Gentili Lettori di Investing.com
il mese di Febbraio è ormai prossimo a concludersi positivamente per i principali listini azionari mondiali seppur, i maggiori guadagni, abbiano riguardato i mercati americani (Dow Jones +4,80%; S&P 500 e Nasdaq 100 +4,10%) e quelli di alcuni Paesi Emergenti ( Bovespa (Brasile) +3%, Nifty 50 (India) +4,40% e Hang Seng (Hong Kong)+2,6%). Meno brillanti, invece, le performance dei mercati azionari europei tra i quali solo il DAX tedesco ed il CAC 40 francese hanno sinora conseguito guadagni degni di menzione (rispettivamente +2,30% e +1,90%) mentre l'indice italiano Ftse Mib (in perdita del 3,32% da inizio 2017 dopo aver chiuso il 2016 a -10,20%!) risulta pressochè invariato.
Se il mese di Febbraio si è caratterizzato per aver fornito conferme circa il buon stato di salute complessivo dell'economia mondiale (l'attività economica americana ha continuato a mostrarsi più forte delle attese mentre in Eurozona è ai livelli massimi degli ultimi sei anni; la Gran Bretagna ha denotato solo lievi segnali di rallentamento, Brasile e Argentina sono uscite dalla recessione e la Cina, che sinora ha evitato shocks finanziari, sta mostrando una sostenuta crescita della domanda interna che a sua volta sta favorendo gli altri Mercati Emergenti), il mese di Marzo, incredibilmente denso di eventi rilevanti in ambito politico, macroeconomico e di politica monetaria, sarà inevitabilmente costellato da rischi e opportunità...insomma, un mese da vivere intensamente, mantenendo sempre i piedi ben saldi per terra.
Ma come sempre procediamo con ordine nell'elencare gli eventi cruciali di Marzo:
28/2 : Donald Trump testimonierà davanti al Congresso USA e le attese degli operatori di mercato saranno incentrate su eventuali (e probabili) cenni circa l'ambizioso piano di stimolo fiscale (riduzione delle tasse sia per consumatori sia per le imprese) e di incremento della spesa pubblica in infrastrutture, tanto enfatizzato in campagna elettorale.
1/3 : divulgazione dei dati definitivi circa l'andamento dell'attività economica a Febbraio (indicatore PMI manifatturiero e dei servizi) in Cina, Giappone, Eurozona, Gran Breatgna ed USA.
9/3 : riunione della Banca Centrale Europea da cui ci si attende un Draghi "in trincea" alle prese con le continue pressioni tedesche volte a ridurre sostanzialmente gli stimoli monetari (tapering) dato il recente balzo dell'inflazione (+1,8% su base annua in Eurozona a Gennaio e attesa al 2% in Febbraio).
10/3 : divulgazione dei dati sulla creazione di nuovi posti di lavoro a Febbraio e del tasso di disoccupazione, da sempre fondamentali nell'orientare le decisioni di politica monetaria da parte della FED.
15/3 : elezioni presidenziali in Olanda; il premier uscente Mark Rutte (pro-Europa) è dato in lieve vantaggio rispetto al candidato di estrema destra Geert Wilders anti-Europa e anti-immigrazione.
16/3 : riunione della Federal Reserve americana e conferenza stampa del presidente Janet Yellen; nonostante la notevole enfasi posta recentemente da quest'ultima circa la necessità di effettuare quanto prima un nuovo rialzo dei tassi d'interesse (attualmente allo 0,75%), la scarsa credibilità di cui ormai gode l'istituzione, accompagnata dall'incertezza sulla politica fiscale ed economica dell'Amministrazione Trump, hanno indotto sinora gli operatori di mercato a ritenere che i tassi non verranno ritoccati (il rischio di rialzo è pari al 25%) se non a Giugno.
Sempre lo stesso giorno si terranno le riunioni della Banca Centrale d'Inghilterra (da cui non ci si aspetta alcuna decisione sui tassi in attesa dell'avvio del procedimento di uscita dall'UE) e della Banca Centrale del Giappone, da cui, invece, visto il recente forte apprezzamento dello YEN rispetto sia al USD sia all'EUR ci si potrebbe attendere qualche decisione a sorpresa.
Se quanto sopra elencato non bastasse, entro fine Marzo ci si attende anche che il premier britannico Theresa May avvii ufficialmente il BREXIT facendo scattare l'articolo 50 del trattato di Lisbona; ulteriore incertezza (e fonte di inevitabile attrito) a tal proposito, deriva dalla richiesta di Bruxelles (con ampio sostegno di Germania, Francia e Italia) alla Gran Bretagna, di impegnarsi a pagare circa 60 miliardi di euro quale ultimo contributo all'adesione all'UE oltre a fornire un quadro chiaro circa la politica di trasferimento dei cittadini europei sul suolo britannico, prima di avviare qualsivoglia negoziazione commerciale.
