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Morning adviser, BCE e BoE prima dei NFP

Pubblicato 05.09.2013, 08:26
Aggiornato 11.09.2019, 13:55
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Matteo Paganini, 5 settembre 2013

INTRO
Evitiamo di ripeterci circa le varie correlazioni tra i diversi strumenti finanziari, troppo aleatorie per essere prese in considerazione a livello operativo e ci andiamo a concentrare sugli incontri che avverranno oggi sul fronte Banche Centrali prima della pubblicazione degli attesissimi dati sul mercato del lavoro americano che verranno rilasciati domani e che precedono di un paio di settimane la riunione del FOMC che deciderà sulla politica monetaria a stelle e strisce, dopo la release del Beige Book che ha mostrato una crescita definita come moderata/modesta nei dodici distretti.

BoE: dopo i target sull’occupazione, possibile aumento del QE? Carney, ex governatore della Bank of Canada, è stato chiaro durante la pubblicazione dell’ultimo inflativo report relativo alla situazione economica della Gran Bretagna: fino a quando non si raggiungerà il livello del 7% per quanto riguarda il tasso di disoccupazione nessuna mossa restrittiva verrà implementata, né dal punto di vista di eventuali strategie di uscita dal QE da 375 miliardi di pound in atto, né tantomeno dal punto di vista di un ritocco a rialzo dei tassi, attualmente allo 0.50%. Anzi, se dovesse rendersi necessario, un eventuale aumento del piano di acquisti non è da escludere. Ed è proprio su questo che le attenzioni degli investitori si stanno concentrando. Noi crediamo che, in base alle ultime pubblicazioni che ci sono arrivate dal fronte britannico, non ci sia spazio di manovra né in senso accomodante né in senso restrittivo ed un nulla di fatto non ci stupirebbe più di tanto, con la sterlina che potrebbe reagire positivamente ad una tale non notizia in quanto si allontanerebbe l’idea di vedere aumenti di QE nei prossimi mesi, sempre che il tasso di disoccupazione non vada a peggiorare rispetto a quel 7.8% intorno al quale ci muoviamo da circa un anno a questa parte. Un mancato aumento di QE andrebbe a riallineare le aspettative degli investitori che comprenderebbero come il disallineamento tra potenziali politiche future a stelle e strisce (che andranno, prima o poi a ridurre il piano di acquisti) risulti inferiore rispetto a quanto si sarebbe potuto raggiungere in caso di modifica al piano di acquisti inglese che avrebbe potuto essere di altri 25 miliardi di sterline.

Disallineamento monetario che permane per la BCE

Differente il caso della Banca Centrale Europea e dell’area euro in generale, dove la politica monetaria non accenna a tornare nemmeno vicina ad idee restrittive, come Draghi ha tentato in maniera veemente di far comprendere al mercato. Non vi nascondiamo che la curiosità di assistere alla conferenza stampa di oggi, che seguirà molto probabilmente un nulla di fatto da parte dell’istituto di Francoforte (che andrà a mantenere presumibilmente i tassi di riferimento allo 0.50% e soprattutto quelli sui depositi a 0%, senza portarli in territorio negativo), dopo l’orrendo appuntamento che ci ha accompagnato il mese scorso. Il numero uno della BCE è risultato quantomeno stucchevole nel continuare a ripetere con insistenza che la BCE continuerà a trasmettere chiari segnali ai mercati se necessario, e lo ha fatto al fine di mantenere/aumentare la credibilità dell’istituto centrale ribadendo che i tassi di riferimento principali del sistema economico europeo rimarranno su livelli eccezionalmente bassi per un esteso periodo di tempo, non escludendo di fatto la possibilità che si possa ricorrere ad ulteriori tagli di tassi. Ed è qui che si è creata, anche se in maniera debole, l’aspettativa di poter comunque assistere a mosse accomodanti da parte della BCE che, se non dovessero avvenire potrebbero pesare sulla moneta unica, soprattutto se Draghi non fornirà ulteriori spunti di riflessione ma rimarrà fermo sulla linea comunicativa adottata la scorsa volta. Seguiremo insieme la conferenza alle ore 14.25, collegatevi per seguire il mercato insieme a noi.

