Market Brief
Le tensioni in Ucraina hanno intaccato la propensione al rischio. Giovedì un velivolo militare russo aveva attaccato un jet ucraino, poche ore più tardi è stato abbattuto un aereo della compagnia Malaysia Airlines con 298 passeggeri a bordo. Il sentiment si è attenuato, mentre procedono le ricerche per capire chi è il responsabile della tragedia. L’avversione al rischio ha fatto lievitare bruscamente la domanda di oro, considerato un porto sicuro; la coppia XAU/USD ha compiuto un rally fino a 1.325 USD e continua a trovare un buon supporto sopra 1.312 USD (61,8% di Fibonacci sul rialzo in atto da gennaio a marzo). I future sul greggio Brent scambiano sopra 108 USD, il greggio WTI si avvicina a 104 USD.
Ieri l’EUR/USD non è riuscito a mantenersi sopra 1,3521, circostanza che avrebbe generato tecnicamente una formazione a “minimo tweezer”. L’EUR/USD è sceso fino a 1,3513 in Asia. Gli indicatori di trend e momentum sono negativi, l’area di supporto chiave staziona a 1,3477/1,3503 (minimo 2014 / minimo di reazione all’annuncio della BCE del 5 giugno). L’EUR/JPY scende gradualmente a 136,71, raggiungendo 136,75, 61,8% di Fibonacci sul ritracciamento di novembre/dicembre 2013 (solo pochi pip superiori al minimo dell’anno corrente a 136,23). La propensione rimane negativa. Il nostro prossimo supporto è collocato a 136,10 (base del canale di trend ribassista da marzo a luglio).
Le tensioni geopolitiche e il clima di avversione al rischio hanno fatto scendere l’USD/JPY a 101,09 a Tokyo; le azioni del Nikkei hanno ceduto più dell’1,0%. I commenti del ministro delle Finanze giapponese Aso sull’impatto negativo delle tensioni geopolitiche sui prezzi delle materie prime (soprattutto del greggio) e sull’economia del Giappone hanno alimentato i timori. Ora l’USD/JPY si avvicina alla base del trend ribassista di giugno-luglio (100,93), il supporto critico staziona a 100,76 (minimo del 2014).
Sui mercati emergenti, RUB (-2,14%), BRL (-1,54) e TRY (-1,01%) sono state le valute più colpite nelle ultime 24 ore di scambi. L’USD/TRY è passato di mano sopra la media mobile a 100 giorni (2,1349), la decisione della Banca Centrale di Turchia (BCT) di tagliare il tasso di altri 50 punti base (terzo taglio in tre mese) potrebbe far cambiare la direzionalità della TRY se ci fosse un’escalation delle tensioni geopolitiche.
La coppia NZD/USD ha esteso la debolezza a 0,8650 (media mobile a 50 giorni), le previsioni, già scontate dal mercato, di un rialzo del tasso di 25 punti base dalla riunione della RBNZ della prossima settimana, vengono smorzate dal posizionamento di operatori che attendono un comunicato meno aggressivo. L’AUD/USD continua a trovare un buon supporto in area 0,9330/39 (minimo 16 luglio / 61,8% di Fibonacci sul calo in atto da novembre 2013 a gennaio 2014). Le scommesse per le opzioni in scadenza la prossima settimana sono inclinate negativamente prima di 0,9400.
Da quando il governatore della BoC Poloz ha avvertito che le attuali pressioni inflattive sono da considerarsi temporanee, l’USD/CAD rimane all’interno di una fascia nell’area di consolidamento rialzista. Oggi il Canada diffonderà le cifre sull’IPC di giugno; non è prevista un’accelerazione su base mensile a giugno e l’inflazione dell’anno corrente è vista stabile al 2,3%. Eventuali sorprese positive dovrebbero invertire l’interesse a vendere che ha interessato di recente il loonie (CAD), mentre un’inflazione debole corroborerà l’impostazione da colomba di Poloz, confermando la direzionalità rialzista dell’USD/CAD. In quest’ultimo scenario, dovremmo aspettarci una svolta sopra 1,0800/20. Le barriere per le opzioni stazionano in area 1,0745/50, ci sono ordini in attesa di essere attivati prima del fine-settimana a 1,0770/80.
In questo venerdì gli operatori si concentreranno su: bilancia delle partite correnti di maggio della BCE; vendite all’ingrosso di maggio, IPC m/m e a/a di giugno in Canada; indice sulla fiducia (preliminare) di luglio dell’Università del Michigan e indice predittivo di giugno negli Stati Uniti