La società americana dell’idrogeno green presenterà il 10 maggio i risultati del primo trimestre, un appuntamento fondamentale dopo la delusione del trimestre precedente. Gli analisti restano ottimisti, ma sono in allerta: il potenziale di rialzo del titolo è del 170%
Quotazioni dimezzate negli ultimi tre mesi
Sarebbe bello poter raccontare “gioie e dolori” di Plug Power, ma le gioie al momento non ci sono. L’andamento di Borsa di Plug Power dei primi quattro mesi del 2023 è stato una grande delusione. Dopo una fiammata al rialzo del 46% nel mese di gennaio, con le quotazioni passate da 12 dollari a quasi 18 dollari, nei mesi successivi il titolo è inesorabilmente sceso fino ad arrivare a dimezzarsi all’attuale quotazione di 8,83 dollari, minimo da luglio 2020.
Questa performance penosa è stata causata dai risultati deludenti del quarto trimestre 2022, quando la società americana leader nella tecnologia dell’idrogeno green non è riuscita a consegnare alcuni lavori nei tempi previsti. Ne è risultato un fatturato inferiore del 18% alle stime degli analisti (221 milioni di dollari invece di 269 milioni) e soprattutto una perdita a livello di Ebitda di 173 milioni di dollari, 100 milioni in più della perdita prevista.
Un’azienda stagionata valutata come una start-up
Per quanto brutti, i dati non hanno messo in allarme gli analisti che in questi mesi hanno continuato a guardare con ottimismo alle prospettive della società. E’ ovvio, però, che il prossimo appuntamento del 10 maggio con i risultati del primo trimestre 2023 assume un’importanza cruciale, perché il management non può permettersi di deludere una seconda volta.
Pur essendo una società non giovanissima (è stata fondata nel 1997), Plug Power è considerata dagli analisti alla stregua di una start-up dopo che l’estate scorsa il Congresso americano ha varato all’interno dell’Ira (Inflation reduction act) un maxi-incentivo all’utilizzo dell’idrogeno green in tutti i campi, stabilendo un credito di imposta di 3 dollari per kg di idrogeno acquistato, pari quasi alla metà del prezzo di mercato del gas.
Secondo Plug Power e secondo gli analisti questo provvedimento e altri incentivi varati in Europa faranno decollare il mercato dell’idrogeno, dove Plug Power opera in maniera verticale realizzando sia i sistemi di alimentazione a celle combustibile, sia gli elettrolizzatori per la generazione del gas e gli impianti di liquefazione e rigassificazione per poterlo trasportare. L’azienda, che ha chiuso il 2022 con un fatturato di 700 milioni di dollari, prevede di realizzare nel 2026 ricavi per 5 miliardi e di arrivare a 20 miliardi entro il 2030.
Previsto nel 2023 il raddoppio dei ricavi
Quindi Plug Power è una società che oggi si valuta sulla crescita e non sugli utili, che infatti non ci sono: negli ultimi sei anni (dal 2017 al 2022), tutti chiusi in rosso, l’azienda ha accumulato perdite complessive per 2 miliardi di dollari. Oggi gli analisti stimano che il primo utile arriverà nel 2025, quando i ricavi raggiungeranno i 3,1 miliardi.
Intanto gli obiettivi dell’intero 2023 prevedono poco meno del raddoppio del fatturato (da 700 milioni a 1,3 miliardi) con un Ebitda negativo per 176 milioni. Per raggiungere questi dati il primo trimestre dovrà mostrare ricavi per 208 milioni e un Ebitda negativo di 86 milioni: queste, almeno, sono le stime del consensus degli analisti che il management non può permettersi di fallire, ne deriverebbe una grave crisi di fiducia.
Gli analisti vedono un potenziale di rialzo del 170%
Oggi su 29 analisti che coprono Plug Power, 20 consigliano di comprare le azioni, vale a dire il 69%. A fine febbraio erano il 74%. Inevitabilmente anche il target price medio è sceso da 27 a 23 dollari, che resta pur sempre un obiettivo di prezzo che indica un potenziale di rialzo del 170%.
Fra gli analisti più ottimisti su Plug Power c’è Manav Gupta di Ubs, che il 21 aprile ha confermato il giudizio Buy pur abbassando il target price a 24 dollari da 26. Due giorni fa anche JP Morgan (NYSE:JPM) ha ribadito la raccomandazione di acquisto (Overweight) con target price abbassato a 20 dollari da 23.
Il nuovo business: la ricarica delle auto elettriche
L’ultima novità di Plug Power è una mega-stazione per la ricarica delle auto elettriche che non è allacciata alla rete elettrica, ma che si alimenta grazie a un mega sistema a celle combustibili. La stazione verrà inaugurata entro l’estate e si basa su un serbatoio in grado di contenere 68mila litri di idrogeno con cui produrre 60 Megawattora di elettricità, quello che serve per ricaricare 600 veicoli elettrici.
Plug, che sta fornendo ad Amazon (NASDAQ:AMZN) una quantità di idrogeno sufficiente ad alimentare migliaia di carrelli elevatori e altri veicoli, fornirà le celle a combustibile fisse e l'idrogeno per le imprese che vorranno impiantare e gestire stazioni di ricarica staccate dalla rete elettrica. Intervistato da Forbes, José Luis Crespo, general manager delle application di Plug Power, ha riconosciuto che non si tratta dell’uso più efficiente dell’idrogeno. “Si converte l'elettricità in idrogeno, poi si converte l'idrogeno in elettricità per inserirla in una batteria. Ci sono molti passaggi", ha detto, sottolineando che il vantaggio di questa soluzione è di potere realizzare in tempi rapidi le stazioni di ricarica che oggi scarseggiano in Usa e in Europa.