“Il successo è fare le cose ordinarie straordinariamente bene.” (John D. Rockefeller)
Mercati europei in calo e vicini ai livelli più bassi, mentre gli indici statunitensi sono in flessione nelle prime ore di contrattazioni di mercoledì. Questo segue un finale misto di martedì, in cui l’S&P 500 ha registrato il primo doppio calo consecutivo da inizio settembre. I Treasury continuano a indebolirsi lungo tutta la curva, dopo una breve stabilizzazione di martedì, con un nuovo ricalcolo delle aspettative sui tassi. Gli utili si sono dimostrati un quadro contrastante, con sempre più discussioni sul fatto che il livello di aspettative sia diventato più alto, anche a causa del rally di sei settimane guidato dalla narrativa di un atterraggio morbido. Tra i fattori di pressione a breve termine, si menziona la vendita di fine anno da parte dei fondi comuni in ottobre, oltre all’incertezza sulle elezioni. Tuttavia, si spera che la conclusione del periodo elettorale possa stimolare nuovi slanci di ottimismo economico, supportati anche da fattori stagionali favorevoli alla fine dell’anno e dalla ripresa delle attività di riacquisto di azioni da parte delle società. In Asia, continuano le notizie di stimoli fiscali da parte della Cina, con proposte di un think tank che invocano ulteriori misure attraverso l’emissione di obbligazioni speciali per sostenere il welfare sociale e la creazione di un fondo di stabilizzazione del mercato azionario di CNY2T (pari a 281 miliardi di dollari). La risalita dei rendimenti obbligazionari rimane il tema centrale della settimana, riflettendo la tenuta della narrativa di un “no-landing” per l’economia, il rallentamento della disinflazione e una revisione delle previsioni sui tagli dei tassi da parte della Fed. Crescono anche le aspettative di una vittoria repubblicana nelle elezioni, che aumentano le preoccupazioni sul deficit di bilancio. I trader si preparano a una maggiore volatilità, con le elezioni e la prossima riunione della Fed a novembre considerate come eventi chiave.
In Europa, fonti riportano che alcuni funzionari della BCE stanno discutendo il rischio di un’inflazione inferiore alle attese e stanno avviando il dibattito su quale possa essere il livello neutrale dei tassi. Nel Regno Unito, il falco della BoE, Greene, ha minimizzato l’impatto positivo del dato sull’inflazione di settembre, ritenendolo non significativo. Nel contesto politico più ampio, Donald Trump ha presentato una denuncia legale contro il Partito Laburista britannico presso la commissione elettorale federale statunitense, accusandolo di contributi illegali a sostegno della campagna di Kamala Harris. Parallelamente, il Regno Unito ha avviato una revisione del settore delle industrie idriche privatizzate. Sul fronte commerciale, il cancelliere tedesco Olaf Scholz guida una delegazione in India, cercando di diversificare l’economia tedesca dalla dipendenza dalla Cina.
I mercati europei stanno valutando sempre più l’impatto di una possibile vittoria di Trump alle prossime elezioni statunitensi, considerata negativa a causa delle sue politiche commerciali protezionistiche, che potrebbero aumentare le tariffe sulle esportazioni europee, peggiorando le sfide economiche. Barclays (LON:BARC) ha recentemente evidenziato che le conseguenze potrebbero ridurre il PIL dell’UE e aumentare l’inflazione, a causa dell’incertezza commerciale e delle politiche domestiche degli Stati Uniti. I settori europei più esposti sarebbero beni capitali, automotive e chimica, mentre una vittoria di Harris con un Congresso diviso sarebbe più favorevole, mantenendo uno status quo che eviterebbe nuovi dazi. L’unico aspetto potenzialmente positivo della vittoria di Trump potrebbe essere il suo approccio al conflitto Russia-Ucraina, che potrebbe ridurre le tensioni geopolitiche e i costi energetici. Sul fronte delle tariffe, Morgan Stanley (NYSE:MS) stima un impatto di 30-60 punti base sul PIL dell’UE, sebbene settori come Aerospace, Difesa, Energia e Farmaceutica potrebbero risentire meno di tali pressioni. Tuttavia, il broker vede un potenziale vantaggio per le aziende europee con esposizione agli USA, qualora Trump riduca le imposte. La politica di Trump verso la Cina potrebbe inoltre colpire settori europei come il lusso e l’automotive, fortemente esposti al mercato cinese.
