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Il dollaro USA ha perso il suo smalto?

Pubblicato 19.02.2019, 22:19
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Rassegna giornaliera sul mercato forex, 19 febbraio 2019

Analisi realizzata alla chiusura del mercato statunitense a cura di Kathy Lien, Direttrice di FX Strategy per BK Asset Management

Gli investitori stanno vendendo dollari USA in attesa dei verbali del FOMC di mercoledì. Questa mossa non dovrebbe prendere i nostri lettori di sorpresa visto che abbiamo parlato di come il biglietto verde abbia perso il suo smalto. L’economia sta rallentando e due degli indicatori più importanti per la Fed (vendite al dettaglio e IPC) sono scesi ulteriormente la scorsa settimana. Nonostante i mercati azionari siano stati contenti di aver evitato un altro blocco del governo, l’accordo trovato a Washington non ha sortito grandi effetti sul dollaro. Nessuno si aspetta che i verbali di mercoledì possano sostenere il dollaro poiché quando la banca centrale si è riunita l’ultima volta ha dichiarato esplicitamente che non ci saranno nuovi aumenti dei tassi a breve. Hanno parlato di essere pazienti per settimane, ma lo scorso mese è stato rimosso dalla dichiarazione di politica monetaria il riferimento agli ulteriori aumenti dei tassi. È un bel cambiamento per una banca centrale che ha alzato i tassi solo a dicembre. Sulla dichiarazione del FOMC si legge che, alla luce degli sviluppi economici e finanziari globali e alla pressione inflazionistica contenuta, la banca sarà paziente per capire quali interventi sui tassi di interesse saranno più opportuni. Dalla dichiarazione è stato rimossa anche la valutazione del rischio. Come conseguenza il cambio EUR/USD è salito a 1,15 mentre il cambio USD/JPY è sceso sotto 109. Non possiamo aspettarci che gli stessi livelli vengano testati mercoledì, ma il dollaro dovrebbe scendere perché i verbali della Fed ci ricordano che non ci sono aumenti dei tassi nel prossimo futuro.

Tra le valute. la migliore performance è stata registrata dalla sterlina che è schizzata di oltre un punto percentuale contro il biglietto verde in vista del vertice di mercoledì tra la May e Juncker. La forza della sterlina durante tutta la crisi della Brexit ci ha davvero sorpresi e anche martedì è andata così. Nonostante la Commissione Europea continui a dire che non accetterà di cambiare la scadenza, gli investitori continuano a sperare che venga trovato un accordo o venga concessa un’estensione prima della scadenza del 29 marzo. Juncker si aspetta dei dialoghi amichevoli ma l’UE è stata ferma sulla sua posizione che non prevede variazioni all’accordo ed è difficile che possa cambiare idea. La strategia dell’UE dal primo giorno è stata quella di costringere il governo ad accettare l’accordo attuale o indire un nuovo referendum. I dati britannici sono stati leggermente negativi per la sterlina che inizialmente è andata in selloff ma poi si è ripresa velocemente. Le richieste di sussidio di disoccupazione sono aumentate ma meno del mese precedente e, nonostante la retribuzione settimanale media sia rimasta astabile anziché salire come speravano gli economisti, l’aumento degli stipendi di novembre (escludendo i bonus) è stato rivisto leggermente al rialzo. Fondamentalmente, l’economia del Regno Unito è debole e l’incertezza per la Brexit persiste, ma tecnicamente, il cambio GBP/USD è eccezionalmente forte,specialmente dopo la giornata di martedì, che ha portato il cambio al di sopra delle principali medie mobili. Il sentimento è sicuramente dalla parte dei tori della sterlina, ma se i dialoghi tra May e Juncker termineranno senza concessioni dall’UE, potremmo vedere il cambio GBP/USD andare velocemente sotto la soglia di 1,30.

Gli investitori hanno acquistato euro ma l’impennata è stata modesta se comparata con l’andamento della sterlina. Nonostante la zona euro sia stata colpita dai dati più deboli, tra cui sondaggio ZEW tedesco sceso al minimo dal dicembre 2014 ed il bilancio del conto corrente della zona euro al minimo di 2 anni, la componente relativa alle aspettative dell’indice tedesco ZEW è in salita per il quarto mese consecutivo. Trattandosi di indicatori del sentimento degli investitori, questi aumenti suggeriscono che potrebbe esserci una luce alla fine del tunnel. Il calo del rendimento dei titoli USA a 10 anni sta finalmente superando il calo del rendimento dei Bund tedeschi ma i due motivi per cui l’euro sta salendo sono il dollaro più debole ed una maggiore propensione al rischio. I titoli USA hanno toccato il massimo di quest’anno martedì, facendo salire tutte le valute “high-beta”. Il Dipartimento per il commercio USA ha terminato il report riservato sul settore auto durante il weekend, e il fatto che non ci siano notizie è una buona notizia per adesso, visto che il Presidente Trump non ha fatto commenti riguardo ai dazi sulle auto.

In ultimo, ma non per minore importanza, sta diventando sempre più probabile che il Presidente Trump possa posporre la scadenza del 1° marzo. Dopo che il vice premier è tornato a Washington, Trump continua a dire che i dialoghi stanno andando bene. Ha aggiunto che il 1° marzo “non è una data magica, possono succedere ancora molte cose”. Il Presidente Trump è chiaramente propenso a prolungare la scadenza ed ha anche affermato che i dazi potrebbero essere cancellati in presenza di un accordo. Noi continueremo ad essere scettici fino a che l’accordo non verrà firmato, timbrato e depositato, tuttavia, questi sono passi che vanno nella giusta direzione. Il dollaro australiano e quello neozelandese sono saliti grazie a questa ondata di ottimismo per le trattative commerciali e all’aumento dei prodotti caseari. Purtroppo, per i prezzi alla produzione attesi per martedì pomeriggio c’è il rischio di un ribasso, visto il report sull’IPC più debole del previsto.

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