Appare sempre più paradossale ma l’euro continua ad apprezzarsi contro il dollaro americano, riportandosi sui massimi relativi in area 1,3380 sebbene ad incrementi decrescenti.
Abbiamo già più volte ribadito negli ultimi giorni la difficoltà e probabilmente l’inutilità di interpretare il mercato da un punto di vista correlativo; solo poche settimane fa assistevamo infatti a movimenti concertati di dollaro americano che veniva comprato (perlopiù) e venduto in maniera generalizzata contro tutte le altre major senza eccezioni, e i cui flussi di liquidità si riversavano massicciamente sull’azionario che restava sostenutissimo e continuava a crescere senza soluzione di continuità.
Ebbene quel presumibile rafforzamento del greenback ha subito una forte battuta di arresto in quanto le aspettative su possibili exit strategy della FED dal suo attuale piano di Quantitative Easing (3) sono andate raffreddandosi in ottica di breve termine, in quanto i miglioramenti sul fronte occupazionale appaiono meno continui e sostanziali di quanto si potesse credere in accezione previsionale.
A dimostrazione di ciò vale la pena osservare la price action del FXCM Dow Jones Dollar Index, benchmark estremamente efficace per fornire una chiave di lettura generale del mercato, che si è portato via dai massimi storici a 10.800 e ha progressivamente violato i supporti più importanti compreso il 10.520 della giornata di ieri.
A questo punto è opportuno domandarsi se l’indebolimento del biglietto verde possa perdurare o se invece la valuta dominante del mercato possa tornare ad essere comprata ed essere destinataria di nuovi flussi di liquidità non solo nel breve ma anche in ottica di gestione di portafogli orientata al medio periodo.
Proprio in questa ultima accezione è riscontrabile infatti un afflusso di Investimenti Diretti Esteri proprio in valuta americana, che suggeriscono che proprio gli Stati Uniti sono percepiti come la area economica nella quale gli investimenti presentano i migliori ratio di Rischio/Rendimento nel momento in cui le economie emergenti si trovano di fronte ad una fase di passaggio in cui si trovano costretti a rendere la loro crescita sostenibile e legata allo stimolo della domanda interna, l’Eurozona mostra solo segni di debolezza e il Giappone rappresenta un punto interrogativo circa l’efficacia delle recenti politiche economiche e monetarie.
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Perciò pur escludendo l’attuale dibattito in seno alla FED, le cui decisioni sono comunque legate agli sviluppi di breve, potrebbero esserci fattori strutturali per il rafforzamento del dollaro americano. Sul fronte euro, il contesto resta particolarmente negativo ed è più simbolico che sostanziale ma emblematico il fatto che nuovi timori si stiano affacciando sul fronte greco.
Inoltre, uno dei membri del Board della BCE Mersch è tornato sul tema del tasso d’interesse negativo sui depositi di liquidità overnight delle banche presso i forzieri di Francoforte, dimostrando come le incertezze all’intero dell’Istituto Centrale siano presenti nel momento in cui nessun fondamentale dell’economia migliora anche a fronte delle misure eccezionali implementate.
Sul fronte yen invece vi sono state le Minute della Bank of Japan dalle quali emerge una fiducia circa i primi segnali positivi provenienti dagli indicatori economici, sebbene vi sia l’ammissione implicita che il raggiungimento di un target di inflazione al 2% in due anni appare piuttosto ambizioso e che ciò potrebbe portare ad eccessive speculazioni sulle aspettative di ulteriore QE da parte della BOJ (che se non alimentate potrebbero frenare il recente rialzo dei rendimenti dell’obbligazionario) così come causare squilibri dei conti pubblici.
E’ ripartito così un rafforzamento dello yen questa notte che potrebbe far rivisitare, contro il dollaro americano, i delicati punti tecnici in area 94. Ma per questo portiamoci all’analisi dei livelli tecnici.
EUR/USD
Molto precisa la price action dell’eurodollaro che continua a muoversi al rialzo per offrire buone opportunità di rientrare in scia al trend sui puntuali ritracciamenti che avvengono sulle confluenze grafiche di livelli di supporto statici, dinamici e sulle medie mobili. Il grafico a 4 ore, con la media mobile esponenziale a 21 periodi, e il grafico a 1 ora, con quella a 100 periodi, sono stati in questo senso emblematici. Tuttavia la possibilità di una conformazione a doppio massimo in area 1,3380 appare più che sensata nel momento in cui dovessero cedere i primi punti tecnici e l’area ch e va da 1,3330 a 1,33 in primo luogo. A quel punto si potrebbe lavorare in vendita per obiettivi successivi a 1,3240 e 1,3185. La tenuta della sopracitata zona di prezzo rappresenterebbe invece un’ulteriore possibilità di ingressi long con ottimi Risk/Reward e con l’eventualità di trovarsi già nel mercato per poter attendere break rialzisti sopra massimi verso 1,3430.
USD/JPY
I ribassi importanti che hanno interessato il cambio sembrano essersi in primo luogo infranti sui supporti a 94, da cui ci si è ben portati sulle prime resistenze di breve in area 95,50. L’attuale posizione del prezzo, mediana rispetto a questi due riferimenti, non suggerisce ottimali rapporti di Risk Reward per la ricerca di posizionamenti che sarebbero ottimali in ottica di Sop Entry proprio sopra 95,70 per obiettivi in area 97 e sotto i minimi per breakout ribassisti che diverrebbero verosimili per l’area di 92,70.
EUR/JPY
Dopo aver fornito la sensazione di rotture al ribasso, il cross ha beneficiato nel pomeriggio di ieri del contemporaneo rialzo dei cambi originali EUR/USD e USD/JPY riuscendo a mettere a segno oltre tre figure dai minimi relativi a 125. 126,20 il primo prezzo per pensare a posizionamenti corti in ripresa dei minimi e 127,20 per quelli long con prime prese di profitto in area 128 superato il quale ci potrebbe essere spazio per ulteriori 100 pips.
GBP/USD
Nuove prove di rottura al rialzo per il cable, che ora testa la media mobile semplice a 200 periodi sul grafico giornaliero in area 1,57. La possibile divergenza regolare ribassista con l’oscillatore stocastico potrebbe suggerire ingressi short con buoni RR, seguendo un approccio conservativo nel momento in cui si attende il superamento della media a 21 periodi transitante per 1,5650 per target a 1,56 e 1,5490 in estensione. A 1,5830 il livello di approdo ideale se dovesse esserci una rottura rialzista, sopra 1,5730.
AUD/USD
Ancora buono il canale rialzista sul cambio che si è portato via dai minimi e ha mostrato buoni segni di ripresa andando a raggiungere perfino gli importanti livelli in area 0,9680. Il pivot a 0,9575 può rappresentare il benchmark per l’operatività intraday, come supporto per ritorni sui massimi relativi con possibilità di assistere ad approfondimenti rialzisti fino a 0,98, e come punto di violazione al ribasso verso il supporto dinamico (base del canale) in area 0,9530.
Davide Marone
Analyst DailyFX