L’accordo con la Grecia è praticamente fatto. Anzi no. Questa potrebbe essere la sintesi della settimana, passata come prevedibile a rincorrere notizie sulla questione. Anche il FMI ed esponenti del governo USA sono scesi in campo per stimolare le parti ad un compromesso, alimentando per il momento solo la confusione.
Una mancanza di chiarezza che non piace ai mercati, che nel dubbio hanno per il momento preferito alleggerire. Tutti sono consci che un eventuale default greco avrebbe pericolose conseguenze sulla stabilità europea, ben al di là del peso specifico del paese.
Per ora nulla di grave e si rimane non lontani dai massimi storici o di periodo per gran parte degli indici mondiali, ma chissà che a questo punto non convenga aspettare un esito della storia prima di intervenire o incrementare sull’azionario. A breve ulteriori incontri e colloqui, sperando esca fuori qualcosa di concreto.
Usa: tutto sommate modeste variazioni negative per i due indici, nonostante il dato del PIL 1° trimestre addirittura negativo (-0,7%). Un dato comunque atteso dagli analisti, che prevedevano -0,8%. Bene i dati sull’immobiliare e sulla fiducia, ma certo l’economia americana sembra aver perso slancio dopo la fine del QE. Prosegue il trend rialzista senza scossoni per S&P e Nasdaq 100, con il secondo leggermente più dinamico. Guardando al grafico mensile abbiamo la più alta chiusura mensile della storia, con una candela che di fatto nega quella del mese precedente, di potenziale inversione. 4300 i primi supporti a sostegno del trend, poi area 4000 quella più rilevante
Europa: ribassi di circa il 3% per gli indici principali, fanno decisamente meno peggio Italia e Grecia. Spagna -3%, pesa probabilmente l’affermazione di Podemos alle municipali spagnole, che per i mercati inserisce un altro tassello negativo nel quadro di presunta coesione europea. Il Dax (-3,4%) mostra in questa fase una certa debolezza relativa, chiudendo il secondo mese consecutivo di ribasso, seppure con valori estremamente contenuti. La candela mensile di Aprile (rotta al ribasso a Maggio) è decisamente negativa, e solo una chiusura (almeno settimanale) oltre i 12.200 punti può scongiurare ulteriore debolezza di medio periodo. Primi supporti a 11.200 e poi a 10.800
Stessa grafica mensile per il Cac 40, principale indice francese. Prezzi respinti ad aprile con precisione dalla trendline ribassista di lungo periodo per poi stabilizzarsi a Maggio. Quadro che rimane positivo nel medio periodo, ma è chiaro che soltanto qualche news positiva potrebbe dare la forza ai prezzi di superare l’ostacolo, con proiezioni a 6000 in prima battuta. Allerta già sotto 4850, e soprattutto sotto 4600 punti
Italia: si conferma l’indice più tonico in Europa e tra i migliori al mondo, con una chiusura di Maggio ancora positiva (+1,95%). PiL 1° trimestre +0,3% su trimestre precedente (in linea con attese). La variazione è positiva di +0,1% verso il 1°trimestre 2014, il che fa tecnicamente uscire il paese dalla recessione. Vero è che 0,1% è parente molto prossimo di zero, ma già bene non aver avuto brutte sorprese. Fiducia consumatori ed imprese sotto le attese, il credito di fiducia comincia un po’ ad erodersi. Chiusura a 23.500 e prezzi che rimangono in pressione sulle note resistenze di area 24.000/24.500 (con possibili estensioni a 25.000). Da un punto di vista tecnico dobbiamo ancora considerare il rialzo degli ultimi due anni come un rimbalzo in un contesto ribassista di lungo periodo. Solo oltre 25.000 la situazione diventerebbe assai interessante, con prima area target oggi localizzabile a 35.000 punti
Asia: tutti in rosso i principali indici, con l’eccezione del Giappone, in buon rialzo e sempre più vicina ad importanti livelli di resistenza. Cina con violente oscillazioni alla fine chiude poco sotto la parità, sulle voci che il governo potrebbe mettere limiti a questa potenziale bolla speculativa. In generale un area che a mio avviso sta perdendo smalto nel medio periodo, come dimostrano anche i bruschi cali di Russia (-7,8%), Turchia (-3,3%) e molti periferici. Indice Turco che per il momento interrompe il trend rialzista di breve, con possibile ulteriore debolezza almeno fino ad area 80.000
Indice Indonesiano che dopo aver rotto al ribasso la trend line rialzista di medio periodo sembra aver fatto un classico pull back sulla resistenza per poi dare nuovi segnali di debolezza, con concrete possibilità di ritorno in area 4900-5000
Latin America: altra settimana decisamente negativa per l’indice Brasiliano, che paga un ulteriore dato del PIL negativo (1° trim -0,2%). Non tiene il primo livello di supporto, con prezzi che sembrano avviarsi verso il successivo, in area 52.000/52.400. Sotto quei livelli, quadro complessivo di medio periodo che tornerebbe laterale, negando il buon rialzo dei primi 3 mesi dell’anno.
