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Morning note, Dollaro di nuovo al centro

Pubblicato 23.08.2013, 09:05
EUR/USD
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GBP/USD
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USD/JPY
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IT40
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Davide Marone, 23 agosto 2013

INTRO
I mercati che finora abbiamo considerato tipicamente estivi e perciò caratterizzati da marcata lateralità, bassi volumi e volatilità, sono diventati nella giornata di ieri decisamente più interessanti sia da un punto di vista dei movimenti tecnici che del ritorno a dinamiche correlative in grado di coadiuvare le scelte di trading.

Dollaro all’unisono
Proprio in questo senso il focus va posto ancora una volta sul biglietto verde, la cui analisi ci permette di ricorrere a schemi esplicativi dei movimenti di prezzo. Se, per ciò che strettamente concerne il mercato valutario, nelle sedute passate il dollaro si era mosso in maniera diversa e non univoca contro le altre valute, ieri siamo tornati a dinamiche concertate che dapprima hanno visto i dollari comprati contro euro, sterlina, yen e commodities currencies e poi venduti in seguito a dati peggiori delle attese su Richieste dei Sussidi di Disoccupazione (336k vs 330 exp) e Indice PMI Manifatturiero (53,90 vs 54,00 exp) degli Stati Uniti, per poi essere ancora ricomprati all’incontro dei primi punti di supporto/resistenza di rilievo. Evidentemente ci troviamo all’interno di logiche di breve quando non brevissimo e questo non rende di certo facile l’operatività che però può essere per l’appunto supportata (se verrà confermata) da un tema di fondo che ancora una volta vede al centro il greenback in netta contrapposizione contro tutte le altre valute in maniera generalizzata, eccezion fatta quando queste ultime sono interessate da news o eventi particolari. Per la verità questo sta già avvenendo se ci riferiamo a valute emergenti come Real Brasiliano, Rupia Indiana, Rupia Indonesiana e Rand Sudafricano le quali si sono fortemente deprezzate proprio nei confronti nel greenback dell’ordine anche del 20% negli ultimi 4 mesi, mentre invece quest’ultimo si deprezzava contro euro, sterlina e yen nel medesimo periodo. Sara perciò cruciale a livello operativo capire se la logica dollaro centrica potrà persistere e da un punto di vista tecnico l’analisi del FXCM Dow Jones Dollar Index può tornare molto utile, come ha dimostrato ieri la rottura al rialzo di 10.730 che poi ha costituito un supporto perfetto al prezzo nel tentativo di forte ritracciamento del primo pomeriggio.

Gli scenari e il legame con le Borse
Il dollaro americano ha una relazione storica piuttosto varia con i cosiddetti “cicli della Fed”, nel senso che talvolta è andato rafforzandosi talvolta indebolendosi. Le aspettative discrete di crescita così come i timori di inflazione stanno comunque facendo crescere i tassi d’interesse a stelle e strisce che storicamente contribuiscono a rafforzare il dollaro americano il quale potrebbe riacquisire la sua posizione di forza anche contro valute come euro e sterlina nei confronti delle quali ha recentemente perso terreno. Certo, inevitabilmente il tapering della Fed la farà da padrone in relazione a queste logiche, molto meno la BCE e la BOE che comunque non auspicherebbero un mercato con tassi crescenti e una valuta domestica troppo forte. Tornando alla stretta attualità il suggerimento resta comunque, ancora, quello di affidarsi il più possibile ai livelli grafici che durante la giornata di ieri sono stati precisi e hanno reso il mercato piuttosto tecnico. Mercato che ci ha fatto assistere ad un ottima ripresa delle Borse, in particolare quelle europee, che comunque ancora difficilmente si riescono ad inserire all’interno di una più ampia cornice logica di correlazioni. Anche qui va prediletto un approccio tecnico come hanno dimostrato i pattern di divergenze rialziste che hanno funzionato egregiamente su S&P500, Dow Jones e FTSE Mib, tanto per citare l’indice nostrano. Piuttosto isolate restano invece le materie prime.

