“In tempi di crisi, non sopravvive il più forte, ma chi meglio sa adattarsi.” Charles Darwin
Il rischio è sempre più geopolitico. Le borse europee hanno chiuso la seduta di martedì in rialzo, pur rimanendo sotto i massimi intraday, in una giornata dominata da sviluppi geopolitici e da una narrativa macroeconomica stabile. Questo trend positivo segue una chiusura solida di lunedì, ma il sentiment degli investitori rimane cautelativo. In Europa, i rischi politici sono al centro dell’attenzione: in Francia, il governo affronta un voto di sfiducia che potrebbe portare a un collasso politico, mentre in Germania il Cancelliere Scholz si prepara a un proprio voto di sfiducia previsto nelle prossime due settimane. Anche fuori dall’Europa, le tensioni sono evidenti. In Corea del Sud, il presidente Yoon Suk Yeol ha dichiarato, e poi ritirato, la legge marziale, una misura senza precedenti negli ultimi 50 anni, con l’intento di contrastare le forze pro-Nord Corea. La decisione ha incontrato una rapida opposizione parlamentare, che ha approvato una mozione per revocare la misura. Nel frattempo, dall’Ucraina arrivano dichiarazioni controverse del presidente Zelensky, che ha ipotizzato una cessione territoriale alla Russia in cambio di garanzie NATO, ma queste affermazioni sembrano aver avuto scarso impatto sul sentiment globale. Negli Stati Uniti, il Nasdaq ha segnato un nuovo record e l’S&P 500 ha registrato un leggero guadagno, mantenendo il suo massimo storico in un contesto dominato da stagionalità favorevole e solide aspettative sugli utili.
USA sugli scudi ma…
I mercati azionari statunitensi restano supportati da una serie di fattori positivi, tra cui la resilienza dei consumatori, le aspettative di crescita del PIL del quarto trimestre oltre il 3% e la narrazione macroeconomica disinflazionistica. Nonostante le valutazioni azionarie elevate: il PE dell’S&P 500 a 12 mesi supera le 25 volte, ovvero 19 volte al netto dei Mag7, rispetto alle 14 volte dello Stoxx 600, rappresentino una fonte di preoccupazione, il rally continua, sostenuto da acquisti azionari da parte delle imprese e dall’aumento delle probabilità di un taglio dei tassi da parte della Fed nella riunione di dicembre. I recenti commenti accomodanti del Governatore Christopher Waller hanno portato il mercato a prezzare una probabilità del 70% per una riduzione di 25 punti base, rafforzando la fiducia degli investitori. Parallelamente, le previsioni sugli utili aziendali del quarto trimestre rimangono solide, con una crescita stimata intorno al 12% su base annua, trainata da settori chiave come tecnologia, semiconduttori, farmaceutico e retail. Tuttavia, l’attenzione degli investitori resta focalizzata sui prossimi dati macroeconomici, in particolare sul rapporto sull’occupazione (NFP) previsto per venerdì, che potrebbe influenzare ulteriormente la traiettoria della politica monetaria statunitense.
Nvidia miete vittime
Nel settore tecnologico, la notizia della forzata uscita di scena del CEO di Intel (NASDAQ:INTC), Pat Gelsinger, ha scosso il mercato. Gelsinger, sotto pressione per il mancato raggiungimento degli obiettivi di recupero delle quote di mercato perse a favore di Nvidia e altri competitor, ha deciso di dimettersi dopo un incontro con il consiglio di amministrazione. Questo evento sottolinea le sfide che Intel sta affrontando nel tentativo di rilanciare la propria posizione nel mercato dei semiconduttori. Nonostante queste difficoltà, il settore tecnologico nel suo complesso ha continuato a registrare guadagni significativi, con Tesla (NASDAQ:TSLA) e Apple (NASDAQ:AAPL) che hanno guidato il rally azionario. Sul fronte obbligazionario, le aste del Tesoro statunitense sono state ben accolte, nonostante le preoccupazioni per il crescente debito federale. Infine, sul piano geopolitico, il cessate il fuoco tra Israele ed Hezbollah continua a reggere, alimentando speranze per una stabilizzazione regionale con impatti positivi sui prezzi dell’energia (petrolio sempre sotto $70) e i noli marittimi (Baltic Dry sotto 1.300 punti, minimo da 1 anno). Tuttavia, l’incertezza politica in Europa, unita alle tensioni commerciali e tariffarie legate all’agenda Trump 2.0, rappresenta un elemento di rischio che gli investitori continueranno a monitorare attentamente.
