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L’uragano Florence potrebbe rovinare la festa ai tori del gas

Pubblicato 14.09.2018, 12:15
Aggiornato 02.09.2020, 08:05

L’uragano Florence potrebbe portare non soltanto un torrente di pioggia e alluvioni nella Carolina del Nord e del Sud. Potrebbe anche rovinare gli sforzi dei tori del gas naturale di tenere il mercato al di sopra del livello chiave di supporto di 2,80 dollari, in quanto si ridurrà la domanda di aria condizionata per fine estate.

NatGas Weekly

Dai mercati agricoli a quelli energetici, gli investitori delle materie prime hanno seguito con apprensione tutti gli sviluppi della tempesta più minacciosa di questa stagione degli uragani nell’Atlantico. Florence è stato declassato ad uragano di categoria 2 ma resta un’enorme tempesta minacciosa, di quasi 400 miglia di diametro e che si estende per circa 80 miglia dal suo centro.

L’uragano non ha colpito le strutture di produzione e raffinazione petrolifera nella Costa del Golfo del Messico e ciò significa che non ci sono rimbalzi immediati nel prezzo del greggio o della benzina.

Le piogge potrebbero limitare il caldo di fine estate

Sul fronte del gas naturale, le piogge portate dalla tempesta potrebbero ridurre il caldo di fine estate nelle zone che saranno attraversate dall’uragano, diminuendo il bisogno di aria condizionata e privando i fornitori di parte della domanda di energia che hanno ricevuto ultimamente. “Gli effetti più probabili dell’impatto di Florence sul gas naturale saranno la mancanza di elettricità nelle aree direttamente colpite e le pesanti piogge su una regione più ampia che faranno scendere le temperature giornaliere riducendo la domanda la prossima settimana”, si legge in un report di ieri di Dan Myers, analista del gas naturale di Gelber & Associates a Houston.

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In futuro, il sentimento potrebbe diventare ribassista senza nuovi fattori a trainare la domanda di energia.

Previsto consiglio ribassista

“Potremmo cercare di consigliare un qualche tipo di posizione short su questo mercato nelle prossime settimane o mesi”, afferma Shawn Hackett di Hackett Financial Advisors a Boca Raton, in Florida, menzionando il clima mite come fattore chiave. Sul New York Mercantile Exchange ieri, il gas naturale con consegna ad ottobre si attesta a 2,817 dollari per milione di BTU, in calo di un mero 0,4%.

I grafici tecnici di Investing.com per il gas naturale indicano crolli più pesanti nelle prossime sedute. La previsione tecnica giornaliera mostra uno “Strong Sell”, con i pattern di Fibonacci che indicano il supporto più forte di Livello 3 a 2,788 dollari.

Il supporto a 2,80 dollari potrebbe sparire

Se il mercato raggiungesse quel livello, fondamentalmente incrinerebbe il supporto di 2,80 dollari, che è stato prevalente da fine maggio a fine giugno e poi di nuovo dall’inizio alla fine di agosto. Sono stati periodi in cui la domanda per l’aria condizionata è schizzata per via del caldo asfissiante. E sono stati anche i periodi in cui i fornitori hanno immesso volumi inferiori alla norma di gas nelle scorte estive, dopo aver risposto agli immediati bisogni di generazione di energia.

Nell’ultima settimana terminata il 7 settembre, le scorte di gas naturale sono salite di 69 miliardi di piedi cubici, contro le previsioni degli analisti di un aumento di 68 miliardi. Nella settimana precedente, l’incremento è stato di 63 miliardi di piedi cubici. Sebbene l’aumento delle scorte settimanali sia ancora al di sotto della media quinquennale di 74 miliardi di piedi cubici, gli analisti notano che il mercato sta entrando nella “stagione intermedia” tra autunno e inverno, quando potrebbe non esserci richiesta né di aria condizionata e né di riscaldamento.

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Probabili aumenti delle scorte a tripla cifra

“Quando la domanda scenderà nelle prossime settimane, non è da escludersi più di un aumento a tripla cifra dati i recenti livelli della produzione”, spiega Myers. La produzione di gas naturale dovrebbe raggiungere il massimo storico di 81,34 miliardi di piedi cubici al giorno nel 2018, contro i 73,57 miliardi del 2017, secondo quanto reso noto dalla US Energy Information Administration a luglio. Aggiunge:

“Il mercato sarà costretto a mettere in conto questa (produzione da record), oltre ad ulteriori effetti ribassisti di Florence, che potrebbero colpire i prezzi nei prossimi giorni”.

Alcuni dicono che i prezzi potrebbero non crollare tanto facilmente come si pensa, soprattutto se le previsioni meteorologiche dovessero cambiare e mostrare un inverno rigido. L’alternativa potrebbe portare ad “un range ampio, con un trading altalenante, nell’immediato futuro, o almeno fin quando non ci sarà un motivo che spinga il mercato con decisione verso una delle due direzioni”, afferma Dominick Chirichella, analista dell’Energy Management Institute di DTN a New York.

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