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Oro: impatto IPC non durerà molto vista la lunga finestra per l’aumento dei tassi

Pubblicato 10.08.2022, 14:01
Aggiornato 14.08.2023, 12:57
  • Sette settimane al prossimo aumento dei tassi USA
  • Un indice IPC di luglio più forte del previsto potrebbe danneggiare l’oro
  • Ma il danno probabilmente non durerà considerato il recente slancio dei lingotti

È tornato il legame tra oroe inflazione?

Prima di provare a dare una risposta, facciamoci una domanda più semplice: il metallo giallo riuscirà a sopravvivere al report sull’indice sui prezzi al consumo USA di luglio, in particolare se dovesse mostrare un altro dato altissimo sull’inflazione nonostante gli sforzi della Federal Reserve per contenere la crescita dei prezzi?

La risposta sembra essere “sì” oltre il futuro immediato, e spiegheremo perché.

La morale è che un report IPC non troppo dannoso per l’oro probabilmente aiuterà i long a continuare ad avanzare nella regione dei 1.800 dollari.

Spot Gold Daily

Grafico di SKCharting.com con i dati di Investing.com

I fan dei lingotti diranno che il rifugio dall’inflazione è una parte essenziale dei flussi giornalieri nei future, negli ETF e in altri strumenti usati dagli investitori per accedere al metallo. L’oro, aggiungeranno, non si è mai allontanato davvero dal suo rapporto con l’inflazione; e solo chi non lo capisce dirà il contrario.

Sfortunatamente, però, il comportamento dell’oro negli ultimi due anni non è stato all’altezza del suo ruolo come asset rifugio.

Dopo aver toccato i massimi di circa 2.100 dollari nell’agosto 2020, l’oro ha spesso deluso i suoi fan più di quanto non li abbia entusiasmati. Ad esempio, la sua discesa nel territorio dei 1.600 dollari il 14 luglio, per la prima volta dall’agosto 2021, dopo che il report sull’indice IPC di giugno aveva rivelato un’inflazione annua ad un nuovo massimo di quattro decenni del 9,1%.

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Il report IPC stesso è stato seguito da un epico report sull’occupazione di luglio il 5 agosto che ha mostrato la creazione di 528.000 posti di lavoro, più del doppio dei 250.000 attesi dagli economisti.

Il motivo per cui l’oro viene colpito dopo ogni straordinario report sull’indice IPC o sull’occupazione sono le aspettative sui tassi di interesse e il rally che causano nel dollaro e nei rendimenti dei Treasury, i due nemici dell’oro.

La Fed, come sappiamo, vuole riportare l’inflazione all’obiettivo del 2% l’anno; 4,5 volte in meno rispetto al dato di giugno.

Dopo quattro aumenti da marzo che hanno portato i tassi da quasi zero al 2,5%, la Fed è sconcertata che l’inflazione si rifiuti di muoversi dai massimi di quattro anni.

Dopo il report sull’occupazione USA del 5 agosto, lo strumento di controllo dei tassi della Fed di Investing.com inizialmente mostrava una probabilità del 67% che la banca centrale implementasse un aumento da 75 punti base il 21 settembre.

Al 9 agosto, la probabilità è scesa al 52% per un aumento da 75 bps, con i trader che assegnano una maggiore probabilità del 48% di un incremento da 50 punti.

Inoltre, al contrario dei mesi precedenti, la Fed stavolta avrà due report mensili sull’occupazione USA consecutivi da valutare prima della prossima decisione. Il prossimo report, quello di agosto, arriverà il 2 settembre, 19 giorni prima della decisione. Ci sarà anche un altro report sull’indice IPC, relativo ad agosto, il 13 settembre. E la Fed terrà il simposio di Jackson Hole in Wyoming il 25-27 agosto.

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Dunque avrà molto tempo per pensare al prossimo aumento dei tassi.

Ecco perché abbiamo risposto “sì” prima alla domanda sull’eventualità che l’oro riesca a sopravvivere al dato IPC di luglio.

Le cose a quanto pare potrebbero essere cambiate per i long dell’oro. Dei report forti sull’inflazione, nel tempo, probabilmente saranno meglio per loro, in quanto daranno all’oro la possibilità di dimostrare il suo valore da rifugio.

E questo potrebbe spiegare perché i prezzi dell’oro siano saliti negli ultimi due giorni prima del report. Ieri, il contratto dei future di riferimento dell’oro sul COMEX a New York si è attestato a 1.812,30 dollari, su di 7,10 dollari, o dello 0,4%. Lunedì è salito di 14 dollari, o dello 0,8%. Nonostante la debolezza negli scambi asiatici di questo mercoledì, l’oro di dicembre è rimasto sopra il livello chiave di 1.800 dollari.

Gli analisti dicono che, sebbene la Fed sia incline a continuare ad alzare i tassi fino a raggiungere l’obiettivo di inflazione, i long dell’oro scommettono su maggiori flussi di rifugio nel metallo da parte di chi vuole ripararsi dalle incertezze economiche.

Spot Gold Weekly

L’impatto a breve termine di un report IPC esagerato probabilmente sarà dannoso per l’oro, ma il metallo giallo potrebbe anche riprendersi piuttosto velocemente, dice Sunil Kumar Dixit, a capo delle strategie tecniche di SKCharting.com.

Spot Gold Monthly

Dixit, che usa il prezzo spot dei lingotti per le sue analisi, aggiunge:

“Se l’indice IPC risultasse sopra le attese, l’oro probabilmente crollerebbe a 1.775 dollari e 1.765 dollari. Una rottura sotto 1.754 dollari cambierà l’attuale slancio in ribassista ed aprirà la strada ad un nuovo test della regione 1.730-1.710 dollari”.

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“Ma se l’oro non rompesse sotto 1.785 dollari e prendesse abbastanza slancio da effettuare una rottura sostenuta sopra 1.802 dollari, possiamo aspettare che infranga sopra il precedente massimo mensile di 1.815 dollari. I prossimi obiettivi saranno 1.828 e 1.842 dollari”.

Dixit spiega che la maggiore resistenza per l’attuale trend in salita è a 1.878 dollari.

“Lo slancio a breve termine è controllato dal livello di Fibonacci del 23,6% di 1.772 dollari e dal livello di Fibonacci del 38,2% di 1.830 dollari. Compratori e venditori si trovano al confine, tra 1.798 e 1.802 dollari”.

Nota: Barani Krishnan utilizza una varietà di opinioni oltre alla sua per apportare diversità alla sua analisi di ogni mercato. Per neutralità, a volte presenta opinioni e variabili di mercato contrarie. Non ha una posizione su nessuna delle materie prime o asset di cui scrive.

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