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Morning adviser, BCE: che brutta conferenza

Pubblicato 02.08.2013, 08:46
Aggiornato 11.09.2019, 13:55
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Matteo Paganini, 2 agosto 2013

INTRO
Neanche la BCE è riuscita a far prendere direzionalità all’EurUsd, anche di fronte a una delle più brutte conferenze stampa mai ascoltate. Di contro il dollaro americano è riuscito a recuperare terreno contro le altre valute, in concomitanza di una salita della borse americane che ha portato lo S&P500 a compiere nuovi massimi storici.

Draghi al contrario di me: ripete, eccome se ripete
Mario Draghi ieri ci ha regalato una delle conferenza stampa più strane degli ultimi tempi. Oltre al solito dipinto della situazione economica europea, che rimane comunque preoccupante, egli si è lanciato in una descrizione di come avvengono i processi decisionali all’interno del Board, di quanto sia importante mantenere la credibilità circa l’indipendenza dei membri del consiglio direttivo e di come si debba cercare di passare al mercato un messaggio che si è creato in base alle aspettative che queste persone hanno circa l’andamento economico e, se necessario, questo messaggio deve essere ripetuto e ripetuto affinchè esso passi. Un tentativo di voler ribadire la credibilità dell’istituto centrale e di voler far capire al mercato come la politica accomodante adottata dall’istituto centrale europeo verrà portata avanti, indipendentemente dalle scelte di quei Paesi che “non rappresentano un’unione di diversi Stati che condividono la stessa moneta”. Le indicazioni, nella loro poco chiarezza, sono sufficientemente chiare per creare delle aspettative razionali all’interno della mente degli investitori. Si manterranno infatti i tassi di interesse di riferimento principali sui livelli attuali, se non più bassi, per un esteso periodo di tempo. Non sappiamo fino a quando, non sappiamo se rimarranno tali o verranno abbassati, quello che è certo è che fino a fine anno almeno, i tassi non saliranno, e questo è stato ribadito diverse volte dal numero uno di Francoforte che ha detto in maniera molto chiara di essere pronto a ribadire il concetto tutte le volte che dovesse rendersi necessario.

E l’inflazione? Non dovremmo curare la stabilità dei prezzi?
A proposito dell’inflazione, la grande scusa a cui ci siamo attaccati durante gli ultimi anni, ora che risulta nel breve periodo inferiore alla soglia di attenzione dell’istituto centrale e che in tutti i Paesi dell’area euro ha mostrato dei rallentamenti (anche se non ci sono segnali deflattivi), non rappresenta un problema su cui andare ad agire? Senza uscire, tra l’altro, dal mandato ufficiale? La risposta sembrerebbe un sì convinto, ma a quanto pare la situazione non è considerata tanto grave dalla BCE, che ritiene che il livello attuale del costo del denaro sia consono all’andamento economico. Noi crediamo, come ribadito più volte, di essere in ritardo, un ritardo probabilmente irrecuperabile. Lo squilibrio che si sta vivendo sul mercato dei tassi è sotto gli occhi di tutti, e da più di un anno a questa parte cerchiamo di passare il messaggio. Guardando banalmente i rapporti di rollover sulle posizioni aperte sull’EurUsd e mantenute overnight mostra chiaramente che i tassi reali overnight euro sono vicini allo zero, se questo scompenso non rientrerà presto, considerato lo stato dell’arte attuale, significherà che il circuito del credito potrebbe congelarsi definitivamente. Un circuito che, secondo Draghi, non ripartirà prima di aver registrato dei miglioramenti sostanziali nell’economia e nella fiducia. Un taglio di tassi, con discesa del corridoio sotto lo zero, non potrebbe essere un buon tampone. E’ la prima volta che potreste agire a sostegno della crescita, mascherando l’operazione come un’azione legata al perseguimento della stabilità dei prezzi, forza, cosa aspettiamo?

Il dollaro e i NFP
Prima di passare a vedere quali possano essere i livelli tecnici importanti per quest’ultimo giorno della settimana, concentriamoci un attimino sul dollaro americano, che ieri è stato in grado di compiere una buona salita nei confronti della maggior parte della valute contro cui è quotato, in ultima istanza euro compreso, anche se, come visto, non abbiamo superato nessun livello di interesse, tecnicamente parlando. Oggi avremo la release dei dati sulla disoccupazione americana e sui NFP, i nuovi occupati del settore non agricolo. Le attese si aggirano intorno a 185k, con la disoccupazione prevista a 7.5% dal 7.6% precedente. Un dato anche il linea con la aspettative potrebbe essere supportivo per borse e dollaro americano, dato il fatto che Ben Bernanke ha fatto capire che gli stimoli non verranno ritirati a breve (almeno non fino a metà ottobre, aggiungiamo noi in maniera prudenziale). Un buon dato dunque potrebbe dare slancio ai prezzi, probabilmente non ancora pronti per scendere.

QUADRO TECNICO

EUR/USD
l’euro si trova sotto la media a 21 periodi, che sta funzionando, insieme ai massimi fatti segnare nella notte, da resistenza su una divergenza rialzista oraria, quasi terminata. Potrebbero esserci delle buone opportunità di vendita tra qui e 1.3240, tenendo conto che un ritorno sopra 65 potrebbe cambiare lo scenario e far puntare verso 1.3300. Un superamento dei minimi di ieri diviene necessario per il raggiungimento, in primis, di 1.3170 ed in estensione di 1.3140.

USD/JPY
raggiunto e superato 99.30 che ora sta fungendo da supporto statico (minimi della notte) e dinamico (media a 21 oraria). Una ripartenza oltre 99.80 potrebbe portare a tentativi di raggiungimento del livello di 100.00 yen per ogni dollaro, che se superato di una trentina di punti potrebbe portare a salite definitive, riferendoci chiaramente al breve periodo. Buona anche la possibilità di lavorare in vendita su un possibile doppio massimi, dato il buon risk reward che potrebbe prevedere uno stop e reverse molto vicino (obiettivi sui minimi di supporto).

EUR/JPY
raggiunto 131.40 e superato. Siamo ora sopra la media mobile a 21 periodi oraria e ci sono le possibilità di assistere a formazioni di divergenze ribassiste durante la giornata. Per il momento seguiamo 131.15 come supporto e 132.00 come possibile target della rottura a rialzo della bandiera formatasi tra ieri pomeriggio e stamattina su un grafico orario.

GBP/USD
continua l’altissima volatilità sul cable, con inversioni molto violente sul versante direzionalità di breve. Raccomandiamo cautela nello scambiarlo, soprattutto per chi non ha un alto grado di rischio da contemplare. Seguiamo come resistenze i livelli posti intorno a 1.5140/50, dove passano punti precedenti e la media a 21 oraria, mentre per assistere a discesa dobbiamo attendere il superamento di 1.5100, che potrebbe portare verso 1.5060. Un ritorno sopra 1.5165 potrebbe essere propedeutico al tentativo di raggiungimento di 1.5200.

AUD/USD
sfiorato il livello di target posto a 0.8875 (il mercato, per il momento, ha fatto 0.8890). Siamo all’interno di un quadro ribassista di breve periodo che non ha ancora mostrato alcun segnale di correzione o di inversione. Cercheremo questi segnali nel momento in cui i prezzi dovessero tornare sopra 0.8950 e comunque non ci aspettiamo correzioni che vadano oltre 0.9000 (un superamento di 0.9015 potrebbe portare verso i livelli visti ieri). Una discesa sotto il livello di target dato ieri potrebbe portare ad accelerazioni verso 0.8790.


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