C'è uno strano modo di interpretare i mercati da parte dell'investitore medio. Un pò come al casinò, dove si punta il rosso o il nero, dimenticandosi per esempio che esistono anche zero e doppio zero.
Qui è la stessa cosa, si ragiona in logica binaria. Lo scorso anno è salito, allora per forza deve scendere. Lo scorso anno ha fatto +20%? Allora per forza perderà almeno il 10%.
Il tutto basato su logiche prive di fondamenta. Quindi, cerchiamo di analizzare la situazione attuale con razionalità e numeri alla mano, e farci un'idea più completa della situazione attuale...
Ne ho parlato questa mattina nel mio Canale Telegram pubblico (in cui potete entrare) Colazione a WS, ecco cosa dicono le statistiche...
LE VALUTAZIONI DI MERCATO
Sì, il mercato azionario, soprattutto quello USA, è oggettivamente caro. Quale che sia la metrica scelta, possiamo dire che oggi le valutazioni sono sui massimi, i multipli elevati, ed i rendimenti attesi futuri ridotti. Ciò è senz'altro un rischio, che va assolutamente considerato nei portafogli.
Tuttavia, questo rischio non ci dice se nel 2025 il mercato crollerà, per almeno due motivi:
1) Statisticamente i Bear Market si verificano 1 volta ogni 4 anni. Se consideriamo il 2022 come ultimo Bear Market, statisticamente il 2025 potrebbe ancora essere un anno positivo
2) 2023 e 2024 sono stati anni non solo a doppia cifra, ma di guadagni superiori al 20%. Come notiamo dalla tabella sotto, il terzo anno in questa casistica particolare è stato positivo nel 100% dei casi.
3) Gli USA con il nuovo Governo Trump, cercheranno di spingere l'economia e le Borse, e le Banche Centrali, in caso di difficoltà, hanno spazi ampi di. manovra, soprattutto la Fed dove i tassi sono ancora storicamente elevati ed i bilanci in alleggerimento
LA GESTIONE DEL RISCHIO
Questo tuttavia non deve impedirci di considerare che un mercato caro, è comunque una fonte di rischio potenziale. Non puoi prevedere, ma ti puoi preparare dice il detto. Se a ciò aggiungiamo anche un Dollaro storicamente caro (per noi che ci esponiamo direttamente o indirettamente su mercato USA), entrambi gli aspetti vanno considerati. Ecco che allora, possibili soluzioni possono essere l'aumento della quota obbligazionaria in portafoglio, visto che oggi i rendimenti a scadenza, sia europei che americani sono molto interessanti. Oppure l'inserimento di zone o settori storicamente meno correlati con USA e Tech, i due motori degli ultimi anni e attualmente i potenziali titoli sopravvalutati. L'utilizzo di strategie ad ingressi frazionati, che permette ad intervalli di tempo di entrare sul mercato, piuttosto che i Piani di accumulo periodici (mensili tipicamente).
Gestire questa fase di mercato non è semplice, perchè da un lato non siamo ad un estremo di mercato (i fondamentali sono ancora buoni e non siamo in una situazione, almeno per ora, da bolla dotcom), e non siamo nemmeno ad un minimo. In queste fasi è relativamente facile operare, ma quando siamo nel mezzo, diventa più complicato.
L'abilità dell'investitore perciò, dovrebbe essere quella di continuare a catturare i rendimenti di mercato se il 2025 si rivelasse un anno positivo, e dall'altro lato gestire al meglio eventuali drawdown o periodi di calo superiori al 10-15%. Ricordiamoci infatti che eventuali correzioni entro il 10%, sono assolutamente normali, statisticamente probabili (almeno una all'anno, è successo anche nel 2024) e non contano ai fini di potenziali scenari negativi, che sono situazioni completamente diverse.
Nel frattempo, vi lascio un approfondimento di sabato, in cui ho mostrato le performance dei portafogli di Colazione a Wall Street, e come mi sto muovendo in base a quanto visto sopra.
Alla prossima, e buon 2025!