Durante l’ultima sessione asiatica, il metallo prezioso ha iniziato una decisa movimentazione ribassista intraday dopo aver raggiunto nei giorni scorsi il suo massimo storico a 1981.00 dollari l’oncia, al momento i venditori, subito dopo le prime ore della sessione europea, hanno iniziato a tirare il freno stabilizzandosi al di sotto il pivot giornaliero a 1929.30. La fase ribassista è stata condizionata anche all’ottimo rimbalzo del dollaro americano dopo aver raggiunto i minimi da due anni.
Ciò che ha contribuito a far apprezzare il dollaro americano, sono state sia le ultime news trapelate già durante la sessione pomeridiana di ieri, dove l’amministrazione Trump ha deciso di predisporre un nuovo piano di aiuto di circa mille miliardi di dollari, il quale dovrebbe sostituire il 70% dei salari di chi è senza lavoro; e sia la forte ripresa dei rendimenti di titoli di stato americani.
Da non sottovalutare, le preoccupazioni che la ripresa dell’economia a stelle e strisce possa essere più difficile, e soprattutto possa comportare non pochi problemi di un ritorno al periodo pre crisi, nel caso in cui nelle prossime settimane le curve dei contagi e dei decessi possono aumentare vertiginosamente; a tal riguardo il metallo prezioso potrebbe svolgere il suo classico “status” di asset rifugio; tale situazione potrebbe essere avvantaggiata anche da una politica più accomodante che vorrà intraprendere la Fed nei prossimi mesi.
Ritornando al grafico intraday, in ottica H1, al momento le quotazioni dell’oro si trovano al test del pivot giornaliero a 1929,33, dove al di sopra lo stesso abbiamo una zona di test individuato dai valori di Fibonacci 50-61,8, dove è possibile attendere le quotazioni per opportunità di ingresso a mercato in caso di set up ribassista, viceversa in caso di break out dell’area 61,8 (1955,00) l’oro potrebbe puntare a migliorare il suo massimo storico.