È meglio avere approssimativamente ragione che precisamente torto (J. M. Keynes).
Inflazione headline USA di MoM di novembre in uscita oggi alle 14:30 (stima +0.2% in linea con ottobre) e YoY (stima +2.7% contro +2.6% di ottobre). L’inflazione core MoM è invece prevista crescere dello 0.3% (in linea con ottobre), che dovrebbe lasciare al +3.3% il tendenziale annuo.
Nessuna sorpresa dall’inflazione YoY di novembre della Germania, pari al +2.2%; in salita rispetto al +2% di ottobre. Ferma a zero la variazione della produzione industriale MoM di ottobre dell’Italia che, tuttavia, risulta maggiore delle attese (-0.1%) e di settembre (-0.3%) che porta il tendenziale annuo al -3.6% (dal -3.9% di ottobre).
Sembra ormai assodato che non ci troviamo in un tipico ciclo economico. Al contrario, mega forze, grandi cambiamenti strutturali come l'ascesa dell'intelligenza artificiale (IA), stanno trasformando le economie e alterando le loro traiettorie a lungo termine. Riteniamo che questo richieda un nuovo modo di investire: essere più dinamici e concentrarsi maggiormente sui temi e meno sulle ampie classi di attività.
Riteniamo che gli investitori non dovrebbero più pensare in termini di cicli economici, con fluttuazioni a breve termine nell'attività che portano a espansione o recessione. Invece, le mega forze stanno guidando una trasformazione economica che potrebbe continuare a spostare la tendenza a lungo termine, rendendo possibile un'ampia gamma di risultati molto diversi, al rialzo e al ribasso.
Costruire la trasformazione, come con i data center AI, richiede un'importante infrastruttura. Finanziare la trasformazione date le finanze pubbliche vincolate significa che i mercati dei capitali, compresi i mercati privati, saranno fondamentali. Crediamo che i mercati comincino a riflettere intorno a questi cambiamenti, considerato che i "magnifici 7" costituiscono quasi un terzo della capitalizzazione di mercato dell'S&P 500. Riteniamo che ciò richieda di ripensare gli investimenti e metta alla prova le strategie di investimento basate su valutazioni che convergono verso i trend storici.
Riteniamo utile seguire questo schema mentre restiamo pro-rischio per il 2025. È possibile quindi che gli investitori aumentino il sovrappeso sulle azioni statunitensi, tenuto anche conto che i beneficiari dell'intelligenza artificiale si amplieranno ben oltre la tecnologia. Siamo anche fiduciosi che le azioni statunitensi possano continuare a superare i pari globali data la capacità di capitalizzare meglio le mega forze, una prospettiva di crescita favorevole, potenziali tagli fiscali e allentamento normativo. Restiamo comunque vigili per cogliere tutti i segnali per modificare la nostra visione. Segnali quali per esempio qualsiasi aumento dei rendimenti obbligazionari a lungo termine o un'escalation del protezionismo commerciale.
Le costose valutazioni azionarie statunitensi, basate sui rapporti prezzo/utile e sui premi di rischio azionario, non cambiano ancora la nostra visione. Perché? Abbiamo scoperto che le valutazioni influenzano i rendimenti a breve termine meno di quelli a lungo termine. Il premio di rischio azionario, un comune indicatore di valutazione, per l'S&P 500 a ponderazione equa è vicino alla sua media a lungo termine, secondo i dati LSEG, e quindi sembra meno influenzato dalla trasformazione.
È improbabile che la sovraperformance degli Stati Uniti si estenda ai titoli di Stato. È quindi possibile che gli investitori tendano a sottopesare tatticamente i titoli del Tesoro a lungo termine, visto che questi si aspetterebbero una maggiore remunerazione per il rischio di detenerli, dati i persistenti deficit di bilancio, l'inflazione rigida e la maggiore volatilità del mercato obbligazionario. Meglio da questo punto di vista i titoli di Stato di altri mercati sviluppati.
Più in generale, pensiamo che gli investitori possano trovare opportunità sfruttando la trasformazione che ci aspettiamo nell'economia reale. L'intelligenza artificiale e la transizione a basse emissioni di carbonio richiedono investimenti potenzialmente alla pari con la rivoluzione industriale. Le principali aziende tecnologiche stanno iniziando a rivaleggiare con il governo degli Stati Uniti in termini di spesa per ricerca e sviluppo. Inoltre, soddisfare la crescente domanda di energia genererà 3,5 trilioni di dollari di investimenti all'anno in questo decennio (secondo il Transition Scenario del BlackRock (NYSE:BLK) Investment Institute). Vediamo i mercati privati svolgere un ruolo fondamentale nel finanziamento del futuro.
Una grande spesa per l'intelligenza artificiale e la transizione a basse emissioni di carbonio, oltre alla crescente frammentazione geopolitica, probabilmente causerà pressioni inflazionistiche persistenti negli Stati Uniti. E una forza lavoro che invecchia potrebbe iniziare a mordere con il rallentamento dell'immigrazione, mantenendo probabilmente la crescita dei salari troppo alta perché l'inflazione torni all'obiettivo del 2% della Fed. Pensiamo che ciò significhi che la Fed manterrà i tassi ben al di sopra dei livelli pre-pandemia anche dopo i tagli attesi nel 2025.
Tentando di riassumere, crediamo che le mega forze stiano rimodellando le economie ed i mercati. Questo richiede un nuovo “manuale” che metta in discussione le vecchie regole di investimento. Per il momento restiamo pro-rischio per dare il via al 2025, ma siamo pronti a ridurlo man mano che emergono i catalizzatori.
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