Mi è stato chiesto più volte cosa ne pensassi riguardo la nuova emissione obbligazionaria a 10 anni di Goldman Sachs (NYSE:GS) che parte da un tasso cedolare annuo del 4,25% lordo il primo e il secondo anno fino ad arrivare potenzialmente ad un tasso cedolare annuo del 5,85% lordo al nono e al decimo anno.
Capiamo insieme le caratteristiche di questa emissione,contestualizzandola nella fase del ciclo economico in cui ci troviamo.
Come ogni strumento finanziario, anche questa emissione (ISIN: XS2552849676) ha un factsheet e un KID, che invito sempre a leggere attentamente.
1. La prima cosa che balza all’occhio è che il tasso cedolare che viene indicato è al lordo delle imposte (26%), come viene segnalato dalla nota a caratteri minuscoli nella parte finale. In sostanza, si tratta di un’obbligazione denominata in euro che il primo e il secondo anno darebbe una cedola del 4,25% (3,14% netto), il terzo e il quarto anno una cedola del 4,65% (3,44% netto), il quinto e il sesto del 5,05% (3,74% netto), il settimo e l’ottavo del 5,45% (4,04% netto), il nono e il decimo del 5,85% (4,32% netto).
2. In seconda battuta, importante è l’analisi della tipologia di obbligazione. Infatti si tratta di un’emissione obbligazionaria con opzione callable a discrezione dell’emittente. In sostanza, a partire dal 2024 e fino al 2032, Goldman puó esercitare a ogni data (24 aprile) di pagamento della cedola l’opzione callable e cioè rimborsare anticipatamente l’obbligazione (valore nominale e interessi maturati fino a quel momento). Dunque è evidente che, nel caso in cui i tassi di mercato dovessero ridursi (anche per effetto dei tagli della FED) con conseguenti guadagni in conto capitale per il risparmiatore , Goldman Sachs avrebbe convenienza a rimborsare anticipatamente l’obbligazione, evitando di fatto il pagamento di interessi maggiori sul debito sia rispetto al mercato che rispetto alle cedole riconosciute il primo e il secondo anno. Dunque, il risparmiatore, a partire dal 2024 potrebbe non percepire mai le cedole elevate che vengono sponsorizzate. Considerando che i tassi sono particolarmente alti e potrebbero essere tagliati già nel 2024, il risparmiatore vedrebbe il suo guadagno potenziale svanire nel nulla, a causa del probabile esercizio dell’opzione callable da parte dell’emittente.
3. Anche la dicitura "tasso crescente" fa storcere il naso: qualora l’obbligazione offrisse un tasso più alto rispetto a quello che si trova sul mercato , l’emittente rimborserebbe anticipatamente l’obbligazione perché potrebbe indebitarsi sul mercato stesso a tassi più bassi, evitando di dover riconoscere tassi crescenti e più convenienti al risparmiatore che ha sottoscritto lo strumento, come in parte già spiegato al punto 2.
4. Inoltre, all’interno del factsheet, l’emittente ha inserito 2 vantaggi per l’investitore che di fatto rientrano nelle caratteristiche intrinseche delle obbligazioni in quanto tali: rimborso del capitale e cedole. Questo dovrebbe far riflettere.
5. Un’altra indicazione non di poco conto si trova nel KID, all’interno del quale viene specificato che l’emittente non è obbligato a sviluppare un mercato secondario, per cui l’investitore potrebbe avere problemi a liquidare il titolo prima della scadenza o del rimborso anticipato o potrebbe doverlo vendere ad un prezzo sensibilmente inferiore rispetto a quello di mercato.
A primo impatto potrebbe quindi sembrare un’obbligazione allettante ma, alla luce di quanto detto, vale sempre il vecchio adagio: "In finanza non esistono pasti gratis".
In effetti, l’investitore potrebbe trovarsi ad aver investito in uno strumento che, tra l’altro, non garantisce un rendimento reale positivo (cioè al netto dell’inflazione).
Inoltre, dal momento in cui Goldman Sachs decidesse di rimborsare anticipatamente l’obbligazione, l’investitore si troverebbe in una situazione spiacevole: come reinvestire quel capitale allo stesso tasso o ad uno più alto?
È quello che in finanza si chiama rischio di reinvestimento.
Dunque, l’opzione callable a favore di Goldman Sachs è un ostacolo sia per il guadagno in conto capitale, dovuto a un eventuale ribasso dei tassi di mercato, che verrebbe interrotto, sia per l’impossibilità di reimpiegare il capitale ad uno stesso tasso o a un tasso più alto privo di rischio.
È importante inoltre considerare il momento concitato che condiziona il mercato bancario sia azionario che obbligazionario, con possibili incrementi dei tassi di interesse delle obbligazioni bancarie e quindi probabili perdite in conto capitale (problema che non sussiste se l’obbligazione viene portata a scadenza o a rimborso anticipato, ci sarebbe solo un problema di costo opportunità).
La domanda sorge spontanea, ma in effetti è sempre la stessa: piuttosto che passare da un asset a un altro sostenendo rischi di svariata natura, non sarebbe più razionale costruire un portafoglio bilanciato diversificato che prescinda dai momenti di mercato e rispetti la nostra asset allocation strategica per obiettivi?
Non a caso, l’inserimento dell’educazione finanziaria nelle scuole va proprio in questa direzione!
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