“L’oro è denaro, tutto il resto è credito.” (J.P. Morgan)
Ci aspettano settimane laterali. I mercati azionari europei hanno chiuso la sessione di giovedì in leggero rialzo, ma sotto i massimi della giornata. I settori Travel/Leisure, Personal/Household Goods e Telecomunicazioni hanno registrato le performance migliori, mentre Chimica, Salute e Utilities sono stati i più deboli. Negli Stati Uniti, i mercati azionari hanno invece mostrato una tendenza al rialzo recuperando terreno dopo la terza sessione consecutiva di ribassi per l’S&P, segnando la prima serie di tre cali consecutivi da settembre. Un movimento guidato dal titolo Tesla (NASDAQ:TSLA) che ha catalizzato l’attenzione grazie al rimbalzo post-utili dopo l’annuncio di Elon Musk di una crescita delle consegne tra il 20% e il 30%, spinta da nuovi prodotti. Bene anche General Motors (NYSE:GM) che ha catturato il favore degli analisti con previsioni ottimistiche per il 2025. Infine un allentamento della pressione sui tassi, favorito dai dati PMI globali più deboli delle attese, ha fornito ulteriore supporto al rialzo del mercato. Attenzione però: l’incertezza elettorale statunitense, i timori sui deficit e le elevate valutazioni di Wall Street, continuano a pesare sul sentiment degli investitori, mentre il backup dei rendimenti obbligazionari ha rallentato, favorendo una stabilizzazione del sentiment facendo propendere per una fase laterale almeno per le prossime 2 settimane.
Il PMI spinge gli indici verso il basso
In Europa, i dati PMI preliminari di ottobre hanno offerto indicazioni contrastanti. L’indice composito dell’Eurozona è rimasto invariato a 49,7, confermando una contrazione economica per il secondo mese consecutivo. Il PMI manifatturiero ha sorpreso positivamente, attestandosi a 45,9 contro le aspettative di 45,1, raggiungendo il livello più alto da maggio. Al contrario, i servizi hanno deluso, scendendo a 51,2 contro le attese di 51,5. La Germania ha registrato un aumento dell’attività economica, con un PMI in miglioramento a 48,4, mentre la Francia ha subito un forte calo della domanda, con il PMI sceso a 47,3. La debolezza economica della Francia, insieme alle preoccupazioni per l’occupazione in Germania, dove i tagli ai posti di lavoro sono accelerati al ritmo più veloce dal 2020, ha amplificato le pressioni sulla BCE in vista delle decisioni di politica monetaria di dicembre.
Caccia all’oro
L’oro continua a consolidarsi come bene rifugio, raggiungendo i $2.720 l’oncia, nuovamente vicino ai massimi dell’anno e segnando un progresso di oltre il 33% da gennaio. Nonostante molti analisti avessero previsto una correzione dopo il picco di dicembre 2023, il trend è rimasto positivo, sostenuto principalmente dagli acquisti di oro delle banche centrali non occidentali, come quelle di Cina e Nigeria. Gli Stati Uniti rimangono il principale detentore di riserve auree con oltre 8.133 tonnellate, seguiti dalla Germania e dall’Italia, rispettivamente con 3.353 e 2.452 tonnellate. La Banca Centrale Cinese ha continuato a rafforzare le sue posizioni, probabilmente superando le 2.235 tonnellate ufficialmente dichiarate, seguita dall’India con 804 tonnellate. Il crescente accumulo di oro da parte di questi Paesi riflette la loro strategia di diversificazione degli asset e di protezione contro i rischi legati alla volatilità dei mercati internazionali.
Ci aspettano settimane laterali. I mercati azionari europei hanno chiuso la sessione di giovedì in leggero rialzo, ma sotto i massimi della giornata. I settori Travel/Leisure, Personal/Household Goods e Telecomunicazioni hanno registrato le performance migliori, mentre Chimica, Salute e Utilities sono stati i più deboli. Negli Stati Uniti, i mercati azionari hanno invece mostrato una tendenza al rialzo recuperando terreno dopo la terza sessione consecutiva di ribassi per l’S&P, segnando la prima serie di tre cali consecutivi da settembre. Un movimento guidato dal titolo Tesla (NASDAQ:TSLA) che ha catalizzato l’attenzione grazie al rimbalzo post-utili dopo l’annuncio di Elon Musk di una crescita delle consegne tra il 20% e il 30%, spinta da nuovi prodotti. Bene anche General Motors (NYSE:GM) che ha catturato il favore degli analisti con previsioni ottimistiche per il 2025. Infine un allentamento della pressione sui tassi, favorito dai dati PMI globali più deboli delle attese, ha fornito ulteriore supporto al rialzo del mercato. Attenzione però: l’incertezza elettorale statunitense, i timori sui deficit e le elevate valutazioni di Wall Street, continuano a pesare sul sentiment degli investitori, mentre il backup dei rendimenti obbligazionari ha rallentato, favorendo una stabilizzazione del sentiment facendo propendere per una fase laterale almeno per le prossime 2 settimane.
Il PMI spinge gli indici verso il basso
In Europa, i dati PMI preliminari di ottobre hanno offerto indicazioni contrastanti. L’indice composito dell’Eurozona è rimasto invariato a 49,7, confermando una contrazione economica per il secondo mese consecutivo. Il PMI manifatturiero ha sorpreso positivamente, attestandosi a 45,9 contro le aspettative di 45,1, raggiungendo il livello più alto da maggio. Al contrario, i servizi hanno deluso, scendendo a 51,2 contro le attese di 51,5. La Germania ha registrato un aumento dell’attività economica, con un PMI in miglioramento a 48,4, mentre la Francia ha subito un forte calo della domanda, con il PMI sceso a 47,3. La debolezza economica della Francia, insieme alle preoccupazioni per l’occupazione in Germania, dove i tagli ai posti di lavoro sono accelerati al ritmo più veloce dal 2020, ha amplificato le pressioni sulla BCE in vista delle decisioni di politica monetaria di dicembre.
Caccia all’oro
L’oro continua a consolidarsi come bene rifugio, raggiungendo i $2.720 l’oncia, nuovamente vicino ai massimi dell’anno e segnando un progresso di oltre il 33% da gennaio. Nonostante molti analisti avessero previsto una correzione dopo il picco di dicembre 2023, il trend è rimasto positivo, sostenuto principalmente dagli acquisti di oro delle banche centrali non occidentali, come quelle di Cina e Nigeria. Gli Stati Uniti rimangono il principale detentore di riserve auree con oltre 8.133 tonnellate, seguiti dalla Germania e dall’Italia, rispettivamente con 3.353 e 2.452 tonnellate. La Banca Centrale Cinese ha continuato a rafforzare le sue posizioni, probabilmente superando le 2.235 tonnellate ufficialmente dichiarate, seguita dall’India con 804 tonnellate. Il crescente accumulo di oro da parte di questi Paesi riflette la loro strategia di diversificazione degli asset e di protezione contro i rischi legati alla volatilità dei mercati internazionali.