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Panoramica mercati settimana 18 gennaio

Pubblicato 17.01.2016, 10:58
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Con le prime due settimane del 2016, in media l’azionario mondiale (MSCI all-country World Equity Index) ha perso l’8,5%, e l’indice CRB che monitora le materie prime il 9,3%. Non vi è alcun indice azionario mondiale con segno positivo, con la curiosa eccezione della borsa Giamaicana.

Petrolio a nuovi minimi, rallentamento cinese, nuovi dati macro europei ed USA non certo esaltanti. Un mix che ha causato le rotture di primi importanti livelli tecnici per i due indici guida (S&P, Dax) con il conseguente avvitamento negativo cui abbiamo assistito nel finale di settimana.

Scenario certo non positivo ma ancora non irrimediabilmente compromesso se allarghiamo la visione al lungo periodo. Siamo ora su primi livelli di supporto e qualche rimbalzo da ipervenduto è già possibile a breve. Poco sotto (diciamo un -5/-10% dai prezzi attuali, a seconda degli indici) vi sono ulteriori supporti strategici, ultimo paletto prima di assistere ad una vera capitolazione.

USA: la produzione industriale scende dello 0,4% e tornano leggermente ad aumentare le richieste di nuovi sussidi di disoccupazione rispetto alle attese. Nulla di particolarmente grave, ma in un contesto di aspettative di tassi al rialzo e super dollaro, si tende a liquidare le posizioni. Graficamente abbiamo ora un minimo decrescente, con la rottura dei minimi di agosto. Ormai vicini i minimi di ottobre 2014 (1821 punti), ma soprattutto la trendline di lungo periodo che parte dai minimi del 2009, e che ora passa all’incirca in area 1780. In caso di raggiungimento, da lì si capirà meglio cosa ci aspetta per i prossimi 2 anni. Massima attenzione, S&P 500 è ancora l’indice di riferimento a livello mondiale.

Europa: scende anche la produzione industriale europea, -0,7% (attese -0,3%), ma bene il PIL tedesco che chiude il 2015 a +1,7% (attese +1,6%). Dax che rompe al ribasso la trend-line rialzista più “ripida” (è ormai evidente che non c’è più l’euforia post QE). 9300 e poi 9000 già primi livelli di supporto e area di acquisto per trading. Qui piuttosto lontano il supporto strategico, posizionabile sui minimi dello scorso anno (8335). RSI in zona ipervenduto sul giornaliero (possibili rimbalzi di breve) non ancora sul settimanale.

Stessa dinamica di rottura trendline per l’indice francese, che in settimana ha patito anche le verifiche per le emissioni Renault:

Italia: non era un falso segnale (come a volte avviene) la rottura della trend line evidenziata la scorsa settimana. Si prosegue al ribasso, seppure senza eclatanti affondi. Area 19.000 primo livello di supporto forse già buono per qualche acquisto per trading in caso di reazione. Supporto fondamentale a 18.000 punti. RSI in ipervenduto anche sul settimanale, a conferma di una possibile reazione a breve. 20.500 già prima resistenza


Asia: export cinese in calo a dicembre dell’1,4%, ma le attese erano per -8% (quindi un dato migliore del previsto). Chissà che non sia un primo barlume di luce almeno su questo fronte. Per il momento indice di Dow Jones Shanghaiin ulteriore tracollo (-18% in due settimane, il peggiore al mondo). Probabile quantomeno il re-test dei vicini minimi di agosto.

Una rara oasi di (relativa) tranquillità sembra essere l’indice indonesiano, ben negoziato in Italia con almeno un paio di buoni ETF. Seppure in leggero calo questa settimana, è uno dei pochi che vanta un accenno di tentativo di ripristino rialzista. Ha aiutato la riduzione dei tassi al 7,25% (dal 7,50%) e non ha patito l’attentato di Giakarta. Sicuramente da monitorare

Latin America: in un contesto del genere non ci aspettiamo certo buone notizie dall’indice brasiliano. Ora di nuovo in ipervenduto e vicino alla base del canale ribassista, ma sempre difficile tentare di cogliere eventuali minimi


Metalli: segnalo nuovi minimi pluriennali per i metalli industriali, ma anche l’Oro non ha molto brillato. Gli acquisti “difensivi” visti la scorsa settimana non sono proseguiti, con prezzi che per il momento rimangono sotto la prima resistenza. Certo un asset sul quale non vedo enormi rischi da questi livelli, una quota in un portafoglio strutturato ci sta.


Agricoli: oltre allo Zucchero N.11, piccoli incrementi per Corn e Soia. Per il primo (che stiamo seguendo nel portafoglio giornaliero, clicca qui), primi ostacoli a 373, poi eventualmente 400. Grande riduzione della volatilità per questa materia prima, che si muove pochissimo da qualche mese. Spesso è preludio a veloci fiammate, in una direzione o nell’altra. Direzionalità del tutto assente ora, con medie mobili appiattite e coincidenti.


Petrolio: nuovi record al ribasso e prezzi ora sotto quota 30usd. L’Opec non molla sulla produzione, quella USA scende ma non troppo, e tra poco potrebbe arrivare il petrolio iraniano con la fine delle sanzioni. Un eccesso di offerta che rende plausibili altri cali, fino a dove impossibile dirlo. Sui grafici non c’è più la divergenza rialzista sull’RSI (rotta l ribasso) e vi è un possibile supporto grafico in area 25 (tornando indietro fino al 2003…). Ma sempre bene attendere segnali rialzisti confermati, soprattutto in questo caso.


EUR/USD: ancora prezzi bloccati questa settimana, con chiusura ad 1,09. Rimangono i dubbi su proseguimento immediato del ribasso, anche considerando che l’Euro continua ad essere bene acquistato verso molte valute (GBP, AUD, CAD e persino CHF). Vale sempre il suggerimento di monitorare la tenuta della resistenza di area 1,11 in caso di raggiungimento.

Riccardo Zarfati
​onehourtrading

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