Probabilmente uno dei migliori scienziati e matematici della storia, Isaac Newton, famoso per la sua mela e per la gravità, ha vissuto le sue teorie anche con il suo denaro, dove la mela si è rivelata essere un proiettile, che gli ha fatto perdere tutti i suoi soldi nella Bolla azionaria dei Mari del Sud, con i suoi investimenti che, probabilmente spinti dalla forza di gravità, sono franati a terra.
Ne ho parlato questa mattina in dettaglio nel mio canale Telegram "Colazione a WS", dove il 27/12 alle 21 faremo una diretta con la panoramica del 2024 sui mercati, la sintesi dei portafogli CAWS (quindi miei), e gli scenari 2025.
E pensare che il buon Newton, inizialmente era stato uno dei maggiori beneficiari della salita dei prezzi, vendendo la posizione e portando a casa ottimi guadagni.
Poi come sempre l'avidità, la FOMO, l'effetto gregge, lo hanno spinto a ributtarsi su quelle stesse azioni, vicino al picco della bolla, per perdere tutto (e anche di più) quando la bolla è scoppiata.
"Chi è in anticipo sui tempi, non è distinguibile da chi sbaglia", dice il detto.
Pensate a Buffett deriso e preso in giro durante la bolla Dotcom, quando stette fuori dal mercato per diversi anni, mentre (sulla carta) la gente comprava titoli che salivano sempre, anche senza valore. Poi sappiamo come è andata...
Forse non possiamo ancora parlare di bolla, anche se sul mercato USA, oggi dominante, le valutazioni iniziano ad essere "tirate". Il mercato è caro, questo sì, ma nulla vieta che possa diventare ancora più caro. Il mercato non ci avvisa quando cambia percorso, quando l'ultimo acquirente è entrato e si deve tirare lo sciacquone.
Noi possiamo solo distinguere due momenti precisi: cautela ed aggressività.
Oggi a mio giudizio è il primo dei due, serve maggiore cautela, anche se ciò non significa stare fuori dai mercati, quanto piuttosto adottare un atteggiamento maggiormente difensivo.
Ci sono ancora zone a sconto, asset interessanti alle valutazioni attuali, mentre alcuni settori, mercati o titoli sono oggettivamente più rischiosi.
Il 2025, sarà l'anno in cui dovremo gestire bene una fase molto particolare: tutti sanno che i mercati sono cari, ma nessuno vuole uscirne (almeno non ancora).
Di solito questi sono i momenti dove ricordarsi di ampliare la visuale (guardando indietro ed avanti di almeno 5 anni) può aiutarci a fare il punto della situazione,e capire se magari, visti gli ultimi 2 anni molto positivi, una maggiore cautela, oltre che auspicabile, sia effettivamente la soluzione migliore!
Ci vediamo il 27, nel frattempo vi lascio qui sotto il video in cui abbiamo parlato dell'OPS di Unicredit (BIT:CRDI) su BPM, spiegata in dettaglio, e del perchè ci siano nel 2025 delle interessanti situazioni su un settore specifico.
Alla prossima!
Ne ho parlato questa mattina in dettaglio nel mio canale Telegram "Colazione a WS", dove il 27/12 alle 21 faremo una diretta con la panoramica del 2024 sui mercati, la sintesi dei portafogli CAWS (quindi miei), e gli scenari 2025.
E pensare che il buon Newton, inizialmente era stato uno dei maggiori beneficiari della salita dei prezzi, vendendo la posizione e portando a casa ottimi guadagni.
Poi come sempre l'avidità, la FOMO, l'effetto gregge, lo hanno spinto a ributtarsi su quelle stesse azioni, vicino al picco della bolla, per perdere tutto (e anche di più) quando la bolla è scoppiata.
"Chi è in anticipo sui tempi, non è distinguibile da chi sbaglia", dice il detto.
Pensate a Buffett deriso e preso in giro durante la bolla Dotcom, quando stette fuori dal mercato per diversi anni, mentre (sulla carta) la gente comprava titoli che salivano sempre, anche senza valore. Poi sappiamo come è andata...
Oggi, a che punto siamo?
Forse non possiamo ancora parlare di bolla, anche se sul mercato USA, oggi dominante, le valutazioni iniziano ad essere "tirate". Il mercato è caro, questo sì, ma nulla vieta che possa diventare ancora più caro. Il mercato non ci avvisa quando cambia percorso, quando l'ultimo acquirente è entrato e si deve tirare lo sciacquone.
Noi possiamo solo distinguere due momenti precisi: cautela ed aggressività.
Oggi a mio giudizio è il primo dei due, serve maggiore cautela, anche se ciò non significa stare fuori dai mercati, quanto piuttosto adottare un atteggiamento maggiormente difensivo.
Ci sono ancora zone a sconto, asset interessanti alle valutazioni attuali, mentre alcuni settori, mercati o titoli sono oggettivamente più rischiosi.
Il 2025, sarà l'anno in cui dovremo gestire bene una fase molto particolare: tutti sanno che i mercati sono cari, ma nessuno vuole uscirne (almeno non ancora).
Di solito questi sono i momenti dove ricordarsi di ampliare la visuale (guardando indietro ed avanti di almeno 5 anni) può aiutarci a fare il punto della situazione,e capire se magari, visti gli ultimi 2 anni molto positivi, una maggiore cautela, oltre che auspicabile, sia effettivamente la soluzione migliore!
Ci vediamo il 27, nel frattempo vi lascio qui sotto il video in cui abbiamo parlato dell'OPS di Unicredit (BIT:CRDI) su BPM, spiegata in dettaglio, e del perchè ci siano nel 2025 delle interessanti situazioni su un settore specifico.
Alla prossima!