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Il settore della distribuzione è tornato; approfittatene con questi 3 titoli

Pubblicato 24.05.2018, 15:51
Aggiornato 02.09.2020, 08:05

Le recenti voci sulla morte del settore della distribuzione sono state molto gonfiate.

Il principale ETF del settore - SPDR S&P Retail (NYSE:XRT) - la scorsa settimana è riuscito a raggiungere il massimo livello in quasi quattro mesi.

In effetti, il settore ha visto una completa ripresa ultimamente, anche se gli analisti hanno più volte messo in guardia dalla scomparsa dei negozi fisici, una conseguenza del cosiddetto ‘Effetto Amazon’ dal momento che i consumatori passano sempre più tempo a comprare online.

XRT 300 Minute Chart

L’ETF SPDR S&P Retail, schizzato di quasi il 5% dall’inizio di aprile, offre il modo più popolare per approfittare del settore della distribuzione in generale in quanto replica un indice ampio in maniera equa di 84 titoli del settore.

Qual è il motivo della recente spinta al rialzo?

Un mercato dell’occupazione forte, l’aumento della fiducia dei consumatori e l’incremento dei compensi sulla scia degli sgravi fiscali USA stanno supportando la capacità e la volontà dei consumatori americani di spendere.

“Le famiglie sono di buon umore e stanno spendendo nella nuova stagione”, scrive in una recente nota James Knightley, capo economista internazionale di ING Bank. “L’occupazione sta salendo, gli stipendi stanno aumentando e i tagli alle tasse fanno sì che ci sia più denaro nelle tasche delle persone”.

I dati del Dipartimento per il Commercio USA del 15 maggio mostrano che le vendite al dettaglio USA sono salite dello 0,3% ad aprile, dal momento che le buste paga più alte al netto delle tasse hanno controbilanciato l’aumento dei costi del carburante, indicando che la domanda dei consumatori comincerà questo trimestre col piede giusto.

Nove delle 13 principali categorie di distribuzione hanno mostrato degli incrementi il mese scorso, grazie al rimbalzo più alto delle vendite nei negozi di abbigliamento dal marzo dello scorso anno. Degli aumenti sono stati registrati anche dai negozi di arredamento, da quelli di materiali edili e dai grandi magazzini.

I risultati alimentano le aspettative che la spesa dei consumatori, che rappresenta la percentuale maggiore dell’economia, veda una ripresa rispetto al primo trimestre debole.

Un altro fattore che ha aiutato i titoli della distribuzione ultimamente è stata la riduzione dei timori di una imminente guerra commerciale tra Stati Uniti e Cina.

Da quando è emersa la possibilità di una guerra commerciale, i titoli del settore sono andati sotto pressione nella preoccupazione che i beni prodotti in Cina possano diventare insostenibilmente costosi. Se le autorità cinesi dovessero rendere troppo costoso produrre beni nel paese, i venditori USA potrebbero far pagare la differenza ai consumatori.

Ma nel fine settimana il Segretario al Tesoro Steven Mnuchin ha affermato che la guerra commerciale USA-Cina è stata “sospesa”. Gli investitori hanno considerato questi commenti un segnale della possibilità che le tensioni tra le due principali potenze economiche mondiali raggiungano una soluzione positiva per i mercati.

Infine, il cambio demografico favorevole sta incoraggiando il settore supportando la spesa dei consumatori. La generazione X e i Millennials, che rappresentavano circa il 70% della popolazione lavorativa degli Stati Uniti nel 2015, stanno ora entrando nell’età dei guadagni massimi.

3 titoli che vedranno un’ottima performance

Molti distributori stanno al momento attirando un forte interesse di acquisto, con gli speculatori che scommettono su un’impennata della spesa dei consumatori USA, grazie agli sgravi fiscali e alla riduzione delle tensioni commerciali. Questa ondata di acquisti dovrebbe proseguire nel terzo trimestre, preparando la strada ad un’impennata di metà anno che potrebbe portare molti titoli del settore a massimi pluriennali.

