- L’azionario spesso schizza nei mesi successivi alle elezioni di metà mandato
- Sembrano esserci alte probabilità che il GOP prenda il controllo della Camera e persino del Senato
- Tre temi di investimento che potrebbero essere incoraggiati in questo scenario
Nervosi per le elezioni di metà mandato? C’è quasi sempre ansia sul mercato riguardo a come potrebbe essere il Congresso dopo le elezioni. La cosa interessante è che il trend dell’azionario è spesso un calo andando verso il primo martedì dopo il 1° novembre negli anni delle elezioni, ma poi un forte rally nel Q2 dell’anno successivo.
Anche se non funziona tutte le volte, i dati dal 1928 mostrano che il semestre maggio/ottobre degli anni delle elezioni di midterm si caratterizza per un raro ritorno negativo per l’S&P 500. Ma verso metà ottobre i guadagni spiccano davvero il volo. Il semestre migliore per i titoli azionari, in media, è novembre/aprile andando da un anno di elezioni di metà mandato all’anno pre-elettorale, in base a Bank of America Global Research.
Stagionalità anno di midterm: i fattori positivi cominciano nel Q4
Fonte: Bank of America Global Research
Inoltre, le elezioni di midterm di quest’anno potrebbero avere un risultato storicamente bullish: un governo diviso.
Le probabilità indicano che i Repubblicani controlleranno almeno una camera del Congresso, mentre il Presidente Joseph Biden, Democratico, ovviamente manterrà il ruolo alla Casa Bianca. I dati raccolti dal Wall Street Journal rivelano che l’ipotesi del migliore dei casi per l’S&P 500 si ha quando c’è un Presidente Democratico con un Congresso controllato dal GOP, oppure un governo diviso in cui il partito ha la maggioranza alla Camera e al Senato.
Un governo diviso è spesso bullish per l’S&P 500
Fonte: WSJ
Al momento, i mercati si aspettano pochissime probabilità che i Democratici controllino Capitol Hill dal gennaio 2023. PredictIt.com riporta una probabilità dell’8% di uno scenario in cui i Democratici mantengano il controllo di Camera e Senato. C’è una probabilità di circa 7/10 di una cosiddetta “onda rossa”, con il GOP al comando. Potrebbe essere una notizia straordinaria per il mercato azionario.
Seguire i soldi: i trader suggeriscono un probabile Congresso diviso
Ma andiamo più a fondo. Quali potrebbero essere dei buoni settori ed industrie su cui puntare con un governo diviso?
Innanzitutto, consideriamo che l’impasse a D.C. è il tema dominante. Sarà molti difficile che siano approvate ampie misure di spesa o fiscali. Questa realtà apporta un po’ di certezza al mercato, ma dobbiamo aspettarci il ritorno di scontri accesi su questioni come il tetto del debito.
Con un Congresso dominato dai Repubblicani, potremmo vedere un aumento della spesa per la difesa. Potrebbe trattarsi di una questione bipartisan, in quanto i rischi geopolitici legati a Russia e Cina continuano a preoccupare sia Wall Street che i politici L’iShares U.S. Aerospace & Defense ETF (NYSE:ITA) è un modo semplice per avere esposizione a quest’area.
Un altro rischio che sarà ancora evidente, e forse in aumento, è una minaccia tech. Gli investimenti per la sicurezza informatica dovrebbero essere robusti e meno ciclici rispetto ad altre aree per le aziende. Secondo ETF.com, il First Trust NASDAQ Cybersecurity ETF (NASDAQ:CIBR) è il fondo più grande del settore e quello con la performance migliore del gruppo negli ultimi tre mesi.
Possiamo anche guardare al livello societario per trovare dei titoli che potrebbero trarre vantaggio dal trend del “re-shoring” o “friend-shoring”. Titoli nazionali come Rockwell Automation (NYSE:ROK) o altri con operazioni in Messico, Canada e Giappone, ad esempio, sono dei buoni candidati. Sebbene l’Europa sia amica, la sua dipendenza dalla Russia per l’energia probabilmente è un rischio troppo grosso per il governo e per le grandi aziende.
Morale della favola
I titoli azionari tendono ad andare in selloff prima delle elezioni, ma poi schizzano non appena si ha un po’ di certezza. Per quanto riguarda il 2022 ed oltre, potrebbe emergere qualche tema importante se il GOP riuscisse effettivamente a conquistare almeno una camera del Congresso.
Nota: Mike Zaccardi non possiede nessuno degli asset menzionati in questo articolo.