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Mercati Forex cauti in attesa dell’indice IPC USA

Pubblicato 10.12.2021, 10:26
Aggiornato 09.07.2023, 12:31
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Rassegna giornaliera sul mercato forex, 9 novembre 2021

Analisi realizzata alla chiusura del mercato statunitense a cura di Kathy Lien, Direttrice di FX Strategy per BK Asset Management.

Il dollaro è stato scambiato al rialzo contro tutte le maggiori valute nella giornata di giovedì, ad eccezione dello yen giapponese. La Federal Reserve si incontrerà la prossima settimana e ci si aspetta una rimozione più rapida dell’accomodamento della politica monetaria. Il report sulle richieste di disoccupazione di oggi conferma che il mercato del lavoro è rovente. Il numero delle nuove richieste è sceso a 185.000 la scorsa settimana, il minimo dal 1969. Avete capito bene: è un minimo da 52 anni. Le richieste settimanali possono essere molto volatili, ma c’è un irrefutabile trend in discesa che rispecchia la tensione del mercato del lavoro. I datori di lavoro sono riluttanti a licenziare i dipendenti quando c’è una carenza di candidati, il che può essere un problema per la crescita dei compensi.

I dati sull’inflazione USA saranno pubblicati domani, venerdì, e gli economisti si aspettano che il tasso di crescita mensile dell’indice IPC rallenti ed il tasso annuo acceleri. Dati i recenti commenti del presidente della Federal Reserve Jerome Powell secondo cui è il momento di ritirare la parola “transitoria” dalla descrizione dell’inflazione della banca centrale, i prezzi saliranno al ritmo più veloce di 30 anni, con buone probabilità che l’indice IPC mensile batta le aspettative. I prezzi della benzina sono stati alti per tutto il mese di novembre e molti americani hanno riportato un aumento dei costi per la cena del Ringraziamento. I trader stanno cautamente comprando dollari USA e vendendo titoli azionari, in vista del report IPC di domani. Se l’inflazione sarà più forte del previsto, le scommesse su un aumento dei tassi saliranno, portando il dollaro USA su contro euro, sterlina e dollaro canadese, e facendo scendere i titoli azionari.

Tutte e tre le valute legate alle materie prime sono scese. Il dollaro canadese ha proseguito la sua discesa dopo che la Banca del Canada ha affermato che i prezzi della benzina ultimamente sono scesi. La BoC si aspetta che l’indice IPC resti alto l’anno prossimo e scenda a circa il 2% nella seconda metà dell’anno. Il dollaro USA in salita ha inoltre fatto scendere i prezzi del greggio pesando ulteriormente sul “loonie”. I dati sull’inflazione cinesi più deboli hanno portato giù il dollaro australiano e neozelandese. Il report PMI neozelandese di stasera sarà di fondamentale importanza per il NZD.

Il dollaro USA in salita ha anche portato il cambio EUR/USD sotto 1,1300. Sebbene il minore surplus commerciale tedesco possa aver contribuito alla mossa, la vera preoccupazione è che le nazioni della zona euro imiteranno il Regno Unito applicando nuove restrizioni. Il numero giornaliero di casi nel Regno Unito è al massimo da gennaio. Lo stesso mese in cui i nuovi casi avevano toccato il record di 68.000 unità. I casi in Germania hanno raggiunto massimi storici questo mese e ieri il paese ha riportato il numero maggiore di vittime in un giorno da febbraio. Crescono gli appelli per avere restrizioni prima delle vacanze di Natale.

Il report sull’indice IPC tedesco di domani non dovrebbe avere un forte impatto sull’euro. La sterlina, invece, potrebbe essere colpita dai dati mensili sul PIL e sulla produzione industriale, che dovrebbero essere più solidi. La Banca d’Inghilterra si incontrerà la prossima settimana e gli investitori aspettano di sapere se la variante Omicron ha influito sui piani per la rimozione dello stimolo.

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