Materie Prime: uno sguardo d’insieme al grafico mensile dell’indice CRB, il più rappresentativo dell’intero comparto delle commodities (energia, agricoli, metalli, bestiame). Dopo i minimi di Marzo in prossimità dei supporti di lungo periodo, vi è stata una buona reazione ad Aprile (+8,3%) e di nuovo debolezza nel mese corrente (-3,7%). Il potenziale pattern di inversione è ancora attivo, ma la negativa chiusura di Maggio non esclude che ci possa essere un test pieno di quota 200, distante ora circa 10% dai valori attuali. Fortissima la situazione di ipervenduto sul mensile, che chiama possibili rialzi di lungo periodo. Un comparto da tradare per ora nel breve su temi specifici, e probabilmente da accumulare nel complesso (ETF CRB lo strumento che replica l’indice)
Metalli: prosegue la tendenza laterale-negativa dei metalli preziosi, al momento senza alcuna variazione degna di nota. Affondo invece del Rame sui deboli dati del PIL USA. Rotta al ribasso la trend line rialzista che guidava i prezzi da inizio anno, siamo ora in prossimità di un primo importante supporto, a 266. In caso di approfondimento al ribasso, ultima spiaggia a 255, prima di eventualmente rivedere i precedenti minimi.
Agricoli: in generale negativi, spicca il -7,6% del Frumento, su dati di stock in UK ben oltre le aspettative. Male anche lo Zucchero, a nuovi minimi a 5 anni, il Corn ed il Cacao. Migliore performance settimanale dal Cotone, che ritraccia però con violenza venerdì sera, chiudendo con solo +1,6%. Situazione del Cotone che rimane potenzialmente costruttiva a meno di un affondo sotto 62,28, rilevante livello di supporto
Energia: il Petrolio in settimana reagisce dai primi supporti terminando in moderato rialzo (+1,4%). Scendono ancora le scorte settimanali e situazione tecnica che migliora decisamente, a parte le violente fluttuazioni giornaliere. In caso di superamento dei precedenti massimi (60,30), possibilità di raggiungere il prossimo livello di resistenza, in area 70 usd. Natural Gas ancora in affondo (-8,5%) vicino ai minimi di periodo.
EUR-USD: chiude sostanzialmente stabile in settimana, di nuovo in area 1,10 dopo un affondo ad 1,08. Guardando di nuovo al grafico mensile, i prezzi si stanno muovendo dal 2008 in un canale ribassista ben definito, e siamo ora sul bordo inferiore di questo canale. Gli ultimi due mesi hanno interrotto per il momento la forte pressione ribassista con un rimbalzo che si è fermato sul primo livello di resistenza (1,15 circa. La resistenza principale rimane quella di 1,20 per il lungo periodo e supporto principale poco sotto i recenti minimi (1,03). Scenario più probabile una stabilizzazione attorno ai livelli attuali per qualche mese.
Riccardo Zarfati