Dopo aver subito un duro colpo l’anno scorso, i titoli a reddito fisso statunitensi hanno recuperato parte delle perdite subite nel 2023, sulla base di un insieme di ETF fino alla chiusura di ieri (9 febbraio). Ma con la Federal Reserve ancora intenzionata ad alzare i tassi di interesse per domare l’inflazione, le prospettive per le obbligazioni sono ancora incerte.
Per il momento, tuttavia, un’ampia analisi del reddito fisso statunitense mostra guadagni su tutta la linea quest’anno. A guidare la ripresa è l’iShares 20+ Year Treasury Bond ETF (NASDAQ:TLT), che ha guadagnato il 5,3% dalla chiusura del 2022.
Decidere se il TLT e le obbligazioni in generale possano continuare a recuperare è difficile sulla scia dei nuovi commenti dei funzionari della Fed, i quali suggeriscono che sono in arrivo altri rialzi dei tassi. Il governatore della Fed Christopher Waller, ad esempio, ha dichiarato questa settimana che, sebbene la politica monetaria più restrittiva abbia contribuito a ridurre l’inflazione, “abbiamo ancora molta strada da fare”.
Ha aggiunto:
“Potrebbe essere una lotta lunga, con tassi di interesse più alti per un periodo più lungo di quello che alcuni si aspettano attualmente. Ma non esiterò a fare ciò che è necessario per portare a termine il mio lavoro”.
Un aumento dei tassi implica una riduzione dei prezzi delle obbligazioni, perché le due facce della medaglia si muovono generalmente in modo inversamente proporzionale. La visione ottimistica è che il mercato obbligazionario abbia ormai scontato la maggior parte (tutti?) i piani di restringimento della politica della Fed, per cui il rischio di ribasso per il reddito fisso è minimo a questo punto. Forse, ma secondo alcuni analisti il pubblico rimane troppo ottimista sulla posizione del tasso terminale della Fed e sulla durata del picco.
Per quanto riguarda l’immediato futuro, i future sui Fed funds attualmente valutano una probabilità del 90% che la banca centrale alzi nuovamente il suo tasso target di 25 punti base nella prossima riunione del FOMC il 22 marzo, secondo il CME FedWatch Tool. Un altro rialzo di ¼ di punto è stimato con una probabilità superiore al 70% per la riunione di maggio.
Goldman Sachs Anche la banca d’investimento è in attesa di un rialzo dei tassi. Gli analisti della banca d’investimento consigliano:
“Prevediamo che la Fed effettuerà rialzi di 25 punti base a marzo e maggio, per un picco del tasso sui fondi del 5,00-5,25%, anche se potrebbero essere necessari altri rialzi se l’economia dovesse riaccelerare e il freno alla crescita derivante dalla passata politica restrittiva svanisse”.
Il mercato dei Treasury ha aggiustato il suo recente orientamento dovish alzando il rendomento a 2 anni, che è ampiamente considerato come una proxy delle prospettive politiche a breve termine della Fed. Dopo essere sceso verso il 4% all’inizio dell’anno, il tasso a 2 anni è rimbalzato questo mese, salendo giovedì al 4,48%, il livello più alto da novembre.
Il mercato obbligazionario, a quanto pare, fatica a valutare le prospettive del picco dei tassi. Il calcolo sembra destinato a rimanere confuso, nella migliore delle ipotesi, sulla base delle aspettative per l’aggiornamento della prossima settimana (14 febbraio) sull’inflazione al consumo di gennaio.
Dopo un calo mensile dello 0,1% nell’IPC di dicembre, il primo calo in più di un anno, gli economisti si aspettano una ripresa della pressione sui prezzi con un aumento mensile dello 0,5%, secondo TradingEconomics.com. Se la notizia è corretta, potrebbe rafforzare la determinazione della Fed ad alzare ulteriormente i tassi e a rimandare i tagli più a lungo.
Il risultato principale: è prematuro leggere il rally di quest’anno sul mercato obbligazionario come un segnale di navigazione libera da qui in avanti per i titoli a reddito fisso.