La Grecia non rimborsa l’FMI

Pubblicato 01.07.2015, 10:43
Aggiornato 07.03.2022, 11:10
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Ormai è fatta, la Grecia è diventata il primo paese sviluppato a fare default nei confronti dell’FMI dopo il mancato pagamento di 1,5 miliardi di euro al Fondo. La nazione a corto di soldi è ufficialmente in arretrato e non può aspettarsi ulteriori finanziamenti dall’FMI prima di aver saldato il conto aperto. Nel frattempo, ad Atene la crisi finanziaria è in pieno svolgimento, dopo che il governo ha imposto controlli sui capitali e chiuso le banche locali. I greci si mettono in fila davanti ai bancomat e possono prelevare al massimo 60 euro. L’euro è rimasto sorprendentemente resiliente e, durante la seduta asiatica, si è mosso all’interno di una fascia di 20 pip contro il dollaro. L’EUR/USD staziona sul supporto a 1,1128, costituito dal 50% del ritracciamento di Fibonacci sul rally di maggio-giugno. I dati economici pubblicati ieri negli USA sono stati contrastati; a giugno, l’indice PMI di Chicago è salito a 49,2 punti a fronte dei 46,2 del mese scorso, mentre gli analisti avevano previsto una lettura superiore alla soglia dei 50 punti. L’indice sulla fiducia dei consumatori del Conference Board ha superato le attese, attestandosi a 101,4 punti a giugno, a fronte dei 97,4 previsti, gli intervistati sono fiduciosi rispetto alle prospettive del mercato del lavoro. Di conseguenza, ieri l’S&P 500 ha guadagnato lo 0,27% a New York, il Nasdaq lo 0,57% e il Dow Jones lo 0,13%. In Asia, i mercati azionari regionali sono in diffuso rialzo, fatta eccezione per le azioni cinesi, con l’indice di Shenzhen in calo del -1,50%; il Kospi guadagna l’1,14% e il Sensex lo 0,71%. In Giappone, il rapporto Tankan della BoJ mostra che l’indice sul manifatturiero delle grandi imprese sta acquisendo slancio; si è attestato, infatti, a 15 punti, superando le previsioni e il rilevamento precedente pari a 12 punti. Anche le previsioni sono incoraggianti, in rialzo a 16 punti, a fronte dei 14 previsti e dei 10 del rilevamento precedente. Stando al sondaggio, l’economia giapponese è più solida e la crescita del primo trimestre sarà probabilmente confermata anche nel secondo. Ciò abbassa le probabilità di ulteriori misure di allentamento monetario dalla BoJ. L’unico elemento mancante è l’inflazione al 2%. Tuttavia, la BoJ è fiduciosa che l’accelerazione della crescita inizierà a tradursi anche in retribuzioni più elevate che faranno salire l’inflazione. Il Nikkei ha guadagnato lo 0,46%, mentre l’USD/JPY si è apprezzato a Tokyo, riportandosi intorno al livello a 122,70. In Australia, la borsa è in rialzo dell’1,04% dopo che i permessi di costruzione hanno sorpreso al rialzo, mostrando una crescita del 2,4% m/m a fronte dell’1,2% della previsione media. A giugno i prezzi degli immobili residenziali hanno compiuto un rimbalzo, l’indice CoreLogic RP è salito del 2,1% m/m a fronte del -0,9% del rilevamento precedente. L’AUD/USD si trova al centro della fascia in atto da un mese. La prossima resistenza giace a 0,7808 (38,2% di Fibonacci sulla svalutazione di maggio-giugno), mentre il supporto più vicino si trova a 0,7587 (minimo del 29 giugno). In Europa, i future sui listini azionari sono positivi, nonostante il mancato pagamento della Grecia. L’Euro Stoxx 50 guadagna lo 0,35%, come pure l’indice Xetra Dax, il Cac 40 lo 0,79%, mentre le azioni svizzere stanno limando le perdite, in calo del -0,31%. Nel Regno Unito, il Footsie guadagna lo 0,30%, mentre la coppia GBP/USD annaspa intorno a 1,57. L’EUR/GBP è stato scambiato all’insegna di una volatilità molto bassa durante la seduta asiatica, come gran parte dei cross con l’EUR. Oggi gli operatori monitoreranno il PMI manifatturiero in Svizzera; il PMI manifatturiero di Markit e il rapporto semestrale di Carney (BoE) sulla stabilità finanziaria nel Regno Unito; il rapporto ADP sulla disoccupazione, il PMI manifatturiero di Markit, le spese per le costruzioni e l’indice ISM sul manifatturiero negli USA; il PMI manifatturiero di Markit in Brasile.

Arnaud Masset, Market Strategist,
Swissquote Europe Ltd

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