Le guerre commerciali perdono rilevanza mediatica e le Borse salgono, ieri sera il Nasdaq (+1,4%) è arrivato sui massimi storici, stamattina le Borse dell’Asia sono in rialzo.
Da parte cinese la disponibilità al negoziato c’è, il viceministro del commercio, Wang Shouwen, ha affermato, in un’intervista alla Tv, che sarebbe opportuno parlare dei problemi esistenti.
Qualche esagerazione, nello sbilancio commerciale in effetti c’è: in giugno, il surplus cinese verso gli Stati Uniti è salito su livelli che non si vedevano dal 1999 a 29 miliardi di dollari, le esportazioni cinesi verso gli USA sono salite a 42 miliardi di dollari, nuovo record.
Bloomberg riporta che la Casa Bianca è pronta a riavviare la trattativa, ma solo con un vertice ad alti livelli.
Morgan Stanley (NYSE:MS) scriveva ieri che lo scontro sui commerci internazionali non avrà effetti economici rilevanti, è principalmente un evento mediatico, molto seguito dai mercati.
La Borsa del Giappone si avvia a chiudere con il Nikkei in rialzo dell’1,6%, mentre lo Yen si deprezza per il quinto giorno consecutivo a 112,6.
L’indice Shanghai Shenzhen CSI 300 dei listini di Shanghai e Shenzen guadagna lo 0,5%. Hong Kong +0,5%. Grazie alla spinta delle società dell’alta tecnologia, la Borsa della Corea del Sud segna un rialzo dell’1%.
Ieri, a Wall Street, alcuni grandi nomi dell’high tech hanno rivisto i massimi della loro storia, tra questi Microsoft (NASDAQ:MSFT) +2,2%. In evidenza anche Apple Inc (NASDAQ:AAPL) +1,7%. Alphabet Inc Class A (NASDAQ:GOOGL)+2,5%.
Anche a seguito di un dato sull’inflazione leggermente più basso delle aspettative, continua a schiacciarsi la curva dei rendimenti dei tassi d’interesse negli Stati Uniti. Lo spread due anni-dieci anni tocca un nuovi minimi dal 2007 a 26 punti base. Il differenziale cinque – trent’anni è sceso a 19 punti base.
L’euro si indebolisce per il quarto giorno consecutivo a 1,166 su dollaro. Ieri la Commissione Europa, ha rivisto al ribasso, come prevedibile, le stime sul Pil della zona euro per il 2018.
La sterlina soffre a 0,758 su dollaro (-0,2%). Donald Trump, in un’intervista al Sun, ha detto che il piano di Theresa May sulla Brexit, molto sbilanciato sull’Europa, è la fine delle speranze di un accordo commerciale con gli Stati Uniti.
Petrolio Brent in calo stamattina dello 0,4%, a 74,2 dollari il barile, ieri sera ha chiuso in rialzo dell’1,4%.
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