Con l’attesissimo aumento dei tassi della Fed ormai alle spalle e le bombe che continuano a cadere sull’Ucraina, cosa fanno gli investitori delle materie prime? Fanno salire i prezzi, ecco cosa fanno. O almeno i prezzi del petrolio.
I prezzi della materia prima sono schizzati del 3% negli scambi asiatici di questo lunedì, dopo il rialzo di circa il 4% della settimana scorsa. La recente impennata del petrolio è arrivata sulla nuova escalation delle tensioni geopolitiche, con le forze ucraine che rispondono ai pesanti attacchi russi.
Il greggio ha avuto anche una spinta fondamentale, in quanto i maggiori produttori petroliferi dell’OPEC+ hanno reso noto di essere in difficoltà a produrre in base alle quote del loro stesso accordo di produzione.
Il londinese Brent, il riferimento globale per il greggio, è schizzato di 3,19 dollari, o del 3%, a 111,12 dollari al barile alle 15:15 a Singapore (3:15 ora di New York). Il Brent è crollato di circa il 9% nelle ultime due settimane.
Il riferimento statunitense, il West Texas Intermediate (WTI), rimbalza di 3,41 dollari, o del 3,3%, a 106,50 dollari al barile. Come il Brent, anche il WTI è crollato di circa il 9% nelle ultime due settimane.
Se il WTI dovesse restare sopra i 109,33 dollari negli scambi di questa settimana, potrebbe arrivare a 111,50 dollari, spiega Sunil Kumar Dixit, a capo delle strategie tecniche di skcharting.com. “Infrangere e restare sopra i 109,33 dollari è essenziale per raggiungere i 111,50 dollari ed infine i 116 dollari”, aggiunge.
“Ora stiamo aspettando gli sviluppi geopolitici”, spiega Jeffrey Halley, analista per l’Asia-Pacifica della piattaforma di trading online OANDA.
“Anche se la guerra in Ucraina finisse domani, il mondo dovrebbe affrontare un deficit energetico strutturale, grazie alle sanzioni russe”.
Aggiunge Halley:
“Ora stiamo aspettando gli sviluppi geopolitici. Anche se non escludo un test sotto i 100 dollari su un accordo ucraino, credo che ogni calo verso la parte bassa dei 90,00 dollari da parte del petrolio sarà ben supportato”.
Nonostante il rialzo del petrolio e di numerose altre materie prime, il prezzo dell’oro si è mosso appena, scambiato appena al di sotto della chiusura di venerdì.
Il contratto più attivo dei future dell’oro sul COMEX a New York, quello di aprile, scende di 4,65 dollari, o dello 0,2%, a 1.924,65 dollari l’oncia. La scorsa settimana, il contratto di riferimento dei future dell’oro ha perso il 2,8%, il massimo dalla settimana terminata il 19 novembre.
“Una debolezza sotto i 1.920 dollari potrebbe spingere l’oro giù a 1.907 dollari, livello al di sotto del quale gli orsi potrebbero ottenere ulteriore forza, causando altre ammaccature al metallo, e il livello di 1.895 dollari potrebbe lasciare il passo, esponendo il range di 1.845-1.820 dollari nella prossima settimana”, dice Dixit.
Per Halley di OANDA i mercati del rischio stanno “mettendo in conto che il peggio della Fed sia alle spalle, e le aspettative di progressi in una risoluzione del conflitto russo-ucraino”, sebbene ammetta che “entrambi potrebbero tornare indietro a mordere”.
Gli osservatori dei mercati continueranno a monitorare l’andamento della guerra in Ucraina e le notizie potrebbero continuare a causare turbolenza nella prossima settimana. Gli sforzi diplomatici sono in corso, anche se proseguono gli attacchi russi sulle città ucraine.
La Federal Reserve ha approvato la scorsa settimana un aumento di 25 punti base in occasione del vertice del 15-16 marzo, il suo primo incremento dall’inizio dell’emergenza COVID-19 nel marzo 2020. La banca centrale avverte che potrebbero esserci ben sei aumenti dei tassi quest’anno, in base al numero delle riunioni in calendario del Federal Open Market Committee (FOMC).
Dopo la decisione sui tassi di mercoledì, il Governatore della Fed Christopher Waller ha affermato che i dati economici statunitensi “chiedono a gran voce” aumenti da mezzo punto percentuale nei prossimi mesi, per contrastare l’inflazione.
Il Presidente della Fed Jerome Powell terrà un intervento nel corso della giornata riguardo alle prospettive economiche, in occasione della conferenza annuale della National Association for Business Economics.
Mercoledì Powell prenderà parte ad un incontro virtuale nell’ambito di un summit organizzato dalla Banca dei Regolamenti Internazionali.
Questa settimana sono previsti anche gli interventi di numerosi altri membri della Fed, come il Presidente della Fed di New York John Williams, la Presidente della Fed di San Francisco Mary Daly, la Presidente della Fed di Cleveland Loretta Mester, il Presidente della Fed di Minneapolis Neel Kashkari, il Governatore della Fed Christopher Waller ed il Presidente della Fed di Chicago Charles Evans.
Nota: Barani Krishnan utilizza una varietà di opinioni oltre alla sua per apportare diversità alla sua analisi di ogni mercato. Per neutralità, a volte presenta opinioni e variabili di mercato contrarie. Non ha una posizione su nessuna delle materie prime o asset di cui scrive.