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OPEC e Ucraina alimentano la petrolio-mania; oro sotto i 1.800 dollari

Pubblicato 31.01.2022, 13:16
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Il teatro politico russo-ucraino e il probabile promemoria dell’OPEC che non rispetterà gli obiettivi di produzione dovrebbero mantenere il prezzo del petrolio ad un livello pari o vicino ai 90 dollari al barile questa settimana, mentre la febbre di acquisti prosegue per la settima settimana consecutiva.

Oil Daily

Per quanto riguarda l’oro, la sfida sarà non allontanarsi dal livello chiave dei 1.800 dollari, mentre Goldman Sachs riporta che potrebbero esserci ben cinque aumenti dei tassi USA quest’anno, anziché i tre o quattro che si aspettano i mercati. E il Presidente della Fed di Atlanta Raphael Bostic ha sganciato una bomba nel fine settimana, annunciando che alcuni aumenti dei tassi potrebbero essere di ben mezzo punto percentuale, rispetto alle previsioni di aumenti di massimo un quarto di punto alla volta.

Gold Daily

Il petrolio comincia al rialzo questo lunedì in Asia, avviandosi a registrare un guadagno medio su gennaio del 16%, tra il riferimento globale scambiato a Londra, il Brent ed il newyorkese West Texas Intermediate (WTI). Si tratta del massimo in un mese dal febbraio 2021.

Venerdì, i prezzi hanno registrato il sesto rialzo settimanale consecutivo, con il Brent che ha toccato un nuovo massimo nel livello dei 90 dollari a 90,25 dollari. Sul mese di gennaio, finora, il Brent è balzato del 15%.

Il WTI ha toccato un massimo di sette anni di 88,84 dollari venerdì. Su gennaio il riferimento statunitense è rimbalzato del 17%.

Il rally del greggio della scorsa settimana è stato alimentato nuovamente dalle tensioni in Europa dell’Est, dovute al conflitto Russia-Ucraina. Il Cremlino sembra sempre più pronto ad un conflitto, secondo quanto riferiscono a Reuters tre funzionari statunitensi.

Petrolio: il problema dell’OPEC+ va ad unirsi a quello dell’Ucraina

Questa settimana, l’OPEC+ si prepara alla sua riunione mensile del 2 febbraio. L’OPEC+, guidato dall’Arabia Saudita, è un gruppo composto da 26 nazioni: i 13 membri dell’Organizzazione dei Paesi Esportatori di petrolio e altri 10 produttori non-OPEC con a capo la Russia.

Durante il vertice del 2 febbraio, l’OPEC+ probabilmente si atterrà al piano di aumentare l’obiettivo di produzione petrolifera a marzo, secondo quanto riferito da numerose fonti OPEC+ a Reuters. Ma un obiettivo di produzione maggiore non conterà nulla data la sensazione che l’alleanza non può effettivamente produrre di più.

L’OPEC+ inoltre è colpevole di aver definito “bilanciato” un mercato con evidenti carenze di scorte, afferma John Kilduff, socio fondatore dell’hedge fund di New York Again Capital. Si riferisce al rifiuto dell’alleanza di aggiungere ulteriore produzione lo scorso anno, quando sarebbe stata più in grado di farlo.

“L’OPEC+ ha definito il mercato petrolifero bilanciato ma si è assicurata che non raggiungesse mai l’equilibrio, perché un equilibrio significherebbe un prezzo di 60 dollari, non di 90”, spiega Kilduff. 

Alcuni analisti si aspettano una pesante carenza di petrolio quest’anno. John Kemp di Reuters è tra questi e fa notare che le scorte sono già basse e che la capacità di riserva globale è bassa per alzare la produzione sul breve termine.

Oro destinato ad una perdita a gennaio

L’oro, intanto, si avvia ad una perdita mensile di poco più del 2%, con gli scambi di gennaio che si concluderanno questo lunedì.

Il contratto dei future dell’oro più attivo sul COMEX a New York, quello di febbraio, sale di 2,30 dollari, o dello 0,1%, a 1.787,20 dollari l’oncia al momento della scrittura.

Ma nelle tre sedute prima di venerdì il contratto di riferimento dei future dell’oro è sceso di quasi 70 dollari, con una perdita settimanale di oltre il 2% che ha portato a questa performance debole di gennaio. All’inizio della scorsa settimana, il contratto COMEX superava i 1.854 dollari, il massimo da novembre, infrangendo in modo convincente la resistenza di 1.830-1.835 dollari.

Il successivo tonfo di tre giorni l’ha portato al di sotto di questa resistenza, diventata ora un ostacolo più difficile da superare.

Sunil Kumar Dixit, a capo delle strategie tecniche di skcharting.com, spiega che l’azione di prezzo nella settimana dimostra che la prossima mossa dell’oro dipenderà soprattutto dalla reazione del mercato al livello di 1.780 dollari.

“Infrangere e restare sotto i 1.780 dollari estenderà lo slancio ribassista, esponendo una vulnerabilità verso 1.768 e 1.735 dollari”, aggiunge Dixit.

Nota: Barani Krishnan utilizza una varietà di opinioni oltre alla sua per apportare diversità alla sua analisi di ogni mercato. Per neutralità, a volte presenta opinioni e variabili di mercato contrarie. Non ha una posizione su nessuna delle materie prime o asset di cui scrive.

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