In questi giorni è cominciata la gara delle previsioni o outlook tra le principali banche d’affari e d’investimento. La maggior parte degli strategist ritiene che sarà possibile controllare la pandemia e il 2021 sarà un anno positivo per il mercato azionario ma allo stesso tempo si potrà assistere a ribassi dovuti all'incertezza e alla volatilità che comporterebbero significative perdite di prezzo. Quindi il mercato salirà ma potrà anche scendere, insomma un modo ambiguo per dire che la situazione sarà fluttuante.
Sarebbe superfluo sottolineare che non credo nelle previsioni e che le cose vanno sempre al contrario dei pronostici. L’imponderabile è sempre presente e nessuno può prevedere il futuro.
Dall’inizio dell’anno a oggi il mercato azionario italiano è passato dall'aver toccato il massimo storico ad essere sprofondato ai livelli del 2008, per poi recuperare. Quest’anno il Pil mondiale è sceso del -3,8% , i titoli value sono stati doppiati dai titoli growth ed è ulteriormente scesa l’inflazione. Nel 2021 la decelerazione della pandemia continuerà a generare effetti positivi per la ripresa, certamente, ma non in maniera netta. Alcuni paesi si riprenderanno prima, altri dopo.
Tentiamo di analizzare i fattori positivi che darebbero una spinta ai mercati:
- Pensare al 2021 vuol dire cercare di prevedere la velocità di distribuzione del vaccino e l’inizio della somministrazione in larga scala alla popolazione che produrrebbe effetti tangibili in Europa e in USA;
- Il ritorno dei consumi, dei viaggi, del turismo, degli investimenti delle aziende del settore manifatturiero, dei flussi di liquidità spesi in investimenti e il deflusso dei risparmi dei privati accumulati nel periodo della pandemia;
- L'inflazione bassa per tutto il 2021;
- L’Italia beneficerebbe dello spread e del denaro proveniente dal Recovery Fund e dall’attuazione dei vari Recovery Plan.
Tentiamo di analizzare invece i fattori di rischio:
- Una ridotta efficacia dei vaccini;
- Il rialzo della curva dei rendimenti di lungo periodo dei titoli obbligazionari che entrerebbero in competizione con il tasso dei dividendi azionari, penalizzandoli;
- L'inadeguato stimolo fiscale.
Detto ciò bisognerà seguire attentamente il mercato durante l'anno e restare cauti nel valutare i diversi settori e se un eventuale crescita di essi sia un semplice effetto pent up demand o un trend strutturale. I titoli dei mercati emergenti potrebbero essere la vera sorpresa con una crescita del 20%; con l'economia cinese (espansione stimata nel 2021 al 9%) che fa da testimonial con l'incremento della produzione industriale, degli investimenti e della spesa interna e la riduzione dei tassi di disoccupazione; anche il settore della green energy e della mobilità sostenibile, il tech, il clouding, dei software, della cybersecurity e Bitcoin già protagonisti indiscussi del mercato coninueranno la loro crescita, tenendo conto dei fattori ESG nel 100% degli investimenti.
Infine l’oro, che rispetto all'argento e al platino, continuerà a beneficiare di molti dei fattori che lo hanno spinto a toccare nuovi massimi nel 2020 in quanto bene rifugio.
Sarà indispensabile una maggiore diversificazione dei portafogli tramite l’immobiliare e i mercati privati che dovrebbero offrire rendimenti interessanti e costituire una soluzione a lungo termine.