Siamo alla chiusura di un anno che sicuramente verrà ricordato come uno dei più controversi dell'ultimo ventennio, con una guerra in Europa che non si vedeva dal 1945 ed una escalation di rapporti sempre più tesi tra NATO e Federazione Russa che ha portato i prezzi delle commodity a schizzare a livelli al limite del logico buon senso. Nelle prossime righe presentiamo una breve previsione tecnica sull'indice italiano e sull'andamento del decennale associato. L'Outlook presenta un orizzonte di analisi che coprirà almeno il primo semestre 2023.
L'indice milanese nell'ultimo anno ha perso poco oltre il 13%, il fattore rischio è stato prezzato sicuramente negativamente dagli investitori e i titoli dell'indice ne hanno risentito anche se alcuni titoli hanno avuto performance molto positive come ad esempio i titoli energetici, ma non solo.
Dal grafico si nota che l'indicatore RSI si trova in una fase di indecisione, confermando però l'incertezza di una risalita alquanto improbabile. Tesi confermata ulteriormente dall'indicatore stocastico che si trova a cavallo tra la zona dell'iper-comprato e la zona intermedia. Data questa situazione tecnica derivante dagli indicatori, emerge tranquillamente la possibilità che dalle prossime settimane potremo assistere ad un ulteriore rintracciamento in un intervallo compreso tra le quote 22.858 e 23.267.
BTP 10y
Il titolo decennale italiano si trova a chiudere l'anno con una ascesa incredibilmente pericolosa verso quote di rendimenti che non si vedevano ahimè dal lontano 2014 post crisi dei debiti sovrani. Data la situazione geopolitica, che non fa sperare in un miglioramento nel breve, è plausibile aspettarsi nell'arco del 2023 ci sia un ritorno al 2012 per quanto riguarda i livelli di rendimento del titolo decennale. Se aggiungiamo il fatto che la BCE ha deciso che dal 2023 venderà i titoli di stato acquistati negli anni scorsi, l'ipotesi che il nostro BTP possa tornare a sfiorare o addirittura a superare rendimenti del 5%, non sembra più così improbabile. Data la situazione ci sentiamo di sbilanciarci e di indicare 3 livelli che nell'arco del 2023, se la situazione economica finanziaria non dovesse cambiare (sperando non si aggravi ulteriormente), possano essere raggiunti (v.d. grafico). Il prossimo anno sarà all'insegna del reddito fisso e pochi investimenti in asset class rischiose. La maggior parte degli investimenti saranno concentrati sui titoli di stato(come ad esempio Treasury, Bund tedesco e titoli di stato giapponesi).
Infine considerando l'aggravarsi della guerra di posizione tra Russia e Ucraina, questo non fa che posticipare il ritorno a prezzi normali nel mercato energetico, (dobbiamo ricordarci che nel paniere dei prezzi al consumo, l'energia pesa solo il 10%), la logica ci fa dedurre perciò che altro bolle in pentola. L'inizio della tempesta perfetta è vicina.