Il primo giorno di scuola del 2025 per i mercati globali si apre con una lista di notizie che rischieranno di essere i veri nodi al pettine per gli investitori di questo nuovo anno: incertezze cinesi, debolezza economica europea, preoccupazioni energetiche, mercato del lavoro americano e rafforzamento del dollaro.
In primo piano, la Cina, in attesa della tanto temuta guerra commerciale (con dazi paventati da Donald Trump fino al 60%) ha aperto un capitolo nuovo, ma non privo di contraddizioni. Il PMI manifatturiero Caixin, ad esempio, è sceso a 50,5 a dicembre 2024, sotto le aspettative del mercato che prevedevano un 51,7, indicando una crescita dell'attività manifatturiera ma a ritmo rallentato. Questo dato, sebbene sopra la soglia di espansione (50), suggerisce un'economia che cerca di guadagnare slancio ma incontra resistenze. La narrazione cinese si intreccia poi con la crescita globale delle auto elettriche, un settore in cui il paese continua a dominare e che ieri ha assistito a nuove conferme, fino alle strategie aggressive di Apple (NASDAQ:AAPL) nel mercato di Pechino, con sconti sui suoi ultimi modelli che mirano a mantenere la propria quota di mercato dalla crescente concorrenza dei rivali locali (da Huawei a Xiaomi (HK:1810) per passare da Vivo).
Le incertezze provenienti dalla Cina hanno continuato a riversarsi sull'Europa, con il PMI manifatturiero dell'Eurozona che a dicembre si è attestato a 45,1, segnalando una contrazione e confermando le difficoltà economiche del Vecchio Continente, soprattutto per le sue due principali economie: Germania e Francia. Questo dato rappresenta il calo più marcato dell'attività manifatturiera degli ultimi tre mesi, estendendo una serie di contrazioni che ormai dura da due anni. A pesare è stata soprattutto la continua riduzione dei nuovi ordini, che ha spinto le fabbriche a tagliare la produzione a un ritmo superiore rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente.
I listini europei, inizialmente sottotono nella loro prima sessione del nuovo anno, a causa soprattutto dei dati PMI manifatturieri cinesi e locali, sono riusciti a ribaltare il segno negativo di apertura, chiudendo in territorio positivo. Un epilogo che non si è replicato a Wall Street: per la seconda sessione consecutiva, il mercato statunitense ha perso slancio nella sua seconda parte, chiudendo in rosso nonostante un avvio incoraggiante.
Martedì, sebbene iniziato positivamente e conclusosi in calo, aveva comunque offerto un motivo di celebrazione: lo S&P 500 aveva registrato per il 2024 un rendimento annuo consecutivo superiore al 20%, un traguardo che mancava dal 1998. Ma la chiusura di ieri aggiunge nuove ombre: cinque sessioni negative di fila, una serie che non si verificava da aprile 2024, e la possibilità di un mancato "Rally di Santa Claus ". Attualmente questo rally per lo S&P 500 segna un -1,77% e un -2,45% per il Nasdaq 100. Tuttavia, il 2024 ci ha insegnato a non sottovalutare il potenziale di rimbalzo del mercato. Anche allora, l’anno si era aperto con tre sedute negative consecutive per lo S&P 500 e un rally di Santa Claus in negativo. Eppure, sappiamo come è andata a finire: un anno da record.
La giornata di ieri ha evidenziato un netto contrasto tra Europa e Stati Uniti. Le "Granolas" europee hanno chiuso in rialzo, guidate dal +2,34% di Novo Nordisk, dal +1,66% di ASML (AS:ASML) e dal +1,55% di AstraZeneca. Solo pochi titoli, come le francesi LVMH e L’Oréal e la svizzera Novartis (SIX:NOVN), hanno registrato cali. Negli Stati Uniti, invece, le "Magnifiche 7" hanno chiuso in territorio negativo. Nemmeno il +2,99% di Nvidia e il +2,34% di Meta sono riusciti a compensare le perdite di Microsoft (NASDAQ:MSFT) (-0,69%), Apple (-2,62%) e, soprattutto, Tesla (NASDAQ:TSLA), che ha lasciato sul terreno un pesante -6,08%. Il contributo positivo di Nvidia allo S&P 500, misurato dall’ETF SPY, è stato pari a 20 punti base, ma Apple ha azzerato il beneficio con un impatto negativo equivalente.
