Nonostante il rally del mercato azionario nel 2023, l’indice S&P 500 non è riuscito a riconquistare i massimi storici raggiunti all’inizio dello scorso anno.
Ciò che è salito a nuovi massimi, invece, è il rapporto azioni/obbligazioni. In effetti, la sua ascesa è stata così forte che, negli ultimi due decenni, il rapporto SPY-to-TLT è stato ipercomprato (come misurato dall’RSI trimestrale) solo quanto lo è oggi al top del 2007 verso il GFC. Ci è andato vicino alla fine del 2018, poco prima del brusco crollo del quarto trimestre di quell’anno, ma non è riuscito a raggiungere il livello attuale.
Sembrerebbe dunque che le azioni abbiano bisogno di un forte e rapido rally delle obbligazioni per giustificare i livelli attuali. Tuttavia, se i titoli obbligazionari dovessero registrare una ripresa a causa di un significativo indebolimento dell’economia, ciò non sarebbe probabilmente positivo per i titoli azionari soggetti a significative revisioni al ribasso degli utili.
E se le obbligazioni non riuscissero a salire, sia che l’economia vacilli in modo significativo o meno, anche questo potrebbe rivelarsi problematico per un mercato azionario che appare molto lontano dall’equilibrio con gli asset finanziari concorrenti. In breve, sembra che Mr. Market stia ancora negando il passaggio di TINA (There Is No Alternative).