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La crisi ucraina spinge il petrolio verso i 100 dollari e l’oro a 1.900 dollari

Pubblicato 14.02.2022, 13:49
Aggiornato 02.09.2020, 08:05

Hanno aspettato sette anni, ma i tori del greggio ora potrebbero non dover aspettare neanche sette giorni per vedere un prezzo di 100 dollari.

Con la crisi ucraina che fa da sfondo ad un nuovo inizio di settimana, i prezzi del greggio sono a meno di 5 dollari dall’obiettivo a tre cifre, per la prima volta dal luglio 2014.

Anche l’oro mostra segni di breakout, con il conflitto russo-ucraino come fattore geopolitico che lo spingerà dai livelli di 1.850 dollari al tanto atteso traguardo dei 1.900 dollari.

Grafico giornaliero oro

La scorsa settimana, il riferimento globale, il Brent è salito per l’ottava settimana di fila, mentre i lingotti hanno registrato il terzo rialzo settimanale consecutivo. Questa settimana, i tori di entrambe le materie prime saranno di nuovo vincitori, con gli USA che hanno avvertito che la Russia potrebbe invadere l’Ucraina in qualsiasi momento e persino creare un pretesto a sorpresa per un attacco.

“Se dovessero esserci movimenti delle truppe, il Brent non avrà problemi a schizzare sopra i 100 dollari. I prezzi del petrolio resteranno estremamente volatili e sensibili agli aggiornamenti circa la situazione in Ucraina”, scrive in una nota l’analista di OANDA Edward Moya.

Greggio overbought ma questo non fermerà il rally

Dopo quasi due mesi consecutivi di rialzi, sia il Brent che il West Texas Intermediate sono overbought, spiega Sunil Kumar Dixit, a capo delle strategie tecniche di skcharting.com.

“Nel caso del WTI, il rialzo di questa settimana dai minimi di 88,40 dollari ai massimi di 94,65 dollari lo lascia con una lettura stocastica settimanale di 94/94 ed un indice RSI settimanale di 71”, evidenzia Dixit.

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Dixit aggiunge che un consolidamento sopra 90 e 92 dollari potrebbe rafforzare il WTI a posizionarsi per i 98 dollari ed alla fine superare l’attesissima soglia dei 100 dollari, con obiettivi di 101 e 107 dollari.

L’oro potrebbe arrivare a 1.916 dollari se il breakout dovesse continuare

Nel caso dell’oro, dice, con il rialzo dal supporto di 1.808 dollari e l’infrazione di 1.865 dollari, sono stati infranti numerosi livelli di resistenza.

“I prezzi potrebbero vedere una continua carica a 1.900-1.916 dollari se l’oro riuscirà a restare sopra la zona di supporto di 1.843-1.825 dollari nell’eventualità di una correzione”, afferma Dixit.

Ma c’è anche la possibilità che un rally di rischio sia limitato dalle dure parole che sicuramente arriveranno da una serie di banchieri della Federal Reserve, che terranno dei discorsi questa settimana circa un’imminente azione della banca centrale per combattere l’inflazione.

Giovedì rilasceranno dichiarazioni Bullard della Fed di St. Louis e Loretta Mester, mentre venerdì sarà il turno del governatore della Fed Lael Brainard, del Presidente della Fed di New York John Williams, del governatore della Fed Christopher Waller e del Presidente della Fed di Chicago Charles Evans.

Giovedì scorso, Bullard ha dichiarato che, alla luce dell’ultima lettura sull’indice IPC ora vorrebbe un aumento di un intero punto percentuale nei prossimi tre vertici della Fed. È questo tipo di commento super-interventista della Fed che la maggior parte degli investitori del petrolio rialzisti teme. Dopo i commenti di Bullard la scorsa settimana circa il potenziale bisogno di un aumento da 100 punti base entro luglio, i prezzi del greggio sono crollati del 2% sulla giornata.

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I verbali del vertice di gennaio della banca centrale saranno pubblicati mercoledì.

La settimana dei discorsi dei membri della Fed e dei verbali del vertice

Con i mercati che mettono già in conto la forte possibilità che la Fed alzi i tassi di mezzo punto percentuale nella riunione di marzo, i verbali di mercoledì del vertice di gennaio saranno letti attentamente alla ricerca di indizi sulla portata della mossa al vaglio dei funzionari.

Venerdì, Goldman Sachs ha dichiarato che ora si aspetta sette aumenti da un quarto di punto percentuale quest’anno, contro i cinque precedenti, aggiornando le sue stime dopo i dati sull’indice IPC USA di giovedì.

I mercati avranno un altro aggiornamento sull’inflazione domani, con la pubblicazione del dato sull’indice sui prezzi alla produzione, che dovrebbe restare elevato.

L’impennata dell’inflazione ha fatto peggiorare il sentimento dei consumatori, quindi anche i dati di mercoledì sulle vendite al dettaglio saranno al centro della scena questa settimana. Le vendite al dettaglio dovrebbero essere salite dell’1,8% il mese scorso, grazie alle maggiori vendite di auto.

Il calendario economico prevede anche i report sulla produzione industriale, le richieste iniziali di sussidio di disoccupazione, le vendite di case esistenti, le concessioni edilizie e le nuove costruzioni.

Nota: Barani Krishnan utilizza una varietà di opinioni oltre alla sua per apportare diversità alla sua analisi di ogni mercato. Per neutralità, a volte presenta opinioni e variabili di mercato contrarie. Non ha una posizione su nessuna delle materie prime o asset di cui scrive.

Ultimi commenti

allora va sotto i 90
Io spero in una sola prospettiva quella di vedere una bella bomba atomica sulla Casa Bianca!!!
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