’opinione della Fed secondo cui il mercato del lavoro sta tornando ad essere più equilibrato.
Si prevede inoltre che i dati sulla fiducia dei consumatori di luglio scendano al di sotto delle aspettative. Nelle ultime settimane è cresciuta la convinzione, favorita dai dati sugli utili del secondo trimestre, che i consumatori statunitensi si stiano finalmente riprendendo.
Un dato di fiducia più basso oggi rafforzerà l’opinione che la Fed vorrà “sostenere l’espansione” con un taglio dei tassi a settembre.
Il DXY ha guadagnato bene ieri, ma potrebbe cedere i guadagni oggi se i dati USA dovessero risultare più deboli.
L’Australia pubblicherà nella notte (0330 CET) i dati sull’IPC per il secondo trimestre, che potrebbero far pendere la bilancia a favore di un rialzo dei tassi della Reserve Bank of Australia (RBA) la prossima settimana (6 agosto).
Il nostro team economico prevede che l’inflazione mensile complessiva abbia subito un rallentamento solo modesto, attestandosi a giugno al 3,8% a/a, causando un’accelerazione del dato del secondo trimestre dal 3,6% al 3,8% a/a.
A meno di grosse sorprese al ribasso nelle misure core, sospettiamo che la lettura di consenso renda sempre più probabile un rialzo dei tassi da parte della RBA. A nostro avviso, i mercati sono troppo dovish con i prezzi (+7 pb per la prossima settimana, +2 pb per la fine dell’anno) e il potenziale di rialzo per l’AUD nei prossimi sette giorni è notevole.
EUR: il miglioramento del PIL del secondo trimestre potrebbe essere d’aiuto
Questa mattina abbiamo già assistito a un dato sul PIL del secondo trimestre migliore del previsto da parte della Francia e più tardi vedremo aggiornamenti simili da parte di Germania, Italia, Spagna e quindi della zona euro.
Un’eventuale sorpresa al rialzo rispetto alle previsioni dello 0,2% del PIL del secondo trimestre per l’eurozona potrebbe fornire un modesto sostegno all’euro, interrompendo la narrazione dei rischi di ribasso della crescita e riducendo i prezzi di mercato che ora prevedono più di due ulteriori tagli dei tassi della BCE quest’anno.
Nella giornata di oggi saranno resi noti anche i dati nazionali dell’IPC di luglio, prima di quelli dell’eurozona di domani. Attualmente, il consenso prevede che il dato dell’IPC core scenda di nuovo al 2,8% annuo, il che non sembra in grado di spostare l’ago della bilancia sul prezzo della BCE.
Il mercato del lavoro ha avuto un lunedì fiacco, ma potrebbe trovare un po’ di sostegno nella pubblicazione del PIL di oggi e salire domani sera se la Fed dovesse assumere un atteggiamento più dovish, come ci aspettiamo. 1,0800 potrebbe essere la base per la coppia EUR/USDquesta settimana.
JPY: mercoledì sarà una giornata importante per il cambio USD/JPY
La coppia USD/JPY si sta consolidando dopo un brusco calo del 6% a partire dall’11 luglio, quando i dati sull’IPC degli Stati Uniti e gli interventi strategici del Giappone hanno fatto sentire il loro peso. Gli speculatori sullo yen nei mercati dei future di Chicago, nella settimana al 23 luglio, hanno ridotto le loro posizioni del 40% rispetto alle due settimane precedenti.
Questa comunità ha probabilmente ridotto ulteriormente le posizioni la scorsa settimana, quando la coppia USD/JPY ha scambiato su un livello di 152. Sembra corretto valutare che il mercato speculativo sia molto più equilibrato rispetto all’inizio di luglio, ma che continui a detenere posizioni corte sullo yen.
La combinazione BoJ/Fed di domani avrà ovviamente un ruolo importante nel decidere se questa correzione di USD/JPY andrà oltre. La visione di ING, che prevede un rialzo della BoJ di 15 pb e una Fed dovish, sostiene che la correzione si estenderà, potenzialmente fino a 150 punti.
Tuttavia, l’ambiente di bassa volatilità e la già ampia correzione degli asset di rischio di questo mese avvertono che se la BoJ ci sorprende (non localmente) con una politica invariata, il cambio USD/JPY potrebbe avere un rimbalzo decente fino a 157 e che un tasso trasversale, come AUD/JPY, potrebbe avere un rally considerevole.
CEE: i dati sul PIL mettono in discussione la ripresa nella regione
Questa mattina abbiamo già visto i dati del secondo trimestre sul PIL dell’Ungheria, che sono stati inferiori alle attese con un 1,5% a/a, mentre il mercato si aspettava un 2,2%. In tarda mattinata vedremo gli stessi dati dalla Repubblica Ceca.
Ci aspettiamo uno 0,6% a/a, in linea con una certa accelerazione rispetto al primo trimestre. Sarà anche l’ultimo dato economico prima della riunione della Banca Nazionale Ceca (CNB) di giovedì, ma non sarà incluso nelle nuove previsioni della banca centrale.
Il mercato CEE ha aperto ieri con un sell-off generalizzato, con lo zloty polacco in testa alle perdite. I tassi hanno seguito in modo aggressivo il rally dei mercati core e, insieme al rafforzamento del dollaro USA, hanno minato il FX nella regione e nello spazio dei mercati emergenti.
Tuttavia, il cambio EUR/CZK ha mostrato una certa resistenza al rialzo e la corona ceca rimane la nostra valuta preferita per questa settimana, viste le nostre aspettative da falco sulla riunione della CNB.
Il cambio EUR/HUF è tornato vicino a 394, che riteniamo sia ora un valore equo, e rimaniamo negativi sul fiorino ungherese, visto il rally di ieri nel settore dei tassi, che ha superato i paesi CEE.
D’altro canto, il cambio EUR/PLN è balzato vicino a 4,300, un valore che riteniamo eccessivo e che oggi potrebbe essere oggetto di una correzione al ribasso verso 4,280.
Nota: Questa pubblicazione è stata preparata da ING esclusivamente a scopo informativo, indipendentemente dai mezzi, dalla situazione finanziaria o dagli obiettivi di investimento di un particolare utente. Le informazioni non costituiscono una raccomandazione d’investimento, né una consulenza d’investimento, legale o fiscale, né un’offerta o una sollecitazione all’acquisto o alla vendita di uno strumento finanziario. Per saperne di più