La settimana dal 27 Febbraio al 3 Marzo, sarà caratterizzata, come sempre accade ad ogni inizio mese, per la divulgazione di dati macroeconomici rilevanti circa lo stato di salute dell'economia mondiale; da non perdere, tuttavia, il discorso che Donald Trump terrà davanti al Congresso americano (nella notte italiana del 28/2) e da cui gli operatori di mercato cercheranno di estrapolare elementi concreti circa l'attuazione del piano di riforma fiscale e di incremento della spesa pubblica, che, a detta del nuovo Segretario del Tesoro Mnuchin, sarà di portata tale da spingere la crescita economica USA oltre al 3% annuo a partire dal 2018.
Sul fronte macroeconomico, i dati cui prestare attenzione sono, relativamente al mese di Febbraio:
1/3 : PMI manufatturieri e del settore terziario in Cina (attesi su livelli di 51,1 e 54,6 rispettivamente), mentre in Eurozona Gran Bretagna e USA per la sola attività manifatturiera ( attesa sul livello di 55,5 per le prime e sul livello di 56 l'ISM americano). Sempre per ciò che attiene gli Stati Uniti, inoltre, verrà divulgato l'indicatore "principe" per la misurazione dell'inflazione domestica ossia il Core PCE Price Index che gli analisti ritengono attestarsi sul +1,7% su base annua per il mese di Gennaio.
2/3 : inflazione in Eurozona misurata dall'indicatore CPI e attesa al +2% su base annua per il mese di Febbraio e in crescita dal +1,8% di Gennaio
3/3 : PMI del settore terziario in Eurozona (atteso sul livello di 55,6), in Gran Bretagna (54,2) ed USA (ISM non manifatturiero atteso sul livello di 60).
IL MERCATO AZIONARIO
La scorsa settimana ha visto proseguire, seppur con ritmo decisamente inferiore, l'apprezzamento dei principali listini azionari ( su tutti quelli americani), mentre, come almeno da inizio anno accade, i listini europei (ed in particolare il FTSE MIB italiano maggiormente rappresentativo del comparto bancario) hanno risentito sia dell'incertezza politica derivante dall'imminente periodo elettorale sia dalla sempre più esigua redditività del settore bancario minata sinora dalla politica monetaria di tassi a zero che inevitabilmente comprime i margini finanziari.
Il caso italiano è poi emblematico: Banca MPS (MI:BMPS) è sospesa dalle quotazioni dal 21/12/2016 (e di certo non alimenta fiducia negli investitori) UNICREDIT (MI:CRDI), sta completando un aumento di capitale immenso (13mld di euro) ed i consolidamenti (vedasi Banco Popolare-Banco Bpm (MI:BAMI)) per cercare di contenere quantomeno gli eccessivi costi del personale, per ora non sembrano impattare positivamente sulla redditività...senza tralasciarevoler affrontare il problema atavico degli NPLs di cui il Governo sembra lungi dal voler affrontare...
VALUTE E MATERIE PRIME
Nonostante anche il resoconto della riunione della Federal Reserve americana di Gennaio (minutes) abbia rafforzato la convinzione che un nuovo rialzo dei tassi d'intresse americani sia imminente, gli operatori di mercato perseverano ad assegnare basse possibilità (circa il 25%) che avverrà nel mese di Marzo; pertanto il dollaro americano è rimasto pressochè stabile nei confronti delle principali controparti valutarie, accentuando semmai il deprezzamento nei confronti dello YEN, valuta rifugio per eccellenza nei contesti di di incertezza (-4,05% da inizio anno).
Per quanto attiene le materie prime, prosegue ormai in modo incessante seppur graduale l'apprezzamento dei preziosi (Oro , Argento e Platino in apprezzamento rispettivamente del 9,40%,14,80% e 13,85% nel 2017). La scarsa credibilità attribuita alle "minacce" di rialzo dei tassi d'interesse americani accompagnati dall'incertezza politica europea, stanno infatti fornendo un supporto sempre maggiore all'apprezzamento di metalli, quali i preziosi, che notoriamente fungono da bene rifugio, proteggono dall'inflazione ma che non offrono "rendimento fisso".
Stabile il prezzo del petrolio, con il Brent che si è attestato a 56,31$ al barile ed il WTI a 54$ al barile.
IL MERCATO OBBLIGAZIONARIO
Gli ultimi giorni della scorsa settimana sono risultati particolarmente movimentati per il comparto obbligazionario ed in particolare per i titoli di stato (Sovereign) europei; in particolare, l'avversione al rischio che ha riguardato principalmente i listini azionari del Vecchio Continente nelle giornate di giovedì 23/2 e venerdì 24/2 hanno spinto il rendimento dei titoli di stato tedeschi a due anni (Schatz) al nuovo minimo storico (-0,95% annuo!!!).
Infine, la "relativa" debolezza del dollaro USA accompagnata alla scarsa fiducia che la Banca Centrale Americana rialzi il costo del denaro il 16/3 hanno determinato un'ulteriore flessione dei rendimenti dei titoli di stato americani in particolare a 5 e 10 anni (calo dello 0,10% per entrambi con un rendimento annuo rispettivamente dell'1,81% e del 2,32%).