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Il cacao potrebbe diventare re delle materie prime dopo 2 anni di crolli

Pubblicato 06.11.2018, 13:26
Aggiornato 02.09.2020, 08:05
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Dopo i bruschi tonfi nel 2016 e nel 2017 e tra i crescenti timori di eccesso di scorte, non sono molti quelli che hanno puntato su una super impennata del cacao quest’anno. Ma a sole otto settimane per la fine del 2018 e le feste che promettono copiosi consumi di cioccolato e dolci, il cacao potrebbe benissimo chiudere l’anno come “re delle materie prime”.

Cocoa Monthly Chart

I future dell’ingrediente chiave per dolci e bibite sono schizzati del 22% sull’anno in corso sul New York Mercantile Exchange, eclissando il tonfo dell’11% dell’anno scorso e quello ancor più eclatante del 33% del 2016.

Per il momento, l’unica materia prima che potrebbe avere la possibilità di detronizzare il cacao è il gas naturale, con un rimbalzo del 19% che potrebbe salire ancora visto il clima più freddo e la domanda per il riscaldamento nella maggior parte degli Stati Uniti.

Overbought ma ancora considerato “strong buy”

Molti tecnici delle materie prime su Investing.com consigliano “Strong Buy” sul cacao, malgrado i grafici del prezzo suggeriscano un mercato in overbought dopo le impennate in sette degli ultimi 10 mesi. E si aggiunge alla domanda fisica già in atto per la materia prima, spinta dalle festività di fine anno, durante le quali il cioccolato pronto da mangiare e il cacao in polvere per i dolci sono un must.

“Il cacao è entrato nel suo periodo di forte domanda, con il Natale dietro l’angolo”, afferma Mike Seery, esperto di grafici di Seery Futures a Plainfield, in Illinois, che fa notare come “anche la struttura dei grafici sia migliorata tremendamente negli ultimi mesi”.

In una nota pubblicata ieri, Seery spiega che il cacao sul NYMEX, che oscilla sopra i 2,310 dollari la tonnellata, potrebbe superare il massimo del 27 agosto di 2.397 dollari, che descrive come una “importante resistenza”. Aggiunge:

“Se venisse infranto, penso che si possa andare sostanzialmente più su in quanto il trend rialzista si sta rafforzando su base settimanale. Continuate a scambiarlo al rialzo perché cercherò di aggiungere più contratti possibili nel corso della settimana quando il rapporto rischio/ricompensa migliorerà di nuovo”.

Cosa ha spinto l’aumento della domanda di cacao quest’anno, dopo la performance sottotono del 2016 e 2017?

L’economia globale è stata il fattore trainante

Qualcuno lo attribuisce all’inversione dell’economia globale - la crescita statunitense in particolare - e al modo in cui ha spinto il cacao macinato ultimamente. La macinazione crea importanti prodotti primari derivanti dal cacao, come la polvere usata per dolci come torte e biscotti e il burro di cacao che dà a cioccolato e gelati l’aspetto morbido e cremoso.

La macinazione del cacao in Nord America ha prodotto circa il 2% di prodotti in meno nel primo semestre del 2018 rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, mentre si è registrato un balzo del 6% in Europa e del 10% in Asia. Nel terzo trimestre, però, i dati nordamericani sono schizzati del 2,5%, seguendo a ruota i rimbalzi del 2,7% in Europa e del 3,7% in Asia.

“La domanda è molto forte, con i margini di lavorazione delle fave di cacao molto alti”, afferma Shawn Hackett di Hackett Financial Advisors, un’agenzia di consulenza dei mercati agricoli di Boca Raton, in Florida.

Meteo avverso, timori per il raccolto sotto-investito

In una previsione pubblicata ieri, Hackett afferma che gli investitori sono stati rialzisti sul cacao da quando i minimi di inizio ottobre hanno segnalato un “buy”. Aggiunge:

“Sono avvenute delle modeste vendite … ma non fate errori, gli investitori rimangono in posizione rialzista prevedendo prezzi più alti”.

Fondamentalmente, Hackett riporta il clima avverso nella principale regione di coltivazione del cacao nell’Africa occidentale, oltre ad una crisi di default dei compratori che hanno portato le prospettive a lungo termine sulla coltivazione ad una paralisi qualche anno fa. Afferma Hackett:

“La carenza di credito e i produttori in bancarotta lasciano una popolazione di piante di cacao in invecchiamento vulnerabile alla stagnazione della produzione a lungo termine, contro lo stabile aumento della domanda globale. Riteniamo che il mercato del cacao stia cominciando a preoccuparsi per questa ragione e che abbia rilanciato nonostante il diffuso sentimento ribassista all’interno della comunità degli analisti per via delle attuali aspettative alte sul raccolto”.

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