Di seguito analizzeremo tre titoli azionari destinati ad un’ottima performance nei prossimi mesi. La nostra lista comprende un importante grande magazzino, un produttore di prodotti per lo yoga e una catena di abbigliamento per ragazzi.

1. Macy’s

Dopo due anni di mercato ribassista, che ha spinto molti al completo selloff del settore, parecchi grandi magazzini hanno finalmente raggiunto il fondo nel quarto trimestre del 2017, con Macy’s (NYSE:M) in testa alla risalita. Il titolo è schizzato del 32% sull’anno in corso rispetto al ritorno del 2% dell’indice S&P 500.

Macy's chart

Il titolo ha registrato un’impennata di oltre il 10% il 16 maggio, la giornata migliore dal 17 dicembre 2008, dopo che Macy’s ha riportato vendite trimestrali e su base comparabile migliori del previsto, risultato della forte spesa del turismo internazionale, del nuovo programma fedeltà e del maggiore assortimento di prodotti offerto nei negozi.

La compagnia ha dichiarato che tutte e tre le divisioni (Macy’s, Bloomingdale’s e Bluemercury) hanno superato le aspettative nel primo trimestre dell’anno fiscale 2018. “Il trimestre è stato buono in tutti i mesi e addirittura tutte le settimane”, ha spiegato agli analisti la Direttrice Finanziaria Karen Hoguet. “L’umore è ottimo”.

Questo ha spinto la catena ad alzare le previsioni sugli utili per l’intero anno fiscale. L’Amministratore Delegato Jeff Gennette ha dichiarato nei commenti post-utili che la compagnia ha visto una crescita a doppia cifra nella divisione online, che dovrebbe far ben sperare per il secondo semestre dell’anno.

Macy’s ha di recente annunciato l’acquisizione di Story, un concept shop di New York, e inviterà la fondatrice di Story Rachel Shechtman come “direttrice di esperienza del marchio” a guidare la strategia creativa della compagnia. La compagnia sta anche per lanciare il pagamento mobile in tutti i suoi negozi entro fine anno e sta aggiungendo un’esperienza di shopping in realtà virtuale in alcuni punti vendita.

L’agenzia di Wall Street Susquehanna ha alzato il suo rating a “positive” da “neutral” per il titolo di Macy’s all’inizio della settimana, prevedendo che la compagnia registrerà utili superiori alle aspettative in questo anno fiscale.

“Pensiamo ora che Macy’s abbia un potenziale rialzista di utili conservativi dal momento che la forza fondamentale delle attuali iniziative sta procedendo, il che dovrebbe tradursi in una serie di report trimestrali sugli utili migliori del previsto per tutto l’anno fiscale 2018”, ha scritto in una nota ai clienti l’analista Bill Dreher lunedì.

Dreher ha alzato il prezzo obiettivo delle azioni di Macy’s da 25 a 43 dollari, con un’impennata del 24% rispetto alla chiusura di lunedì.

I negozi tradizionali possono anche essere sotto pressione per via dei venditori online come Amazon (NASDAQ:AMZN), ma i risultati di Macy’s dimostrano che c’è ancora speranza per i commercianti tradizionali man mano che il settore si evolve e si trasforma.

2. Lululemon

Il marchio di abbigliamento sportivo canadese Lululemon Athletica (NASDAQ:LULU) ultimamente si è dimostrato un leader del mercato, salendo anche nei giorni in cui il mercato era in discesa. Il titolo, scambiato vicino ai massimi storici, è schizzato di ben il 34% da quando la compagnia ha riportato una straordinaria crescita degli utili il 27 marzo.

Lululemon chart

Il produttore del necessario per lo yoga ha pubblicato utili del quarto trimestre sorprendentemente solidi ed ha previsto un’ulteriore crescita nel primo trimestre, grazie alle forti vendite tramite la piattaforma e-commerce rinnovata e all’impennata delle visite nei punti vendita permanenti e temporanei. Il prossimo report sugli utili è atteso il 31 maggio dopo la chiusura dei mercati.