Tesla è stata protagonista di una giornata turbolenta, colpita da due eventi chiave. Da un lato, il mercato ha reagito al recente atto terroristico che ha coinvolto il Cybertruck davanti al Trump Hotel di Las Vegas il 1° gennaio. Dall’altro, l’attenzione si è concentrata sui dati operativi diffusi dalla società. Nel quarto trimestre, Tesla ha prodotto circa 459.000 veicoli, ne ha consegnati oltre 495.000 e ha distribuito 11,0 GWh di prodotti per l’accumulo di energia.
Tuttavia, per la prima volta, il produttore ha segnalato un calo anno su anno delle vendite di auto, un dato che ha pesato sulle azioni. Il titolo Tesla ha vissuto una fase di forte rialzo dopo le elezioni presidenziali, con un incremento di circa il 97% tra il 5 novembre e il 17 dicembre, sostenuto dal supporto pubblico di Elon Musk al presidente entrante. Tuttavia, l’entusiasmo iniziale sembra essersi dissolto. Dal 17 dicembre, le azioni Tesla hanno intrapreso un trend discendente, segnando ieri un ulteriore -6,1% e portando il calo complessivo dai massimi a un drawdown del -20,96%.
Le vendite annuali di veicoli di Tesla. sono diminuite per la prima volta in più di un decennio, nonostante un'accelerazione di fine anno che ha portato le consegne a un record nel quarto trimestre. Nel frattempo, i concorrenti cinesi hanno continuato a guadagnare terreno. BYD, leader del mercato, ha chiuso il 2024 con 4,25 milioni di veicoli venduti, tra elettrici puri (BEV) e ibridi plug-in, consolidando la sua posizione di principale produttore mondiale. Solo nel quarto trimestre, BYD ha consegnato 595 veicoli BEV, superando Tesla (495 mila) per il secondo trimestre, con l’ultima vittoria che risaliva proprio al quarto trimestre del 2023. Xpeng (NYSE:XPEV), dal canto suo, ha segnato un aumento del 34% su base annua con 190.068 veicoli consegnati nel 2024. Dicembre ha rappresentato un mese record con 36.695 unità vendute, un incremento dell’82% rispetto all’anno precedente. NIO, con 221.970 veicoli consegnati (+38,7% su base annua), ha stabilito nuovi record mensili e trimestrali, grazie anche al successo del brand ONVO, che ha contribuito con 10.528 consegne a dicembre. Li Auto (NASDAQ:LI) ha raggiunto un altro traguardo con 500.508 consegne nel 2024 (+16,2% su base annua), consolidando la sua leadership nel segmento premium del mercato cinese.
Mentre Tesla continua a dominare la scena globale, la crescita aggressiva dei produttori cinesi ridefinisce il panorama competitivo delle auto elettriche. BYD non solo si avvicina al primato mondiale, ma dimostra una resilienza che si riflette in una crescita del 12% annuo per i suoi BEV. Anche Xpeng, NIO e Li Auto si distinguono per tassi di crescita rispettivamente del 34%, 39% e 33%, dimostrando che l’innovazione e il focus sul cliente possono sfidare i giganti del settore.
Con una competizione sempre più serrata e un mercato che evolve rapidamente, il 2025 promette di essere un anno cruciale per il settore delle auto elettriche. Intanto non mancano le preoccupazioni anche per le case cinesi. L'impatto dei dazi europei comincerà a manifestarsi chiaramente nel 2025, coincidendo con segni di rallentamento nella domanda di veicoli elettrici in regioni come il Sud-Est asiatico. In Brasile, si assiste a un accumulo di migliaia di veicoli elettrici cinesi nei porti, mentre alla Vigilia di Natale, BYD è stata costretta a recidere i rapporti con un'impresa di costruzioni a causa di un intervento delle autorità. Questi hanno fermato la costruzione di un nuovo stabilimento per veicoli elettrici, dove i lavoratori erano impiegati e vivevano in condizioni paragonabili alla "schiavitù". Sebbene BYD conosca un certo successo in alcuni dei suoi principali mercati internazionali come Brasile, Thailandia, Israele, Australia e Indonesia, le prospettive sono incerte e le vendite complessive restano ridotte rispetto ai concorrenti della benzina.
Gabriel Debach
eToro Italian Market Analyst
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