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Morning adviser, Dollaro al top

Pubblicato 03.07.2013, 09:45
Aggiornato 11.09.2019, 13:55
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Dunque il DOW JONES FXCM Dollar Index si è portato sui massimi da tre anni, rompendo i precedenti livelli di poco più di un mese fa che si attestavano a quota 10.880 e confermando la forza relativa contro le altre major.

Nella fattispecie dei rapporti valutari che compongono l’indice, il cammino di rafforzamento del greenback era cominciato nella notte di ieri con lo statement della Reserve Bank of Australia che si era pronunciata circa un eccessiva forza della moneta domestica e che aveva generato importanti vendite sul fronte AUD/USD.

Le stesse vendite sono poi proseguite questa notte sulle parole del Governatore della RBA Stevens il quale ha ribadito l’importanza di avere un cambio flessibile quale fattore di aggiustamento all’interno delle diverse fasi del ciclo economico, affermando il concetto per il quale “se un’economia necessita un tasso di cambio inferiore probabilmente questo verrà raggiunto” il che non ha lasciato spazio ad interpretazioni circa nuove ondate di vendite per il cambio che si è ha messo a segno nuovi mimimi sotto quota 0,91.

Estremamente significativa è stata poi la violazione al ribasso dell’area di supporto compresa tra 1,30 e 1,2990 sul cambio Eurodollaro che potrebbe aprire la strada a nuovi e importanti ribassi, così come il simile movimento di GBP/USD verso nuovi minimi relativi e l’importante rialzo di USD/JPY che ha rotto con forza area 100 e si è portato fino a quota 100,80.

A suffragio dei movimenti tecnici vi sono state le parole del Presidente della Fed di New York nonché vicepresidente del FOMC (il bracio di politica monetaria della FED) William Dudley il quale ha parlato di accelerazione della crescita economica nel 2014 che potrebbe portare agli ormai famosi tagli ai massicci acquisti di bond e MBS per 85 miliardi di dollari al mese ancora in essere da parte della Banca Centrale USA.

La singolarità di questo concertato movimento dollaro centrico arriva all’interno di un contesto nel quale oggi vi sarà una sostanziale sottrazione liquidità dal mercato per via delle contrattazioni limitate che si avranno per il Pre-Indipendence Day Americano a cui seguirà naturalmente la chiusura totale dei mercati d’oltreoceano nella giornata di domani per la celebrazione del Giorno dell’Indipendenza, nel quale però si terranno il meeting della Bank Of England – il primo del neo Governatore Carney (ex Bank of Canada) – e quello della Banca Centrale Europea.


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Venerdì naturalmente si avrà la pubblicazione dei Non Farm Payrolls e del Tasso di Disoccupazione USA.

Diviene perciò non propriamente univoca l’interpretazione di un mercato che si trova su livelli tecnici già estremamente delicati e che vivrà i suoi principali movers in un paradossale contesto di liquidità limitata.

E’ verosimile perciò per oggi che la volatilità, come nella giornata di ieri, si estrinsechi a fiammate e che resti comunque elevata (visti i percentili di volatilità implicita delle opzioni scritte sui tassi di cambio) anche se probabilmente non in grado di generare marcata direzionalità, visto anche un calendario economico che vedrà Bilancia Commerciale e Sussidi di Disoccupazione USA e viste naturalmente le aspettative che potranno essere prezzate in relazione alla presenza degli eventi catalizzatori a partire da domani.

A livello operativo suggeriamo comunque un’estrema attenzione agli attuali livelli tecnici che restano molto delicati e che possono offrire dei ratio di Rischio/Rendimento estremamente vantaggiosi per il trader, il quale deve assolutamente rimanere focalizzato sugli aspetti grafici in un momento in cui le dinamiche correlative vengono meno come dimostra l’oro (totalmente scollegato da tutto) e le Borse che perdurano in lateralità.

EUR/USD
Movimento importante per il cambio nella giornata di ieri in grado di violare la trendline di supporto di congiunzione dei minimi a partire da metà del mese di Maggio - trendline che costituisce la base del canale di correzione rialzista del più ampio e duraturo trend discesista del cambio – e la flag ben visibile sull’orario con raggiungimento perfetto della proiezione teorica della figura. Il superamento al ribasso di 1,2990 non ha però portato a strappi significativi al ribasso che potrebbero divenire però definitivi dopo l’1,2950 per target di breve a 1,2915 e più estesi a 1,2850. Possibili, ancora in ottica ribassista, i pullback proprio in area 1,30 sul transito della media mobile esponenziale a 21 periodi sul grafico orario che, solo se superato, riporterebbe il prezzo a rivedere 1,3040.

USD/JPY
Il UsdJpy ha continuato a muoversi sopra la media mobile a 21 periodi oraria che sta continuando a mostrare la sua validità a livello di supporto dinamico. La rottura al rialzo di 99,90 e della soglia psicologica di 100 hanno poi fatto il resto, determinando approdi fino a quota 100,80. Un superamento al rialzo di questo livello, sulla rottura dell’attuale congestione delimitata appunto da 100,80 e 100,50 (transito della media 21 su grafico orario), condurebbe al preciso 101,30 al rialzo e nuovamente verso il 99,90 su quello che diverebbe lo sviluppo di una potenziale divergenza ribassista con l’oscillatore stocastico su time frame a 4 ore.

EUR/JPY
Molto tecnico ieri il cross che è riuscito a portarsi su livelli sostenuti in area 131 sfruttando in intraday contemporanei rialzi dei cambi originali eurodollaro e USD/JPY. Preciso il rimbalzo sull’area di supporto presso 130, per precise risalite sostenute ora dal supporto statico a 130,30 nonché dalla conformazione a pennant ben visibile sul grafico orario. 130,75 e 131,10 i primi obiettivi al rialzo, con 131,70 in estensione.

GBP/USD
Come per l’eurodollaro, è stata precisa ieri la rottura della correzione rialzista con ottimo approdo sul supporto in area 1,5140. Da notare la significatività della media mobile esponenziale a 21 periodi sul grafico a 4 ore nei puntuali retest del prezzo e che potrebbe tornare d’attualià laddove proprio su questo time frame dovesse manifestarsi la potenziale divergenza bullish con lo stocastico. Il livello di riferimento sarebbe in questo caso posto a 1,5220. Funzionali potrebbero invece essere dei posizionamenti in STOP Entry sotto l’1,5140 per primissimi obiettivi a 1,5115 (per stop in pari) e successivi a 1,5075 e 1,5040.

AUD/USD
Abbiamo già descritto brevemente il movimento visto sul dollaro australiano. Preciso è stato infatti il breakout ribassista sotto 0,9115 che ora vedono in un’area delimitata da 0,9050 e 0,9030 il potenziale punto di approdo. 0,9120 il riferimento naturalmente in caso di correzione.

Davide Marone
Analyst DailyFX



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