QUADRO TECNICO

EUR/USD:
permane lo scenario di divergenza regolare ribassista tra prezzo e oscillatore stocastico all’interno di un grafico giornaliero in cui ancora la media mobile esponenziale a 21 periodi insieme al canale bullish rendono di fatto l’impostazione tecnica al rialzo. Preciso è stato l’approdo a 1,3310 a completamento della divergenza sul grafico a 4 ore da cui il prezzo si è poi riportato sulle resistenze dapprima a 1,3345 e poi 1,3375. Proprio sul 4 ore è cruciale la media a 21 come resistenza dinamica in grado di respingere i prezzi verso l’1,3310 il cui superamento indurrebbe il livello di 1,3270 su cui transita il supporto dinamico di medio periodo. Vista l’impostazione grafica anche sul grafico orario, posizioni lunghe sarebbero da implementare al superamento di 1,3375 per target a 1,3415 e 1,3450 in improbabile estensione.

USD/JPY:
punto tecnico estremamente delicato per il cambio che si trova nella parte alta del triangolo che ne descrive la price action ormai da fine maggio. Ci troviamo infatti in area 99, dove transita la trendline di congiunzione dei massimi decrescenti. L’idea è quella perciò di lavorare sfruttando potenziali rotture rialziste prudenzialmente sopra 99,40 per target che in prima istanza possono arrivare in area 100,40, scenario però ostacolato dalla volatilità ancora contenuta che non favorisce movimenti di breakout. La potenziale divergenza ribassista oraria con lo stocastico potrebbe suggerire invece posizioni corte, buone per l’ottimo Risk/reward che offrono per ritorni a 98,65 (sulla media 21) e 98,40 sul pivot daily.

EUR/JPY:
cruciale anche la situazione tecnica del cross, anch’esso sulla resistenza dinamica di medio periodo della formazione a triangolo. Le indicazioni sono molto simile a quelle appena fornite per USD/JPY, anche se qui i livelli sono relativamente più sostenuti. Breakout rialzisti sopra 132,40 incontrerebbero subito la resistenza di 132,80 (data ovviamente l’attuale volatilità) prima dei massimi a 133,80. Gli short, ottimi dal punto di vista del RR, si rivelerebbero però imprudenti prima di 131,80 dopo il quale ci potrebbe essere spazio fino a 131,20.

GBP/USD:
molto tecnico il cable che, dopo la rottura del canale rialzista in area 1,5630 è perfettamente arrivato a target a 1,5580 con la media a 21 periodi sul 4 ore a fungere da perfetto spartiacque. Ora assistiamo ad un progressivo restringimento del range dei prezzi, la cui resistenza dinamica precisa è rappresentata ancora una volta dalla media 21 sul grafico orario e che segnala la tipica compressione notturna in grado però di essere interrotta da un punto di vista tecnico sopra 1,56 e sotto 1,5575 anche grazie alla pubblicazione del dato sul Prodotto Interno Lordo del Regno Unito previsto per le 10,30. 1,5630 e 1,5670 i target al rialzo, 1,5515 quello al ribasso.

AUD/USD:
come detto ieri, il grafico giornaliero del cambio fornisce chiari segnali per la prosecuzione del trend bearish, vista l’estrema precisione del canale ribassista e delle indicazioni cicliche dell’oscillatore stocastico. Sul grafico a 4 ore tutto ciò è suffragato dall’ottima media mobile a 21 periodi in grado di respingere il prezzo sui tentativi di risalita in area 0,9030 insieme al livello al 38,2% di Fibonacci tracciato a partire da 0,9230 fino ai recenti minimi a 0,8930. L’impostazione sul grafico orario resta orientata al ribasso sotto 0,90 per target a 0,8965 e possibili estensioni verso i minimi. Visto il difficile scenario di approfondimento sotto i minimi, buoni sarebbero eventualmente gli acquisti ai prezzi suddetti per eventuali appesantimenti solo sopra 0,9050, resistenza statica fondamentale.


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