L'inflazione dell'eurozona ha registrato una accelerazione al 2,1 per cento a settembre, secondo la stima preliminare diffusa da Eurostat, dal 2 per cento di agosto.
Il rafforzamento riflette una riaccelerazione della voce energia, al più 9,5 per cento a settembre dal 9,2 per cento di agosto.
In Italia, la borsa di Milano vede accentuarsi ulteriormente i ribassi, con l'indice FTSE MIBche segna un meno 3,04 per cento a metà seduta.
Nel frattempo lo spread tra Btp e Bund sulla scadenza decennale si è allargato a 272 punti base.
Banche pesanti a Piazza Affari dopo che ieri sera il governo ha raggiunto un accordo che fissa il livello di deficit/Pil per i prossimi tre anni al 2,4%.
Le preoccupazioni per la decisione del governo si è riflessa immediatamente sui titoli di stato, con lo spread tra rendimenti dei titoli decennali italiani e tedeschi salito fino a 268 punti. Intorno alle 10,30 l'indice dei bancari italiani cede il 5,2%.
Tra i singoli titoli banco Bpm (MI:PMII) che cede il 6,95%, Bper (MI:EMII) il 6,5%, Unicredit (MI:CRDI) il 5,55%, così come Intesa (MI:ISP) SP, Ubi Banca (MI:UBI) perde il 5,2%.
L'aumento della percezione del rischio Italia si riflette sul Cds a 5 anni che sale a 220.
In pratica l'investitore che intende coprirsi dal rischio default dell'Italia deve pagare una polizza pari al 2,20% del valore dei titoli posseduti.
Per i titoli tedeschi è appena lo 0,09%, per quelli francesi è lo 0,24% e per quelli spagnoli lo 0,64%. In sostanza per gli investitori il rischio default dell'Italia è 10 volte superiore alla Francia e quasi quattro volte alla Spagna.
Oggi il dollaro USA si è rafforzato significativamente rispetto al paniere delle principali valute, l'indice del dollaro statunitense (#DX) ha aggiornato il massimo settimanale chiudendosi nella zona positiva (+ 0,80%).
Questa analisi non intende essere un invito o un suggerimento ad operare, ma solo una personale e momentanea visione, dell'autore, relativa allo strumento finanziario in analisi
FIBO Group