Gli analisti si aspettano utili per azione di 46 centesimi e profitti di 616,3 milioni di dollari. Gli utili per azione dello stesso trimestre dello scorso anno erano di 32 centesimi e i profitti ammontavano a 520,3 milioni di dollari.

Lululemon, che ha reso famoso il concetto di “abbigliamento athleisure” facendo diventare di moda costosi capi di abbigliamento femminile da yoga, è ancora alla ricerca di un amministratore delegato dopo le improvvise dimissioni di Laurent Potdevin a febbraio per accuse di cattiva condotta che non sono state rivelate.

Il Presidente Glenn Murphy, diventato presidente esecutivo dopo le dimissioni di Potdevin, ha di recente affermato che la compagnia ha incontrato “numerosi ottimi candidati” ma che non ha ancora preso una decisione.

Gli investitori non sembrano però preoccupati per il momento, con il titolo che continua a superare la performance dei rivali dell’abbigliamento sportivo, come Nike (NYSE:NKE) ed Under Armour (NYSE:UA).

Guardando al futuro, LULU, che è sempre stato un marchio incentrato più sulle donne, finora ha avuto successo nel tentare di attirare più clienti uomini.

La compagnia ha ora un obiettivo di vendite di un miliardo di dollari per la divisione di abbigliamento maschile (e di 4 miliardi di dollari in totale) entro il 2020, un fattore che dovrebbe spingere la crescita in futuro.

3. Abercrombie & Fitch

La catena di abbigliamento per ragazzi Abercrombie & Fitch (NYSE:ANF) ha operato una straordinaria inversione di rotta ultimamente, dopo che il marchio ha perso i favori dei consumatori di massa e l’e-commerce e la fast-fashion si sono impadroniti del settore.

Il titolo, crollato sotto i 10 dollari nel 2017, ha visto una solida ripresa, rimbalzando a quasi 30 dollari ad azione un paio di mesi fa ed attestandosi a 25,45 dollari alla chiusura di ieri.

Il titolo di ANF ha segnato un’impennata di oltre il 21% dopo aver pubblicato utili e vendite del quarto trimestre che hanno superato le aspettative il 7 marzo. Finora quest’anno, il titolo è schizzato di circa il 45%.

ANF chart

La compagnia ha riportato utili netti di 74,2 milioni di dollari, o di 1,05 dollari ad azione, dai 48,8 milioni, o 71 centesimi ad azione, dello stesso periodo dello scorso anno. Le vendite sono passate a 1,19 miliardi di dollari dagli 1,04 miliardi dell’anno scorso.

E soprattutto, le vendite su base comparabile hanno visto un’impennata del 9% con il marchio lifestyle Hollister, di sua proprietà, schizzato dell’11% e il suo marchio omonimo su del 5% su base trimestrale, il primo aumento trimestrale delle vendite su base comparabile della catena in 23 trimestri a partire dal 2011.

L’inversione di rotta può essere attribuita a Fran Horowitz, la dirigente cinquantatreenne nominata Amministratore Delegato nel febbraio 2017 dopo un periodo di successo alla Hollister.

Horowitz sta procedendo con una strategia di marketing che sembra essere il contrario di quella adottata da Mike Jeffries, che l’ha preceduta come Amministratore Delegato ed è stato il responsabile dell’immagine sessualizzata della compagnia. Con Horowitz al comando, A&F ha lanciato una linea neutra per i negozi di bambini.

I negozi sono stati aggiornati ed è stata integrata la tecnologia. Il profumo soffocante, che veniva spruzzato nei negozi, è stato inoltre cambiato con una fragranza più fresca e leggera.

La percezione dei clienti di Abercrombie “è passata da negativa a positiva per la prima volta da molti anni”, ha spiegato Horowitz dopo il report del 7 marzo, uno sviluppo rialzista che fa ben sperare per i prossimi trimestri. Il prossimo report sugli utili è atteso il 1° giugno.

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