Nonostante i livelli estremamente elevati di disoccupazione registrati negli Stati Uniti, emersi ovviamente nei libri paga non agricoli di venerdì (che molto probabilmente saranno anche peggiori nei dati del prossimo mese), le prospettive di ripresa del rischio sono tornate a crescere.
Osservando il mercato, possiamo affermare che in questo momento il bicchiere rimane mezzo pieno perché qualche breakout di livelli importanti registrato venerdì scorso potrebbe dar luogo ad accelerazioni settimanali. In primis sull'azionario. Tra l'altro tornano a tenere banco anche le questioni commerciali tra Cina e USA, col colosso asiatico che pare stia mantenendo gli impegni assunti su questioni strutturali (sebbene abbia dovuto mantenere le promesse di acquisto).
Le principali economie mondiali stanno cercando di riprendersi dal lockdown del coronavirus. il Regno Unito è l'ultimo Paese in ordine cronologico a unirsi agli altri. Si tratta di una riapertura graduale “condizionale”, con l'opposizione politica che avrebbe voluto aspettare ancora, ma col Premier che sembra voler proseguire dritto per la sua strada. Sul fronte rendimenti obbligazionari segnaliamo un rialzo mentre nel Forex lo yen,e il franco svizzero sono sottoperformanti. Come dicevamo, siamo prossimi a livelli importanti e l'eventuale rottura dei massimi di aprile (soprattutto nell'azionario) potrebbe spalancare la porta ai tori.
Detto che oggi non abbiamo dati macro economici importanti, venerdì Wall Street ha chiuso la sessione con forti guadagni: l'S&P 500 +1,7% a 2929 punti. In questo momento abbiamo dei futures in perdita e preannunciano un'apertura in territorio negativo. Nelle materie prime, per concludere, c'è di nuovo una base di supporto per oro e argento, così come anche sul petrolio che in questo momento è entrato in fase di lateralità.