Questo articolo è stato scritto in esclusiva per Investing.com
Dopo la forte inversione di ieri, la domanda è se l’S&P 500 e gli altri indici USA abbiano raggiunto il bottom oppure se si rivelerà un ennesimo rimbalzo da short-covering, di breve durata.
Per quel che vale, sono propenso a credere alla seconda ipotesi, anche se dovessimo vedere qualche altro moderato rialzo oggi. Finora, i tori sono riusciti a resistere e l’oro, asset rifugio, è rimasto indebolito dalla seduta volatile di ieri, a suggerire che, almeno per ora, gli orsi non sono usciti in massa. Ma questo potrebbe cambiare.
In effetti, non è la prima volta che vediamo gli indici formare delle candele hammer giornaliere solo perché i tori poi si rifiutino di farsi avanti con decisione. Temono che possa trattarsi dell’ennesima trappola. Quello che i tori, ancora nelle retrovie, vorrebbero prima vedere sono costanza e infrazione della serie di massimi più bassi. Solo allora potranno affermare con fiducia che il trend in discesa è finito.
Ciò che rende questa particolare candela hammer meno interessante di quanto sembri è il fatto che ha finito proprio sulla zona di resistenza intorno a 4290. L’area intorno a questo livello aveva precedentemente offerto consistente supporto ed è imperativo che i tori la riconquistino. Se non dovessero riuscirci, gli orsi resterebbero al comando.
I tori hanno reclamato il minimo di gennaio a 4212, che ora sarà cruciale, almeno per la seduta di oggi. Se questo livello dovesse essere infranto, con accettazione al di sotto di esso, allora gli stop sotto il minimo di ieri a 4101 saranno nei guai.
Da un macro-punto di vista, dipende tutto da cosa sta avvenendo sul campo in Ucraina e dalle notizie da Russia ed Occidente, che si colpiscono a vicenda con sanzioni. Si può ben capire perché il sentimento resta cauto. Man mano che lo scontro si avvicina alla capitale, Kiev, le vittime potrebbero sfortunatamente salire. Questo potrebbe scatenare altre sanzioni dagli USA e dagli alleati NATO ed altre risposte dal Cremlino.
Intanto, sebbene il prezzo del petrolio sia sceso, resta pericolosamente alto. I timori per l’inflazione potrebbero catturare l’attenzione degli investitori nelle prossime settimane, alimentando la prospettiva di aumenti dei tassi più veloci del previsto da parte della Fed.
Nell’immediato, tutto dipenderà dal dato sull’indice PCE core, l’indicatore sull’inflazione preferito dalla Fed, che sarà pubblicato nel corso della giornata. Nel caso di una lettura superiore alle attese, c’è la possibilità che i titoli azionari scendano. Oltre a questo, c’è il rischio dello stacco del weekend, fattore che i tori potrebbero valutare per non uscire completamente oggi.