La giornata di ieri ha spaventato molti investitori, con le performance giornalieri rispettivamente di -2.5% per il NASDAQ Composite, S&P 500 -2%, Future Dow Jones -2.06%. Come probabile causa del calo giornaliero, il rialzo dei rendimenti obbligazionari dovuti alla crescente paura di una Fed più aggressiva, e di un settore retail più debole con utili di Home Depot in calo.
Sono bastati quindi 3 giorni negativi per tornare a parlare di Bear Market e di tutto ciò che ne consegue.
Ora, se qualcuno pensasse che i mercati, anche nella loro crescita strutturale di lungo termine, avessero sempre giornate positive, vorrei comunicare una notizia bomba: ogni tanto ci sono anche dei cali!
Il grafico sopra, per non voler andare troppo indietro, rappresenta l’andamento dell’indice S&P 500 dal 2009 (minimo della bolla Subprime) ad oggi.
In totale abbiamo avuto più o meno 30 possibili motivi per un crollo di mercato, ed ogni volta si pensava al peggio (il tutto condito ovviamente dai soliti media che non vedono l’ora di mettere un pò di paura e vendere più copie).
Ricordatevi sempre che in finanza comportamentale, la perdita pesa 2.5 volte in più del guadagno, ciò significa che un 1% di calo giornaliero equivale ad una crescita del 2.5% giornaliera in termini emotivi per l’investitore.
In tutto questo la vera forza sta nell’ampliare sempre la prospettiva, nel ricordarsi che mediamente un Bear Market dura 12-15 mesi, e nel non farsi coinvolgere dal panico (in negativo) o dall’isteria generale (in positivo).
Nel caso della crisi Subprime, il Bear Market è durato 18 mesi (da ottobre 2007 a marzo 2009), ora vi chiedo: a livello economico e finanziario, vi sembra che siam in una situazione simile?
Chiunque abbia un minimo di testa risponderebbe di no…
Veniamo da un 2022 molto negativo, dove tante Asset Class hanno performato male e con cali in doppia cifra, dove comunque l’umore degli investitori è ancora basso, e dove Prudenza è ancora la parola più utilizzata.
Tuttavia come dico sempre, avendo gestito bene ingressi, Asset allocation e liquidità, quando ho comprato nel 2022 sui ribassi, ero anche pienamente investito dalla ripartenza di metà ottobre (non sapendo come nessuno al mondo quando avremo raggiunto i minimi).
Perciò se nel 2022 ho contenuto molto i danni (il calo complessivo è stato nell’ordine del 5%) anche la ripartenza 2023 è stata buona e sicuramente, anche se la situazione peggiorasse, potrei gestirla al meglio, avendo capitalizzato qualcosina di tattico ed avendo nuovamente un po' di liquidità disponibile.
Perciò come sempre focalizziamoci su ciò che conta per noi, ed ignoriamo tutte le motivazioni che ci possano indurre a pensare alla fine del mondo.
Vi ricordo poi che martedì 28/2 alle 17 terrò il webinar “Investire con i certificati: come iniziare”(potete iscrivervi gratuitamente a QUESTO LINK)
Alla prossima!
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