Dopo il Federal Open Market Committee della settimana scorsa, è apparso evidente che la visione generale della Fed su inflazione e ripartenza economica è cambiata, con attese di una ripresa più rapida del previsto che potrebbe non giustificare più l’ammontare di Quantitative Easing realizzato (120 miliardi di dollari di acquisti mensili di Treasury e MBS) e i tassi vicini allo zero.
Questo ha inevitabilmente portato all’apprezzamento del Dollaro, in virtù del recupero economico e dell’aumento futuro dei tassi. Eppure sono in molti a chiedersi se tale apprezzamento sia veramente sostenibile.
Ad essere negativi sul protrarsi dell’apprezzamento del biglietto verde ci sono molti analisti che sottolineano un aspetto importante: gli USA hanno un deficit delle partite correnti e di spesa pubblica in peggioramento. Questo deficit deve essere finanziato tramite l’emissione di nuovi Treasury o tramite FDI, investimenti diretti stranieri in USA. E l’unico modo per stimolare l’entrata di capitali stranieri, in assenza della possibilità di incrementare troppo i tassi dato il sempre più elevato rapporto Debito/PIL, è rendere gli asset americani più economici, tramite la svalutazione del Dollaro.
Certamente la svalutazione del biglietto verde non potrà avvenire in maniera repentina, in quanto la Fed deve preservare il ruolo di valuta di riserva, ma è comunque preventivabile un possibile lento e progressivo ritracciamento della valuta americana di qui ai prossimi mesi.
E se questo scenario è verosimile, su quale asset conviene puntare per proteggersi da eventuali ritracciamenti di Dollaro e mercati?
VanEck Vectors Gold Miners UCITS ETF
ISIN: IE00BQQP9F84
Mercato: Borsa Italiana
Descrizione: L’ETF in oggetto è un fondo passivo in Dollari ad accumulazione e a replica fisica totale, che riproduce le performance dell’indice NYSE Arca Gold Miners Index, che raggruppa le azioni delle società operanti nell’estrazione e nel trattamento dell’oro e dell’argento. Il peso delle società maggiormente esposte all’estrazione dell’argento non può superare cumulativamente il 20% del totale dell’indice.
Dimensione del fondo: USD 728mln
Costi: l’ETF ha un costo di gestione complessivo (TER) pari a 0,53%. Non ci sono commissioni di entrata o uscita.
Punti di forza:
· L’ETF capitalizza il possibile rimbalzo delle quotazioni delle società dell’oro, frutto di un nuovo possibile ritracciamento di lungo periodo del Dollaro, con cui il metallo giallo è generalmente inversamente correlato.
· Buona diversificazione dimensionale: l’ETF presenta un’esposizione focalizzata prevalentemente su società di grandi dimensioni, che rappresentano il 62% dell’investito, mentre le mid-cap valgono per il 29%. Le società di piccola dimensione rappresentano il restante 9%. Questo contribuisce mitigare, seppure parzialmente, la volatilità dell’ETF.
· Diversificazione geografica soddisfacente: il fondo presenta una buona diversificazione geografica, con il Canada che vale il 53% del portafoglio, seguita dagli Stati Uniti che rappresentano il 20% e dall’Oceania che vale il 13%. Più staccate sono l’Africa (7%), l’Asia (4%), il Regno Unito (2%), e l’America Latina (1%).
· Performance storica resiliente: l’ETF in questione esiste dal 2015 e si è dimostrato storicamente un buon investimento, con un rendimento del 6% ca. annuo negli ultimi 5 anni e del 16% negli ultimi 3 anni. Data la sua volatilità e, in taluni casi, la correlazione inversa rispetto all’azionario, l’investimento in oro e “miner” di oro può essere inserito in un portafoglio equilibrato, al fine di mitigarne la volatilità e i momenti di ritracciamento. Proprio per questo motivo, data l’espansione dei mercati azionari da inizio anno, l’ETF è rimasto sostanzialmente stabile, ma un possibile prossimo ribasso delle quotazioni potrebbe andare a suo diretto beneficio.
· Fondamentali soddisfacenti: a livello di fondamentali, l’ETF ha multipli un po’ più elevati se comparati ad altri ETF relativi ai materiali di base, con un P/E di 18x e un P/Cash Flow di 8x, a fronte di una crescita attesa di utili e flussi di cassa nel lungo termine lievemente inferiore rispetto ad altre società del comparto materie prime. Ciononostante, va sottolineato che l’ETF ha storicamente avuto un P/E medio di ca. 22-23x e che quindi il multiplo attuale, vicino ai minimi storici, risulta molto interessante.
· Buone dimensioni del fondo: nonostante si tratti di un ETF settoriale, le dimensioni dello stesso sono abbastanza ampie e pari a ca. USD 728mln.
Punti di debolezza:
· Concentrazione settoriale: l’ETF è un fondo tematico e presenta quindi un’inevitabile concentrazione al settore delle materie prime, che valgono il 100% del portafoglio.
· Scarsa diversificazione di portafoglio: l’indice conta ben 52 posizioni al suo interno, sebbene i primi 10 nominativi valgano il 63% ca. dell’intero portafoglio. Le prime 5 posizioni sono rappresentate dal “miner” americano Newmont, dalle società aurifere canadesi Barrick Gold, Franco-Nevada e Wheaton Precious Metal e dall’estrattore di oro australiano Newcrest Mining.
· Volatilità elevata: L’ETF si caratterizza per una Deviazione Standard sull’arco di tre anni del 32% ed un Beta pari allo 0,95, segno che il fondo non è pienamente correlato con il mercato, ma tende comunque a caratterizzarsi per qualche “scossone” legato alle aspettative sull’apprezzamento della commodity sottostante (l’oro).
· Il costo generale dell’ETF è relativamente elevato, seppur inferiore rispetto ad altri ETF sui “miner” di oro, con un TER dello 0,53%.
· Tracking error relativamente elevato: l’ETF replica l’indice di riferimento tutto sommato fedelmente, sebbene il tracking error, pari a +0,26%, risulti mediamente più elevato rispetto ad altri ETF settoriali.
Giudizio: 6+/10
Dettagli del giudizio
Volatilità: Relativamente elevata
Diversificazione per tipologia di società: Limitata
Diversificazione geografica: Buona
Concentrazione settoriale: Elevata
Fondamentali finanziari: Buoni
Costi: Mediamente elevati
Redazione MarketWall per InvestoPro