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La Fed fatica a gestire un’inflazione non così tanto transitoria

Pubblicato 27.09.2021, 15:50
Aggiornato 02.09.2020, 08:05

L’inflazione non è così tanto transitoria dopotutto, secondo i policymaker della Federal Reserve, che hanno anticipato la tabella di marcia per l’aumento dei tassi di interesse all’anno prossimo, anziché nel 2024.

Possiamo essere scusati per aver pensato che le cose siano sfuggite di mano alla Fed, che si sta affrettando a rivedere le previsioni e le stime per tenere il passo con aumenti dei prezzi che sembrano sempre superare le loro aspettative.

Nelle proiezioni pubblicate in occasione del vertice della scorsa settimana del Federal Open Market Committee, la stima media sull’inflazione per quest’anno, in base all’indice PCE, è salita al 4,2% dal 3,4% previsto a giugno. L’inflazione PCE core, che non tiene conto dei prezzi volatili di alimentari ed energetici, è stimata al 3,7%, rispetto al 3,0% di giugno.

Ancor più significativo il fatto che il tasso stimato per l’inflazione PCE core nel 2022 sia del 2,3% rispetto al 2,1% di giugno ed all’1,8% del settembre 2020, quando i membri del FOMC avevano bellamente ignorato l’impatto a lungo termine dei problemi delle filiere. È lecito dunque pensare che le proiezioni di dicembre saranno persino più alte.

La stima media del tasso dei fondi Fed per il prossimo anno è stata aumentata dallo 0,1% allo 0,3% ed all’1,0% per il 2023, rispetto alle previsioni di un anno fa che il tasso sarebbe rimasto allo 0,1% nel 2023.

2 test per determinare il tapering degli acquisti di bond

Che differenza possono fare i fatti, soprattutto se non vengono ignorati. I policymaker sottovalutano costantemente l’inflazione e ci sono buone probabilità che lo stiano facendo ancora.

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Non sorprende allora che il FOMC intenda accelerare il piano per la riduzione degli acquisti di bond, a partire probabilmente già dal vertice del 2-3 novembre. Il Presidente della Fed Jerome Powell ha suggerito che potrebbe bastare solo un altro report “decente” sull’occupazione (quello di settembre, atteso l’8 ottobre) per soddisfare il “test” dei policymaker sull’occupazione, essendo già stato superato il test sull’inflazione (!).

Come ha detto Powell durante la conferenza stampa di mercoledì, dopo il vertice FOMC:

“Una volta superati quei due test, una volta che la commissione avrà deciso che sono stati superati (e ciò potrebbe succedere già in occasione del prossimo vertice, questo è il fine di quel linguaggio, avvisare che potrebbe arrivare già durante il prossimo vertice) la commissione prenderà in considerazione quel test”.

I falchi del FOMC, quelli che suggeriscono da tempo che la Fed dovrebbe presto ridurre gli acquisti di asset, sono predominanti.

“Sono a favore dell’inizio della riduzione dei nostri acquisti a novembre, per concluderli nella prima metà dell’anno prossimo”, ha dichiarato la presidente della Fed di Cleveland Loretta Mester in occasione di un evento alla Ohio Bankers League.

La sua collega della Fed di Kansas City, Esther George, ha dichiarato all’American Enterprise Institute:

“Il motivo per continuare ad aumentare gli acquisti di asset ogni mese è svanito”.

La Fed compra 80 miliardi di dollari di Treasury e 40 miliardi di bond garantiti da mutuo ogni anno, e i critici avvertono che il tempo per questo stimolo è scaduto da parecchio.

L’altra grossa questione, come ha sottolineato George, è capire come e quando la Fed potrebbe cominciare a ridurre il suo bilancio, ora gonfiatosi fino ad 8,5 mila miliardi di dollari a causa degli acquisti mensili. Il solo mantenerlo a questo livello sarebbe accomodante e farebbe restare giù i tassi di interesse a lungo termine.

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Entrambe le presidenti delle banche regionali hanno spiegato di essere tra coloro che, secondo quanto ha detto Powell, vorrebbero mettere fine agli acquisti di bond entro la metà del prossimo anno e cominciare ad aumentare i tassi prima della fine del 2022.

Lo stallo al Congresso sul tetto del debito complica le manovre della Fed, con il Segretario al Tesoro Janet Yellen che avverte che il governo potrebbe finire i soldi il mese prossimo, se il Congresso non dovesse intervenire per alzare o sospendere il tetto.

Ci sono speculazioni che la Fed potrebbe essere costretta ad adottare misure estreme come comprare Treasury che andrebbero in default e vendere quelli non in default nel suo portafoglio per allentare le tensioni sui mercati finanziari. Sia Powell che Yellen avevano appoggiato una simile misura quando si era verificata un’impasse del genere nel 2013, seppur a malincuore.

Le politiche del partito Democratico perseguitano la rinomina di Powell

E su tutto incombe la domanda: Powell sarà rinominato a capo della Fed? La sua nomina per un secondo mandato, sebbene ampiamente favorita e considerata probabile, è caduta nelle grinfie della divisione ideologica del partito Democratico, con i progressisti che chiedono un nuovo presidente per riallineare le priorità della Fed.

La nomina è diventata parte di un ampio dibattito nel partito circa i grossi piani di spesa ed il ruolo del governo. Le votazioni al Congresso in programma questa settimana potrebbero rivelare come sta andando questo dibattito.

Ultimi commenti

E che non abbandonino nemmeno di un palmo le posizioni mi sorprende sempre di più
in economia prima o poi il conto arriva: nessun pasto è mai gratis. Da economista sono molto molto curioso di vedere come la Fed ed a seguire la BCE ne usciranno. Un soft landing da questi livelli la vedo molto ben difficile. I mercati equity sono ai massimi storici e molto nervosi ad una possibile stretta... intanto però ancora non abbandonano le posizioni mi pare di vedere!
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