Mercati europei in calo e vicini ai livelli più bassi, mentre gli indici statunitensi sono in flessione nelle prime ore di contrattazioni di mercoledì. Questo segue un finale misto di martedì, in cui l’S&P 500 ha registrato il primo doppio calo consecutivo da inizio settembre. I Treasury continuano a indebolirsi lungo tutta la curva, dopo una breve stabilizzazione di martedì, con un nuovo ricalcolo delle aspettative sui tassi. Gli utili si sono dimostrati un quadro contrastante, con sempre più discussioni sul fatto che il livello di aspettative sia diventato più alto, anche a causa del rally di sei settimane guidato dalla narrativa di un atterraggio morbido. Tra i fattori di pressione a breve termine, si menziona la vendita di fine anno da parte dei fondi comuni in ottobre, oltre all’incertezza sulle elezioni. Tuttavia, si spera che la conclusione del periodo elettorale possa stimolare nuovi slanci di ottimismo economico, supportati anche da fattori stagionali favorevoli alla fine dell’anno e dalla ripresa delle attività di riacquisto di azioni da parte delle società. In Asia, continuano le notizie di stimoli fiscali da parte della Cina, con proposte di un think tank che invocano ulteriori misure attraverso l’emissione di obbligazioni speciali per sostenere il welfare sociale e la creazione di un fondo di stabilizzazione del mercato azionario di CNY2T (pari a 281 miliardi di dollari). La risalita dei rendimenti obbligazionari rimane il tema centrale della settimana, riflettendo la tenuta della narrativa di un “no-landing” per l’economia, il rallentamento della disinflazione e una revisione delle previsioni sui tagli dei tassi da parte della Fed. Crescono anche le aspettative di una vittoria repubblicana nelle elezioni, che aumentano le preoccupazioni sul deficit di bilancio. I trader si preparano a una maggiore volatilità, con le elezioni e la prossima riunione della Fed a novembre considerate come eventi chiave.
In Europa, fonti riportano che alcuni funzionari della BCE stanno discutendo il rischio di un’inflazione inferiore alle attese e stanno avviando il dibattito su quale possa essere il livello neutrale dei tassi. Nel Regno Unito, il falco della BoE, Greene, ha minimizzato l’impatto positivo del dato sull’inflazione di settembre, ritenendolo non significativo. Nel contesto politico più ampio, Donald Trump ha presentato una denuncia legale contro il Partito Laburista britannico presso la commissione elettorale federale statunitense, accusandolo di contributi illegali a sostegno della campagna di Kamala Harris. Parallelamente, il Regno Unito ha avviato una revisione del settore delle industrie idriche privatizzate. Sul fronte commerciale, il cancelliere tedesco Olaf Scholz guida una delegazione in India, cercando di diversificare l’economia tedesca dalla dipendenza dalla Cina.
I mercati europei stanno valutando sempre più l’impatto di una possibile vittoria di Trump alle prossime elezioni statunitensi, considerata negativa a causa delle sue politiche commerciali protezionistiche, che potrebbero aumentare le tariffe sulle esportazioni europee, peggiorando le sfide economiche. Barclays (LON:BARC) ha recentemente evidenziato che le conseguenze potrebbero ridurre il PIL dell’UE e aumentare l’inflazione, a causa dell’incertezza commerciale e delle politiche domestiche degli Stati Uniti. I settori europei più esposti sarebbero beni capitali, automotive e chimica, mentre una vittoria di Harris con un Congresso diviso sarebbe più favorevole, mantenendo uno status quo che eviterebbe nuovi dazi. L’unico aspetto potenzialmente positivo della vittoria di Trump potrebbe essere il suo approccio al conflitto Russia-Ucraina, che potrebbe ridurre le tensioni geopolitiche e i costi energetici. Sul fronte delle tariffe, Morgan Stanley (NYSE:MS) stima un impatto di 30-60 punti base sul PIL dell’UE, sebbene settori come Aerospace, Difesa, Energia e Farmaceutica potrebbero risentire meno di tali pressioni. Tuttavia, il broker vede un potenziale vantaggio per le aziende europee con esposizione agli USA, qualora Trump riduca le imposte. La politica di Trump verso la Cina potrebbe inoltre colpire settori europei come il lusso e l’automotive, fortemente esposti al mercato cinese.