Il rischio è sempre più geopolitico. Le borse europee hanno chiuso la seduta di martedì in rialzo, pur rimanendo sotto i massimi intraday, in una giornata dominata da sviluppi geopolitici e da una narrativa macroeconomica stabile. Questo trend positivo segue una chiusura solida di lunedì, ma il sentiment degli investitori rimane cautelativo. In Europa, i rischi politici sono al centro dell’attenzione: in Francia, il governo affronta un voto di sfiducia che potrebbe portare a un collasso politico, mentre in Germania il Cancelliere Scholz si prepara a un proprio voto di sfiducia previsto nelle prossime due settimane. Anche fuori dall’Europa, le tensioni sono evidenti. In Corea del Sud, il presidente Yoon Suk Yeol ha dichiarato, e poi ritirato, la legge marziale, una misura senza precedenti negli ultimi 50 anni, con l’intento di contrastare le forze pro-Nord Corea. La decisione ha incontrato una rapida opposizione parlamentare, che ha approvato una mozione per revocare la misura. Nel frattempo, dall’Ucraina arrivano dichiarazioni controverse del presidente Zelensky, che ha ipotizzato una cessione territoriale alla Russia in cambio di garanzie NATO, ma queste affermazioni sembrano aver avuto scarso impatto sul sentiment globale. Negli Stati Uniti, il Nasdaq ha segnato un nuovo record e l’S&P 500 ha registrato un leggero guadagno, mantenendo il suo massimo storico in un contesto dominato da stagionalità favorevole e solide aspettative sugli utili.
USA sugli scudi ma…
I mercati azionari statunitensi restano supportati da una serie di fattori positivi, tra cui la resilienza dei consumatori, le aspettative di crescita del PIL del quarto trimestre oltre il 3% e la narrazione macroeconomica disinflazionistica. Nonostante le valutazioni azionarie elevate: il PE dell’S&P 500 a 12 mesi supera le 25 volte, ovvero 19 volte al netto dei Mag7, rispetto alle 14 volte dello Stoxx 600, rappresentino una fonte di preoccupazione, il rally continua, sostenuto da acquisti azionari da parte delle imprese e dall’aumento delle probabilità di un taglio dei tassi da parte della Fed nella riunione di dicembre. I recenti commenti accomodanti del Governatore Christopher Waller hanno portato il mercato a prezzare una probabilità del 70% per una riduzione di 25 punti base, rafforzando la fiducia degli investitori. Parallelamente, le previsioni sugli utili aziendali del quarto trimestre rimangono solide, con una crescita stimata intorno al 12% su base annua, trainata da settori chiave come tecnologia, semiconduttori, farmaceutico e retail. Tuttavia, l’attenzione degli investitori resta focalizzata sui prossimi dati macroeconomici, in particolare sul rapporto sull’occupazione (NFP) previsto per venerdì, che potrebbe influenzare ulteriormente la traiettoria della politica monetaria statunitense.
Nvidia miete vittime
Nel settore tecnologico, la notizia della forzata uscita di scena del CEO di Intel (NASDAQ:INTC), Pat Gelsinger, ha scosso il mercato. Gelsinger, sotto pressione per il mancato raggiungimento degli obiettivi di recupero delle quote di mercato perse a favore di Nvidia e altri competitor, ha deciso di dimettersi dopo un incontro con il consiglio di amministrazione. Questo evento sottolinea le sfide che Intel sta affrontando nel tentativo di rilanciare la propria posizione nel mercato dei semiconduttori. Nonostante queste difficoltà, il settore tecnologico nel suo complesso ha continuato a registrare guadagni significativi, con Tesla (NASDAQ:TSLA) e Apple (NASDAQ:AAPL) che hanno guidato il rally azionario. Sul fronte obbligazionario, le aste del Tesoro statunitense sono state ben accolte, nonostante le preoccupazioni per il crescente debito federale. Infine, sul piano geopolitico, il cessate il fuoco tra Israele ed Hezbollah continua a reggere, alimentando speranze per una stabilizzazione regionale con impatti positivi sui prezzi dell’energia (petrolio sempre sotto $70) e i noli marittimi (Baltic Dry sotto 1.300 punti, minimo da 1 anno). Tuttavia, l’incertezza politica in Europa, unita alle tensioni commerciali e tariffarie legate all’agenda Trump 2.0, rappresenta un elemento di rischio che gli investitori continueranno a monitorare attentamente.