Il grande appuntamento sul calendario economico nelle prossime 24 ore è la decisione sul tasso d’interesse, la prima dell’anno, della Bank of Japan.
La BoJ si è distinta come una delle banche centrali più passive l'anno scorso, con lo Yen giapponese che è stata una delle poche valute a rimanere in sostanziale equilibrio nei confronti del dollaro USA negli ultimi nove mesi del 2017, con una price action rimasta sostanzialmente all’interno di un range, nonostante la debolezza di USD.
Poco dopo l’inizio del 2018, hanno cominciato a crescere le preoccupazioni che la BoJ potesse imbarcarsi in un 'tapering invisibile' (stealth taper).
Dato il programma di acquisto di obbligazioni della banca ancora in vigore, il fatto che all'inizio dell'anno avesse acquistato meno obbligazioni a lungo termine ha suscitato l’opinione che potesse essere iniziato un percorso di rientro del QE ancor prima di un annuncio formale in merito: come conseguenza si sono registrate tre sedute di rialzi aggressivi su USD/JPY.
La tesi di una imminente stretta monetaria è in qualche modo supportata dalla tendenza incoraggiante che è stata osservata sull'inflazione core in Giappone.
Dopo essere arrivata a -2% lo scorso dicembre, l'inflazione core ha continuato a salire ad un ritmo costante per tutto il 2017, arrivando a 0,9% a novembre.
Siamo ancora molto al di sotto dell'obiettivo di inflazione del 2% della banca, ma la tendenza è comunque incoraggiante.