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Petrolio: la “peggiore crisi delle scorte da decenni” fa presagire ancora prezzi alti (Parte 2)

Pubblicato 25.03.2022, 17:40
CL
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Nella Parte 1 pubblicata ieri, ci siamo concentrati sui crescenti rischi per le forniture sul mercato petrolifero odierno. Oggi esamineremo gli ultimi trend delle scorte per capire quali potrebbero essere le prospettive per colmare potenzialmente il buco delle forniture.

Continuano i problemi di produzione dell’OPEC

Nell’ultimo report mensile dell’AIE sul mercato del petrolio il principale fattore che sta facendo scendere le scorte mondiali è:

“la cronica performance deludente dell’OPEC+ rispetto agli obiettivi che ha eliminato 300 milioni di barili di petrolio dal mercato dall’inizio del 2021”.

Gli unici due membri OPEC+ con una significativa capacità disponibile sono Arabia Saudita ed EAU.

Arabia Saudita ed EAU possono prevenire una crisi energetica globale?

Considerata la difficile situazione delle scorte, i politici di USA, Europa e Giappone stanno cercando di convincere questi due paesi a rendere disponibile al mercato la loro capacità. Ovviamente, ci sono numerosi problemi in questo senso.

Innanzitutto, ciò significherebbe rompere l’attuale coalizione OPEC+, in quanto dovrebbero superare le quote di produzione previste.

Il secondo problema è mostrato nel grafico sotto, ossia un collasso dell’attività di trivellazione sia in Arabia Saudita che negli EAU a quasi il 50% al di sotto dei livelli pre-COVID:

Drilling Collapse: Key OPEC Members

Per sfruttare la loro piena capacità, è probabile che entrambi i paesi debbano aumentare l’attività di trivellazione. E questo significa che, anche se si dovesse decidere di massimizzare la produzione, potrebbero volerci 6–12 per farlo.

Infine, c’è il fatto che, facendo produrre entrambi i paesi al massimo, non ci sarebbe più capacità disponibile sul mercato.

Negoziati sull’accordo iraniano

Le sanzioni USA su Iran e Venezuela stanno mantenendo la produzione petrolifera al di sotto della capacità in entrambi i paesi. Il governo Biden sta tentando la via dei negoziati con entrambi per arrivare ad una potenziale eliminazione delle sanzioni e riportare sul mercato questa produzione persa.

Un’altra importante fonte di crescita delle forniture è rappresentata dallo scisto USA.

Produzione di scisto ancora in difficoltà

Gli ultimi dati settimanali dell’EIA mostrano che la produzione petrolifera statunitense resta ferma a 11,6 milioni di bbl/d:

US Oil Production 2019-2022

Il dato dovrebbe aumentare nei prossimi mesi. Le stime attuali indicano una crescita della produzione USA che va da circa 600.000 a 1.000.000 di bbl/d entro fine anno.

Tuttavia, i problemi legati a capitali e filiere potrebbero rappresentare un continuo ostacolo che manterrà la crescita verso la parte inferiore delle stime, nonostante i ritorni disponibili con un petrolio ad oltre 100 dollari.

La scorsa settimana, i trivellatori USA hanno disattivato 3 impianti e il totale resta il 23% al di sotto dei livelli pre-COVID:

US Oil Rig Count 2018-2022

Infine, consideriamo gli ultimi trend dal lato della domanda nell’equazione.

Esagerati i timori per i lockdown in Cina

Il nuovo aumento dei casi di COVID-19 in Cina ha creato un altro fattore negativo per i prezzi del petrolio la scorsa settimana. All’inizio della settimana era arrivata la notizia del lockdown della città di Shenzhen, con una popolazione di ben 17,5 milioni di persone.

Tuttavia, entro domenica, la Cina ha annunciato il ritorno alla normalità a Shenzhen:

Global Times Tweet

Questa è la storia chiave della domanda nel 2022: un mondo che supera le restrizioni ed i lockdown per il COVID. Persino nei paesi con le misure anti-COVID più rigide come la Cina la durata dei lockdown sembra accorciarsi sempre di più.

Domanda di viaggi aerei da record: il prossimo fattore rialzista?

Gli ultimi dati giornalieri sui viaggi della TSA mostrano un forte rialzo nell’ultima settimana, riducendo il deficit rispetto ai livelli pre-COVID da -15% a -10,5%:

Air Travel Recovery Accelerating

Ma non contate ancora su questo mercato rialzista

Nonostante la volatilità dei prezzi a breve termine, il contesto scorte/domanda del petrolio resta rialzista. I recenti dati sulle scorte mostrano un mercato pericolosamente teso, già ben prima del pieno impatto delle perdite delle forniture russe.

Per soddisfare la potenziale nuova domanda da record in arrivo quest’anno e compensare i 3–4 milioni di bbl/d di fornitura russa persa, il mercato avrà bisogno di una tripletta di buona fortuna:

  1. Un accordo iraniano di successo
  2. Sauditi ed EAU che rompano il patto OPEC+
  3. Accelerazione della produzione di scisto USA

Ma, anche in questo scenario da favola, il mercato comunque resterebbe a secco in termini di capacità disponibile. Fino a quando non arriverà la distruzione della domanda (probabilmente a prezzi più alti) o non ci saranno progressi significativi nel risolvere il lato dell’offerta nell’equazione, il mercato resterà teso.

Quindi, pur potendo contare su una continua volatilità, non conterei per il momento su questo mercato rialzista.

Contenuto pubblicato originariamente su Ross Report.

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