Market Brief
Ancora una volta, i dati pubblicati ieri negli USA sono stati complessivamente contrastati, mentre gli investitori attendono con impazienza che la Federal Reserve inizi a restringere la sua politica alla riunione di dicembre.
Se si osservano le probabilità implicite di una variazione del tasso, pare che il mercato sia sempre più convinto di un decollo a dicembre.
Le probabilità ricavata dall’OIS mostrano che le probabilità di un rialzo del tasso hanno raggiunto il 76%, rispetto al 45% di un mese fa.
Ci sembra che i dati economici non siano più importanti, ormai l’attenzione dei partecipanti al mercato si concentra esclusivamente sui commenti dei membri della Fed.
Secondo noi, i dati economici non sostengono un rialzo del tasso a dicembre. Tuttavia, la Fed è con le spalle al muro e sta perdendo la partita che lei stessa ha giocato, con Yellen che per mesi ha continuato a dire che andava tutto bene.
La Fed ora dovrà aumentare il tasso, anche se l’economia vacilla, e adotterà toni accomodanti con o senza un rialzo del tasso.
Stamane l’EUR/USD si stabilizza intorno a 1,06, gli operatori attendono la riunione di domani della BCE, durante la quale Draghi dovrebbe annunciare l’estensione e/o un aumento del programma di acquisto di asset, oltre al dato NFP di venerdì.
Oggi avremo un’anteprima della situazione del mercato occupazionale con la pubblicazione del dato ADP sulla variazione nell’occupazione, che dovrebbe salire a 190 mila unità rispetto alle 182 mila di ottobre.
Sul fronte azionario, Wall Street ieri ha chiuso in territorio positivo, con S&P 500, Nasdaq 100 e Dow Jones 30 in rialzo rispettivamente dell’1,07%, dello 0,93 e dello 0,95%.
I mercati azionari asiatici non sono riusciti a imitare l’andamento positivo e si sono mossi perlopiù in territorio negativo. In Giappone, il Nikkei 225 ha ceduto lo 0,73% mentre il TOPIXha guadagnato un esiguo 0,02%.
Nella Cina continentale, i due indici azionari si sono mossi in direzione opposta, con il Composite di Shanghai a +2,23% e quello di Shenzhen a -0,41%. A Hong Kong, l’Hang Seng ha fatto segnare un rialzo dello 0,53%.
In Brasile, nel terzo trimestre l’economia si è contratta più del previsto (il PIL si è contratto dell’1,7% t/t rispetto al -1,2% previsto e al -2,1% - cifra rivista al ribasso – del secondo trimestre), sulla scia dello scandalo per corruzione di Petrobras, che ha fatto passare in secondo piano le preoccupazioni legate all’economia del paese.
Sebbene i consumi delle famiglie siano scesi meno del previsto (-1,5% rispetto al -2,5% previsto), lo stallo politico danneggia gli investimenti fissi, che hanno subito una contrazione del 4% t/t. Ieri, a inizio seduta, la coppia USD/BRL ha testato il livello a 3,90, per poi stabilizzarsi a 3,85.
Prevediamo che il real brasiliano rimarrà sotto pressione viste le prospettive cupe. Oggi gli operatori monitoreranno il PMI costruzioni nel Regno Unito; l’IPC e l’IPP nell’Eurozona; le richieste di mutui MBA, il dato ADP sulla variazione nell’occupazione, il Libro Beige, gli interventi di Yellen, William, Lockhart e Tarullo negli USA; la decisione sul tasso della BoC in Canada.
Arnaud Masset, Market Strategist,
Swissquote Europe Ltd