MILANO (Reuters) - Indici sempre positivi a Piazza Affari, e più in generale sulle altre borse europee, mentre a Wall Street i futures sugli indici azionari si muovono con un passo piu' cauto.
I riflettori degli investitori sono puntati sull'importante dato dell'inflazione Usa nel primo pomeriggio, che darà indicazioni sullo stato di salute della prima economia mondiale a pochi giorni dall'insediamento della nuova amministrazione Trump.
Le attese sono per un leggero incremento a perimetro annuo a 2,9% da 2,7%. Dati più alti del consensus potrebbero raffreddare ulteriormente le attese dei mercati monetari per il percorso di allentamento monetario targato Federal Reserve.
Intorno alle 12,30 il Ftse Mib sale dello 0,63% sui massimi di seduta. Volumi intorno ai 900 milioni di euro.
I titoli in evidenza oggi
Sbanda Saipem (BIT:SPMI), arrivato a perdere il 5% in avvio, per poi recuperare, attestandosi a -3,5%. Un trader cita l'indiscrezione di Bloomberg secondo cui la società deve fronteggiare un incremento dei costi nel progetto eolico francese a causa di difficoltà di perforazione.
Banche in ordine sparso con le big UniCredit e Intesa (BIT:ISP) in crescita rispettivamente dell'1% e in calo dello 0,06%. Banco Bpm (BIT:BAMI), sotto Ops da parte di Unicredit (BIT:CRDI), avanza dell'1% e tocca un nuovo massimo da gennaio 2016 a 8,23 euro.
Sul fronte dei rialzi, svetta Prysmian (BIT:PRY) in crescita del 2,85% dopo che Citi ha portato il prezzo obiettivo a 73 euro da 69 euro precedente in vista dei risultati del quarto trimestre.
La migliore del listino è Iveco che guadagna il 6,66%% sempre sull'effetto upgrade, in questo caso da parte di Kepler Cheuvreux che passa a 'buy' da 'hold' e prezzo obiettivo a 11,5 euro da 11.
In lieve rialzo Tim (BIT:TLIT) a +0.23%, mentre non riesce a risollevarsi Nexi (BIT:NEXII), in fondo al paniere, con un calo del 2,4% che segue il nuovo tonfo di ieri. Ieri, a tirare giu' le azioni, il report di Morgan Stanley (NYSE:MS) che ha ridotto la raccomandazione a 'underweight' da 'equal weight', evidenziando i maggiori rischi di crescita della società dei pagamenti italiana rispetto ai concorrenti.
(Giancarlo Navach, editing Stefano Bernabei)