QUADRO TECNICO

EUR/USD:
dal punto di vista tecnico l’euro si trova in correzione stamattina, dopo aver mancato tentativi di estensione oltre 1.3235, livello che consideravamo per valutare approfondimenti rialzisti del cambio, che si sta ora avvicinando ai punti di supporto passanti per 1.3140. Il fatto che la media a 100 oraria e che i punti precedenti abbiano tenuto su un grafico orario e che i prezzi si siano fermati sulle resistenze dinamiche individuabili su un time frame a 4 ore ci fa pensare che possano verificarsi dei tentativi di rottura ribassista che se dovessero superare 1.3125 potrebbero spingere le quotazioni oltre 1.3100, con primi target passanti per 1.3070. Curiamo le resistenze viste prima di pensare ad eventuali salite dei prezzi che potrebbero tentare il raggiungimento di area 1.3260 e 1.3300 in estensione, ricordando la possibilità di analizzare insieme a noi la price action sulla conferenza stampa.

USD/JPY:
lo aspettavamo a 100 e a 100 è arrivato nella notte. Ci stiamo mantenendo sopra la media a 21 oraria, ma soprattutto all’interno di un canale lievemente rialzista che restituisce proprio in area 100.00 le resistenze principali. Se andiamo a tracciare la trendline che parte dai minimi di fine agosto inoltre, notiamo come vi sia stato il rispetto preciso di essa, il che fa considerare il movimento come ancora potenzialmente crescente. Non dobbiamo escludere che in caso di superamento di area 100.15 il mercato possa tentare degli approfondimenti verso i massimi precedenti passanti intorno a 100.40, seguendo la possibilità di una correzione di brevissimo periodo (da valutare su un grafico orario) che fino a quando non supererà a ribasso l’area di 99.50 (35 il trigger eventuale) potrà fornire opportunità di acquisto di dollaro e seguendo, questa volta su un grafico a 4 ore, la possibilità di vedersi formare una divergenza ribassista che potrebbe portare a correzioni più significative in caso di compimento (come sempre, cominciamo a seguire la media a 21 di riferimento per valutare eventuali frenate dei prezzi se la divergenza dovesse verificarsi).

EUR/JPY:
difficile da lavorare il cambio su time frame bassi a causa della bassa volatilità che sta caratterizzando i propri movimenti. Meglio concentrarsi su time frame piùlunghi, come un 4 ore, dove esiste la possibilità di vedere completata una divergenza ribassista che potrebbe essere in grado, in caso di superamento ribassista della media a 21 oraria, dei livelli precedenti che cominciano a passare intorno a 130.75 e che possono estendersi fino a 130.50. E’ possibile valutare di anticipare questa divergenza per migliorare il risk reward di questa operazione, tenendo conto che un giro a rialzo con l’abbattimento dei livelli passanti intorno a 131.85 potrebbe riportare i prezzi oltre il livello di 132.00, sui massimi precedenti.

GBP/USD:
la sterlina si trova in correzione come l’euro, all’interno di una potenziale figura a bandiera rialzista che su un grafico orario può lasciare spazio fino ad area 1.5580 prima di poter pensare a ripartenze decise del cambio. Il fatto che gli ultimi supporti statici, creatisi sul tentativo di discesa visto ieri mattina e nel primo pomeriggio, abbiano tenuto, non ci fa disdegnare l’idea di cominciare a valutare acquisti di pound anche ai livelli attuali (nel momento in cui scriviamo), tenendo delle cartucce per mediare fino ai supporti ultimi analizzati, tenendo conto che se dovessimo superare a ribasso l’area di 1.5560 il mercato potrebbe trovare la forza di scendere verso i minimi precedenti passanti intorno a 1.5530, da poter seguire anche su un grafico a 4 ore tenendo gli occhi puntati sullo stocastico, che fino a quando non dovesse entrare in zona di ipervenduto potrebbe suggerire continuazione del movimento. 1.5640 il livello oltre il quale un’eventuale ripresa di quota del pound potrebbe divenire significativa, con primi target sui massimi di ieri pomeriggio ed estensioni verso 1.5700, in caso di superamento di 1.5665.

AUD/USD:
lieve perdita di momentum per il dollaro australiano, che potrebbe mostrare tentativi d correzione in caso di abbandono dell’area passante attorno a 0.9125. Per il momento siamo nei pressi della media a 21 oraria all’interno di una figura che può essere ancora considerata come di correzione e che potrebbe fornire buoni spunti rialzisti in caso di non superamento dei supporti visti. Un approfondimento sotto di essi potrebbe rivelarsi efficace per pensare ad acquisti di dollaro americano con target potenziali in area 0.9090 (punti precedenti e media a 100 oraria), mentre una loro tenuta potrebbe essere propedeutica al raggiungimento degli ultimi massimi e a possibili estensioni verso 0.9230, livello da superare per assistere a salite verso 0.9330 (un grafico daily descrive bene questi due livelli).


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