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Mentre cresce la domanda indiana si guarda oltre l’OPEC+ per delle forniture affidabili

Pubblicato 08.04.2021, 13:36
Aggiornato 09.07.2023, 12:31
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A febbraio ho parlato del ruolo che l’India giocherà nella domanda globale di petrolio nei prossimi anni, mentre la sua economia cresce ed i consumi di petrolio aumentano. Nel 2019 l’India è stato il terzo consumatore mondiale di petrolio, dopo USA e Cina. L’India praticamente non ha fonti interne di petrolio, dunque, tutta la domanda deve essere soddisfatta del petrolio importato.

Le previsioni sulla crescita dei consumi indiani nei prossimi anni sono discordanti, ma l’AIE prevede che aumenterà da 4,9 milioni di barili nel 2019 a 6 milioni di barili nel 2024.

WTI Weekly TTM

I trader possono comprendere meglio il futuro delle fonti di approvvigionamento dell’India comprendendo la situazione attuale inoltre, le scelte attuali e future dell’India hanno un impatto sui fondamentali del mercato del petrolio oltre alle politiche del petrolio di OPEC, OPEC+ e oltre.

I rischi nel fare affidamento sulle strategie attuali e sui prezzi dell’OPEC+

Nel 2019, secondo l’EIA, il 59% delle importazioni del petrolio sono giunte dal Medio Oriente. L’Iraq e l’Arabia Saudita sono i fornitori maggiori, e rappresentano rispettivamente il 22% ed il 19% delle scorte. Questo ha senso perché il Medio Oriente non è lontano dall’India ed ha dei tempi di consegna più breve e dei costi di trasporto minori.

Secondo Samir Madani, co-fondatore di TankerTankers.com, ci vogliono solo dai 2 ai 4 giorni per consegnare il petrolio dal Golfo Persico verso vari porti in India, contro le 6 settimane di trasporto dal Nord e dal Sud America. Gli altri fornitori non mediorientali per il 2019 sono Nigeria con l’8%, Venezuela con il 7% e Stati Uniti con il 5%.

Nel 2020, l’India ha ridotto le importazioni dal Venezuela come conseguenza delle sanzioni USA imposte sul petrolio venezuelano. Di conseguenza l’India ha aumentato le importazioni da Iraq, Emirati Arabi, USA e Kuwait.

La forte dipendenza dell’India dal petrolio mediorientale è un rischio strategico per il paese asiatico. Di recente la dipendenza dell’India dal petrolio dell’OPEC+ è emersa come fattore di rischio per il prezzo.

Brent Weekly TTM

Circa l’83% del petrolio importato in India viene dei membri OPEC+. All’inizio di marzo i prezzi del Brent sono saliti a 70 dollari al barile, l’India ha chiesto all’OPEC+ di aumentare la produzione di petrolio ed ha fatto un riferimento specifico alla decisione singola dell’Arabia Saudita di tagliare al produzione di un altro milione di barili a partire da gennaio, definendola causa “di confusione per i paesi consumatori” e di prezzi più elevati. L’India vorrebbe delle previsioni più a lungo termine dall’OPEC+ e avrebbe preferito prezzi più bassi.

L’OPEC+ ha deciso di non aumentare la produzione al vertice di marzo, ed il ministro del petrolio Saudita ha dichiarato che se l’India vuole più petrolio dovrà attingere alle proprie scorte. Le dichiarazioni non sono state ben accolte dall’India ed hanno spinto il paese a staccarsi dalla dipendenza dall’Arabia.

Sebbene l’OPEC+ abbia deciso di aumentare la produzione a partire da maggio e l’Arabia Saudita si sia impegnata a rimettere sul mercato il petrolio tagliato in maniera autonoma, l’India ha dichiarato che questi impegni verbali non bastano per alleviare i timori. Per l’India, le nazioni produttrici dell’accordo OPEC+ e l’Arabia Saudita in particolare, non si stanno comportando da fornitori affidabili.

L’India ha già iniziato a ridurre la quantità di petrolio acquistato dall’Arabia Saudita a febbraio, quando sono stati implementati i tagli extra, facendo scendere l’Arabia Saudita da secondo fornitore a quarto. Nonostante l’impegno dell’OPEC+ di aumentare la produzione a maggio, Saudi Aramco (SE:2222) ha alzato i prezzi ufficiali di vendita per l’Asia per il mese di maggio.

Di conseguenza, l’India ha significativamente ridotto le importazioni di greggio dall’Arabia Saudita Arabia. Le raffinerie di stato indiane hanno ordinato solo 9,5 milioni di barili dai sauditi per maggio. Prima la cifra mensile era intorno a 14,8 milioni di barili di petrolio saudita.

Nonostante le modifiche delle politiche indiante possano non toccare l’andamento dei prezzi del petrolio, la richiesta di petrolio non-OPEC+ dall’India è uno sviluppo importante per gli scambi globali di petrolio. Il consumo di petrolio dall’India sta salendo e la richiesta di petrolio non-OPEC+ potrebbe fare la differenza per i fornitori meno forti.

Inoltre, si tratta di un segnale importante per l’Arabia Saudita, per l’OPEC e per l’OPEC+. In particolare indica all’OPEC+ che questo decidere di mese in mese sulle politiche di produzione preoccupa i consumatori che vogliono stabilità. Questi stessi consumatori potranno e vorranno utilizzare il loro potere di mercato per portare i loro soldi altrove, dove i produttori offriranno loro una maggiore stabilità.

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