Matteo Paganini, 18 dicembre 2013
INTRO
Signore e signori, ci siamo. Questa sera alle ore 20 il FOMC, braccio di politica monetaria della Federal Reserve americana, ci comunicherà la propria decisione sui tassi di interesse e sul piano di Quantitative Easing.
Quali i potenziali scenari?
Gli analisti si stanno posizionando su attese diverse. C’è chi sostiene che a causa dei buoni dati macroeconomici sia giunto il momento per Bernanke (alla sua penultima decisione da Presidente della Fed) di chiudere i rubinetti della liquidità e chi sostiene che si debba rimandare questa decisione al 2014. Attualmente, i prezzi di mercato, hanno cominciato a scontare potenziali inizi di tagli sugli acquisti (in una forchetta che va tra 5 e 15 miliardi di dollari – se fosse il caso noi crediamo che la riduzione sarà di 5 miliardi sui titoli di stato, lasciando gli MBS invariati e portando il QE a 40 miliardi sui Treasuries e 40 sull’immobiliare), ma ci stanno suggerendo che le probabilità di vedere la decisione rimandata al primo trimestre del 2014, contrariamente a quanto sostengono i più, sono più alte rispetto che vedere un tapering pre-natalizio. Noi, come sapete da tempo, sposiamo quest’ultimo scenario ed i dati sull’inflazione rilasciati ieri, senza un miglioramento rispetto alle attese pari a 1.3% (1.2% la rilevazione) potrebbero sostenere la decisione di posporre la manovra.
Quali le possibili reazioni?
Non molto facili a livello di interpretazione, ma come sempre cerchiamo di trasmettere la nostra idea. Con il tapering attivato si aprirebbe una strada di non ritorno, che gradualmente dovrà portare allo stop definitivo degli acquisti (anche se, teoricamente, si può ridurre il piano di QE e lasciare i restanti acquisti attivi per un frangente indefinito di tempo, ma questi sono discorsi che interessano il lungo periodo, qualcosa che ora come ora non ci interessa). A livello di reazione del mercato, crediamo si possa assistere ad una rivalutazione del dollaro americano ed a una discesa degli indici di borsa. Per quanto concerne l’entità del movimento, questo potrebbe dipendere dall’entità della riduzione. Se ci si mantiene all’interno della forchetta evidenziata, il mercato potrebbe sì muoversi, senza tuttavia andare a compiere movimenti molto ampi, con lo S&P che potrebbe rimanere sopra la soglia di 1,735.00 e l’EurUsd che potrebbe tentare di arrivare in area 1.3600, senza superarla. Se il taglio dovesse essere più consistente, allora il movimento potrebbe risultare più sostanzioso, ma non crediamo questo avvenga. Nel momento in cui invece dovessimo assistere ad un nulla di fatto, due sono gli scenari plausibili. Il primo, che noi non sosteniamo, è quello che vede l’appetito per il rischio tornare in voga con borse in lieve salita ma che non andranno a macinare tanto terreno a causa delle prese di profitto pre-natalizie che comunque avverrebbero, con il dollaro in lieve discesa. Il secondo invece vede le stesse reazioni direzionali, ma con movimenti più consistenti e possibilità di tornare sui massimi per le borse, con il dollaro americano venduto per finanziare tali acquisti (e questo è lo scenario che preferiamo). Staremo a vedere, come sempre faremo trading su quello che vediamo e non sulle nostra aspettative, non ci stancheremo mai di ripeterlo.
QUADRO TECNICO
EUR/USD: ci troviamo di fronte ad un mercato chiaramente incerto, in attesa di quanto visto qui sopra. Tecnicamente siamo ancora impostati a rialzo, con l’area che passa tra 1.3710 e 1.3725 (come visto ieri) che può fungere da supporto a 4 ore. I massimi che passano tra 1.3810 e 1.3830 potrebbero rappresentare una buona resistenza sulla quale pensare a vendite di euro, con stop e reverse in caso di rottura rialzista a causa del posizionamento dei trader retail che si trovano per circa l’80% corti di euro con stop sopra i massimi, che se dovessero essere colpiti potrebbero portare ad accelerazioni verso 1.3860 che se superato potrebbe lasciare spazio verso 1.3900/1.3930.
USD/JPY: rottura di 102.80 con accelerazione nell’ordine dei 20 punti avvenuta su UsdJpy, che stanotte è riuscito a risalire in maniera importante seguendo il movimento del Nikkei. Siamo ora sui prezzi di ieri mattina, con la possibilità di seguire l’area passante tra 103.00 e 103.15 come potenziale resistenza sulla quale pensare di vendere dollari su time frame brevi con primi target su 102.50 ed in estensione 102.10, tenendo conto che a partire da un 4 ore in avanti il mercato potrebbe risultare rialzista nel caso in cui dovessimo assistere a ripartenze oltre 103.35/40 (che farebbe negare un potenziale testa e spalle ribassista sporco), con il potenziale test di 103.80 ed eventuali estensioni oltre 104.00.
EUR/JPY: la tenuta di 142.20 ha portato i prezzi verso i punti di trigger considerati ieri, con il superamento di 141.30 che ha portato al test di 140.80, livello che ha tenuto e riportato i prezzi verso i massimi di ieri mattina. Siamo in una situazione simile a quella vista ieri, con l’area che passa tra 142.00 e 142.00 sulla quale pensare a vendite di euro, con l’idea che un superamento rialzista di 142.45 potrebbe riportare verso i massimi di periodo che se superati potrebbero lasciare spazio verso 143.50 ed in estensione 144.00.
GBP/USD: buona tenuta delle resistenze viste ieri mattina sul cable, con i prezzi che dopo la pubblicazione dell’inflazione inferiore alle aspettative sono scesi verso i target individuati e sforandoli. Siamo ora in rimbalzo con i prezzi che si stanno avvicinando ad aree di resistenza rappresentate dalla media a 100, dalla linea di trend orario discendente, che potrebbero essere sfruttate per pensare a vendite di sterline, tenendo conto che per assistere a ripartenze di mercato a rialzo i prezzi devono però superare l’area che comincia a passare per 1.6320 e che termina a 1.6335. Sopra queste il mercato potrebbe tentare estensioni importanti verso 1.6360 che se superato di una decina di pips potrebbe riproporre 1.6400 e oltre.
AUD/USD: primo target preso sul dollaro australiano che continua a rimanere congestionato sotto le resistenze principali rappresentate dalla media a 21 a 4 ore e dall’area che passa tra 0.8970 e 0.9000. Attenzione alla potenziale formazione di una divergenza rialzista a 4 ore ancora lontana e che potrebbe prendere corpo in caso di superamento delle resistenze viste ma che fino a quel punto potrebbe essere il caso di non seguire. Un ritorno sotto i minimi di ieri potrebbe riportare i prezzi verso 0.8850 che se superato di almeno una ventina di punti potrebbe portare a tentativi di discesa sotto figura.