Gentili Lettori di Investing.com,
la settimana appena conclusa è risultata positiva per i mercati azionari americani che hanno toccato nuovi massimi storici sulla scia dell'euforia che, l'ormai pressochè certa implementazione della riforma fiscale (il cui perno è la riduzione dell'aliquota fiscale per le imprese dal 35% al 21%), possa fornire ulteriore linfa alla crescita economica domestica (prevista al +2,5% per il 2017 e per il 2018).
La votazione finale del Congresso sul testo finale, riconciliato tra la versione proposta dal Senato e quella presentata dall'amministrazione Trump, avverrà nella giornata di martedì 19/12 e saranno necessari, 50 voti tra i 52 membri repubblicani.
In attesa della prima vittoria politica del Presidente americano, gli altri principali mercati azionari mondiali hanno fatto registrare performance sostanzialmente negative, attribuibili più a mere prese di beneficio (in particolare in Europa) che ad una vera e propria inversione di tendenza.
Certo è che, la forte esposizione di alcuni listini come quello italiano e spagnolo al comparto bancario, recentemente sotto pressione dopo che la BCE ha reiterato la volontà di mantenere i tassi d'interesse (principale fonte di margine di redditività per mutui e prestiti) a zero ancora a lungo, ha inciso e presumibilmente inciderà anche agli inizi del nuovo anno, in modo negativo sulle performance complessive.
Tra le note liete del 2017, oltre alla forza propulsiva dell'attività economica in Eurozona (la cui crescita è prevista pari al +2,4% nel 2017 ed al +2,3% nel 2018), vi è la marcata ripresa del commercio internazionale che ha favorito quei Paesi, come il Giappone, il cui peso delle esportazioni sul prodotto interno lordo è particolarmente rilevante rappresentandone circa il 20%.
Il Giappone infatti, in particolare nell'ultimo semestre, sta viaggiando a vele spiegate.
Uno dei principali indicatori circa lo stato di salute dell'economia giapponese è il Tankan ossia un sondaggio promosso dalla Banca Centrale del Giappone, e rivolto a più di 10.000 imprese che, divulgato trimestralmente, rappresenta fedelmente il grado di fiducia delle stesse nell'attuale contesto economico e finanziario.
Ebbene, il Tankan Index (che può assumere un valore compreso tra +100 e -100) per le grandi imprese nipponiche è risultato nell'ultimo trimestre dell'anno pari a +25, assumendo il valore massimo dal 2006.
Il succitato dato accompagnato dal Tankan Index complessivo, comprensivo delle società di piccole/medie dimensioni), che ha mostrato un risultato di +16 (ossia ilvalore massimo addirittura dal 1991!) oltre a puntare su una crescita robusta nell'ultimo trimestre dell'anno, da adito a pensare che la ripresa economica stia assumendo uno slancio tale da allontanare definitivamente lo spettro della deflazione, che ha paralizzato la crescita economica del Paese negli ultimi venti anni.
Il tasso di disoccupazione giapponese è attualmente pari al 3,1% e seppur abbia toccato nel corso dell'anno addirittura il valore del 1,8% sinora, più che determinare una crescita dei salari (che di conseguenza spronerebbe i consumi e pertanto l'inflazione) è stato di detrimento per molte imprese (in particolare nel settore turismo e ristorazione) che non trovando personale, hanno dovuto chiudere l'attività.
Sempre in merito alle caratteristiche peculiari dell'economia nipponica, si tenga presente che l'enorme mole del debito pubblico ( maggiore del 240% del PIL) è prevalentemente nelle mani dei cittadini e delle istituzioni giapponesi e, pertanto, una crisi del debito "stile Eurozona" appare irrealistica.
Inoltre la Banca Centrale Giapponese sta attuando politiche monetarie non convenzionali (tra cui il Quantitative Easing) per spronare l'inflazione e la crescita economica già dal 2013 e, a differenza di quanto avvenuto negli Stati Uniti e di quanto presumibilmente avverrà in Eurozona da fine 2018, non si avverte alcuna urgenza di normalizzazione...
Infine la moneta domestica (YEN), ha assunto il ruolo di "bene rifugio" nel comparto valutario, riflettendo la sicurezza e la stabilità del Paese, e questo nonostante per ben due volte quest'anno, il nord coreano Kim abbia lanciato missili nelle sue prossimità...il Giappone è sinonimo di resilienza, senza dubbio.