Scende per il secondo mese consecutivo l’indice Liv-Ex 100 che comprende al suo interno il prezzo dei 100 vini pregiati più scambiati al mondo. Dopo una cavalcata che ha visto i prezzi salire ininterrottamente per quasi due anni, l’indice ha rallentato leggermente la sua corsa, scendendo dello 0,4% nel mese di novembre, dopo aver perso lo 0,5% a ottobre.
Dopo il rallentamento estivo, l’indice era rimbalzato nel mese di settembre, grazie anche alla debolezza che aveva colpito la sterlina, rendendo estremamente appetibile l’acquisto per investitori europei e statunitensi. Il rafforzamento della valuta negli ultimi due mesi ha interrotto il rally, anche se l’indice rimane comunque molto positivo da inizio anno, con un rialzo del 7,1%.
Se spostiamo lo sguardo ai singoli vini, parla italiano il best performer del mese. Si tratta del Brunello di Montalcino Poggio di Sotto 2016, il cui prezzo è salito a novembre del 15,1%, seguito nelle altre quattro posizioni esclusivamente da vini della Borgogna dell’annata 2018. Interessante notare come tutti e quattro i vini siano stati tra quelli con punteggio più alto dell’annata in un rapporto di degustazione di Neal Martin, pubblicato su Vinous il mese scorso. Questo a conferma di come spesso vi sia forte correlazione tra giudizi dei critici e prezzi delle bottiglie.
Allargando l’orizzonte invece al Liv-Ex 1000, ovvero l’indice con la maggiore diversificazione geografica, la discesa è stata leggermente più consistente e pari allo 0,6%. A stupire è il fatto che il peggior sottoindice regionale sia stato lo Champagne 50, che fino a questo momento era stato uno dei trascinatori del mercato e che negli ultimi cinque mesi avevi registrato la miglior performance mensile. Il rendimento nel mese di novembre delle bollicine francesi è negativo per il 2,5%, ma da inizio anno rimane di tutto rispetto al +21,6%. Il calo marcato di questo mese era forse inevitabile dopo un anno di guadagni e di livelli record di domanda.
Lo Champagne 50 non è stato l’unico indice regionale a subire un calo a novembre. Sei indici su sette infatti sono scesi o rimasti piatti, come nel caso del Bordeaux 500. A testimoniare la forza attuale del mercato del vino italiano, il fatto che sia stato l’unico sottoindice con una performance positiva, salendo al terzo posto come rendimento da inizio anno dopo Borgogna e Champagne.